
Un paesaggio a carboncino con un borgo, rocce scoscese, un campanile e colline, chissà, forse toscane: è la nuova sorpresa della Sale delle Asse del Castello Sforzesco. Durante il restauro in corso, sotto lo scialbo di una parete, sono emerse nuove porzioni pittoriche tracce di un paesaggio collinare realizzate da Leonardo e da oggi visibili a tutti perché la sala riapre al pubblico.
I restauri sono attivi da un paio d'anni e non sono ancora terminati, ma l'ambiente che stupì alla fine dell'Ottocento anche Luca Beltrami per il grande soffitto con alberi di gelso intrecciati e che negli anni Cinquanta, dopo il restauro, ha «regalato» il cosiddetto Monocromo, il disegno di una grande radice di sicura attribuzione leonardesca sarà di nuovo accessibile al pubblico grazie a un parziale disallestimento dei ponteggi. A valorizzare la visita, un coinvolgente progetto multimediale realizzato da Culturanuova che, tramite ologrammi e un'efficace illuminazione, ripercorre la storia di questa sala e del suo recupero. Oltre al celebre Monocromo, ora restaurato e messo in sicurezza, compaiono altri disegni di Leonardo sulla parete nord-est della sala.
«Il ritrovamento potrebbe preannunciare a nuove scoperte»¸ spiega Claudio Salsi, direttore e sovrintendente dei musei del Castello. A osservare compiaciuti l'avanzamento dei lavori, ieri mattina c'erano anche Maria Teresa Fiorio e Pietro Marani, curatori della grande mostra su Leonardo in corso a Palazzo Reale: è infatti, quello della Sala delle Asse, un nuovo tassello leonardesco in città. Siamo nel periodo del «Trattato della Pittura», degli studi su «alberi et verdure», e questa sala-giardino, con i rami di gelso che intrecciano gli stemmi del casato, è un omaggio a Ludovico Sforza. Non si tratta ormai gli studiosi sono concordi di un progetto secondario del Vinci, ma di uno spazio che originariamente era interamente da lui dipinto e concepito.
Mentre i restauri procedono, la Sala delle Asse diventa con il nuovo museo della Pietà (che da sabato apre al pubblico e sarà gratuito fino al 10 maggio) il fulcro del Castello. E va detto che lo Sforzesco si è davvero rimesso a nuovo e pare pronto per ospitare i turisti di Expo: oltre al grosso progetto di riqualificazione dell'ospedale degli spagnoli e alla visita multimediale della Sala delle Asse, tutta la struttura è migliorata. Sono più efficaci le indicazioni e i pennelli informativi, più curate le corti interne: è poi finalmente comparsa un'elegante caffetteria che si affaccia sulla corte ducale e ci ricorda ciò che all'estero è la norma, ovvero che gli spazi di cultura devono essere fruiti con calma e confort. Anche i numeri fanno ben sperare per il semestre di Expo: 120mila i visitatori nei primi quattro mesi dell'anno (con un aumento di 6mila unità rispetto all'anno precedente) e un biglietto unico di 5 euro, per un'offerta che comprende ben nove musei.
Oltre a quello della Pietà e la Sala delle Asse, il Castello ospita il museo d'Arte antica, l'armeria, il museo dei Mobili e delle sculture lignee, la Pinacoteca, il museo delle Arti decorative, la sezione di preistoria ed egizia del museo Archeologico e l'affascinante museo degli Strumenti Musicali.