Castello, spunta Leonardo e riapre la Sala delle Asse

Un carboncino attribuito al Genio emerge dai restauri E il Museo della «Pietà» sarà gratis fino al 10 maggio

Castello, spunta Leonardo e riapre la Sala delle Asse

Un paesaggio a carboncino con un borgo, rocce scoscese, un campanile e colline, chissà, forse toscane: è la nuova sorpresa della Sale delle Asse del Castello Sforzesco. Durante il restauro in corso, sotto lo scialbo di una parete, sono emerse nuove porzioni pittoriche – tracce di un paesaggio collinare – realizzate da Leonardo e da oggi visibili a tutti perché la sala riapre al pubblico.

I restauri sono attivi da un paio d'anni e non sono ancora terminati, ma l'ambiente – che stupì alla fine dell'Ottocento anche Luca Beltrami per il grande soffitto con alberi di gelso intrecciati e che negli anni Cinquanta, dopo il restauro, ha «regalato» il cosiddetto Monocromo, il disegno di una grande radice di sicura attribuzione leonardesca – sarà di nuovo accessibile al pubblico grazie a un parziale disallestimento dei ponteggi. A valorizzare la visita, un coinvolgente progetto multimediale realizzato da Culturanuova che, tramite ologrammi e un'efficace illuminazione, ripercorre la storia di questa sala e del suo recupero. Oltre al celebre Monocromo, ora restaurato e messo in sicurezza, compaiono altri disegni di Leonardo sulla parete nord-est della sala.

«Il ritrovamento potrebbe preannunciare a nuove scoperte»¸ spiega Claudio Salsi, direttore e sovrintendente dei musei del Castello. A osservare compiaciuti l'avanzamento dei lavori, ieri mattina c'erano anche Maria Teresa Fiorio e Pietro Marani, curatori della grande mostra su Leonardo in corso a Palazzo Reale: è infatti, quello della Sala delle Asse, un nuovo tassello leonardesco in città. Siamo nel periodo del «Trattato della Pittura», degli studi su «alberi et verdure», e questa sala-giardino, con i rami di gelso che intrecciano gli stemmi del casato, è un omaggio a Ludovico Sforza. Non si tratta – ormai gli studiosi sono concordi – di un progetto secondario del Vinci, ma di uno spazio che originariamente era interamente da lui dipinto e concepito.

Mentre i restauri procedono, la Sala delle Asse diventa con il nuovo museo della Pietà (che da sabato apre al pubblico e sarà gratuito fino al 10 maggio) il fulcro del Castello. E va detto che lo Sforzesco si è davvero rimesso a nuovo e pare pronto per ospitare i turisti di Expo: oltre al grosso progetto di riqualificazione dell'ospedale degli spagnoli e alla visita multimediale della Sala delle Asse, tutta la struttura è migliorata. Sono più efficaci le indicazioni e i pennelli informativi, più curate le corti interne: è poi finalmente comparsa un'elegante caffetteria che si affaccia sulla corte ducale e ci ricorda ciò che all'estero è la norma, ovvero che gli spazi di cultura devono essere fruiti con calma e confort. Anche i numeri fanno ben sperare per il semestre di Expo: 120mila i visitatori nei primi quattro mesi dell'anno (con un aumento di 6mila unità rispetto all'anno precedente) e un biglietto unico di 5 euro, per un'offerta che comprende ben nove musei.

Oltre a quello della Pietà e la Sala delle Asse, il Castello ospita il museo d'Arte antica, l'armeria, il museo dei Mobili e delle sculture lignee, la Pinacoteca, il museo delle Arti decorative, la sezione di preistoria ed egizia del museo Archeologico e l'affascinante museo degli Strumenti Musicali.

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