Controcultura

Chi odia il mercato spera nell'islam

I musulmani (...) ritengono di essere i seguaci (e i prediletti) del solo vero Dio

Chi odia il mercato spera nell'islam

I musulmani (...) ritengono di essere i seguaci (e i prediletti) del solo vero Dio, e quindi di avere il dovere-diritto di convertire anche con la forza tutti gli altri «infedeli» alla loro fede o almeno all'accettazione del relativo codice morale. Da qui, nei secoli, una sbrigativa «civiltà della scimitarra» che portò i Turchi tra gli ultimi convertiti all'Islam fin nel cuore dell'Europa sud-orientale. (...)

Certo, da un punto di vista astratto, tutte le civiltà sono egualmente rispettabili. Ma chi volesse per esempio contrapporre la modesta normativa giuridica contenuta nel Corano, al superbo corpo del diritto romano, o l'apologetica degli ulema cresciuta attorno al testo sacro musulmano al gigantesco edificio dottrinario costruito dai teologi-giuristi cristiani fra Medioevo e prima Età moderna, rischierebbe di fare la figura di chi pretende di paragonare Monte Merlo con l'Everest. (...)

I fautori della «nazione araba» (anche qui in Occidente) pensano che questa, proprio perché munita di strumenti di potere così persuasivi, dovrebbe essere in grado di promuovere la ribellione e il riscatto del Sud povero contro il Nord dovizioso: tuttavia le enormi risorse economiche, assicurate dal monopolio energetico, farebbero del nuovo super-Stato islamico un soggetto poco adatto a rappresentare i popoli diseredati. Rilancerebbero invece la politica di potenza, costante storica delle stirpi musulmane. Ma hanno ormai capito tutti che il fronte filo-arabo, emerso in Europa e oltre-Atlantico, punta proprio su questo risultato «politico», in funzione anti-americana e antioccidentale. Si è ricostituito, in altre parole, lo schieramento ostile al modello di società, definito sommariamente «capitalistico», e in realtà basato sui valori liberaldemocratici e sul «mercato». Non ci sono più, a capitanarlo attivamente, l'Unione Sovietica e i partiti comunisti: al loro posto, tra la meraviglia di molti, sono venute a galla, in modo talvolta equivoco e confuso, componenti, anche cospicue del mondo confessionale.

Dall'articolo «Chi alzò la spada dell'Islam» su Il Sole 24 Ore, 21 febbraio 1991. Ora in Scritti politici (Pagine editore)

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