Roma

Casa delle libertà: si allontana il candidato unico

Andrea Cuomo

Una Casa delle Libertà a più punte o un solo nome per sfidare Veltroni? In attesa di sciogliere il dilemma, nel centrodestra ognuno va avanti per la sua strada. Va avanti il ministro Udc Mario Baccini, che di strada ne ha fatta già un bel pezzo. Tanto da presentare ieri ai giornalisti il sito internet www.baccinisindaco.it e annunciare per il prossimo 17 dicembre, in occasione del congresso regionale dell’Udc, il «progetto politico programmatico di alternativa al governo della città sul quale far convergere forze politiche e sociali anche oltre la Cdl». Ma va avanti anche l’altro ministro Giovanni Alemanno, di An, secondo cui «l’importante è che i cittadini romani possano scegliere». E, detto del terzo candidato finora uscito allo scoperto, Mauro Cutrufo della Dc, anche i vertici di Forza Italia, messo da parte il ruolo di «collante» della coalizione cui parevano interessati, non disdegnano il percorso isolato, annunciando che lunedì prossimo il partito presenterà il suo candidato a sindaco di Roma. Perché, affermano la coordinatrice del Lazio Beatrice Lorenzin e il responsabile politico della campagna elettorale, Giorgio Simeoni, «Forza Italia non intende svolgere il ruolo di bella statuina, né fare da arbitro. Quando le iniziative sono condivise strategicamente portano a grandi risultati. A questo punto, però, le accelerazioni dei nostri alleati ci inducono ad una risposta chiara».
Insomma, ognuno ha le sue idee e se le tiene strette. Così il capogruppo comunale dell’Udc Gianfranco Bafundi boccia l’idea di un candidato di An perché «Roma è una città profondamente moderata» che «non premia i candidati della destra come dimostrano le recenti sconfitte di Moffa e di Storace». Il capogruppo dell’Udc in consiglio regionale Luciano Ciocchetti vuole anche riscuotere qualche credito visto che l’Udc «ha sempre sostenuto con grande lealtà tutti gli autorevoli candidati che An e Forza Italia in questi anni ci hanno proposto». Quanto a Baccini, è sicuro che in caso di candidatura unitaria della Cdl per il Campidoglio «tutti convergerebbero sul mio nome». A quanto sembra non quelli di An, però. Il ministro Storace, per dire, taglia corto: «Io sono ancora iscritto ad An e appoggiare Alemanno è il minimo». E ribatte a Baccini: «Gli consiglio di vedere prima quanti voti ha l’Udc a Roma».E anche Vincenzo Piso, segretario romano di An, rivendica il fatto che «un partito come An, votato da un romano su cinque, abbia sicuramente le carte in regola per esprimere il candidato a sindaco». Per Francesco Giro, responsabile nazionale di Forza Italia per i rapporti con il mondo cattolico, una cosa è certa: è inaccettabile l’ipotesi del «doppio o triplo anti-Veltroni». Giro spera che l’atteggiamento di An e Udc sia solo pretattica «per conquistare visibilità al proprio partito». Nel qual caso, osserva Giro, «i tempi stringono e bisogna trovare in fretta una soluzione unitaria, se questa esiste e se tutti, senza eccezione alcuna, la vogliono.

Ma a giudicare dalle dichiarazioni che leggiamo dubitarne è legittimo».

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