Sorpresa al Giro d'Italia: la fuga arriva fino a Lucca, vince il francese Thomas

In una tappa che sembrava perfetta per i velocisti, il gruppo ritarda troppo la rimonta sui fuggitivi. All'arrivo a Lucca se la giocano l'azzurro Pietrobon ed il campione della pista, che trionfa

Sorpresa al Giro d'Italia: la fuga arriva fino a Lucca, vince il francese Thomas

Dare per scontata una tappa del Giro d’Italia è sempre una pessima idea. In una frazione che sembrava fatta apposta per il bis di Jonathan Milan, la seconda fuga di giornata guadagna abbastanza terreno e riesce ad arrivare a Lucca prima di essere ripresa dal gruppo. Il bellunese Pietrobon parte per primo ma la potenza del campione della pista francese Benjamin Thomas gli consente di aggiudicarsi la tappa. Delusione, quindi, per i velocisti, con le squadre che hanno perso troppo tempo in tatticismi invece di riprendere il quartetto di testa. Domani la carovana del Giro attraverserà la Toscana: spazio ai passisti ed al fascino delle strade bianche.

Ancora fuga ma il gruppo c’è

Come succede sempre più spesso, appena il direttore di gara sventola la bandiera, parte subito una fuga: dietro a Wood si accoda Bais, seguito da un altro gruppetto di ciclisti ma nel giro di qualche chilometro si consolida un trio di testa composto dall’azzurro, Askey ed il giovane francese dell’Arkéa Costiou. Il 21enne viene richiamato nel gruppo dalla sua squadra ed i fuggitivi sono raggiunti da Tarozzi e Geschke, anche se il gruppo li tiene a distanza di sicurezza: al passaggio a Portofino, la fuga è a poco più di un minuto di vantaggio.

Giro 2024 tappa 5 fuga

Il quartetto di testa cerca di stringere i denti a 15 chilometri dalla prima salita di giornata, il Passo del Bracco, non particolarmente ripido ma lungo più di 15 chilometri. Appena la strada inizia a salire, i gregari della Alpecin si mettono davanti ed provano a frammentare il gruppo, imponendo un ritmo micidiale. A pagarne le conseguenze sono Ewan, Merlier e Gaviria, mentre Calmejane si porta avanti per provare a portare a casa qualche punto per la classifica scalatori. I fuggitivi ce la fanno ad arrivare con 15” di vantaggio sul Gpm, dove Bais viene bruciato da Geschke. Visto l’esiguo margine, sarà difficile resistere in testa durante la lunga discesa.

Nuova fuga, Pietrobon c’è

Il quartetto di testa viene ripreso sulla discesa del Bracco, ma la Alpecin non si ferma. La squadra belga continua a tirare per frazionare ulteriormente il gruppo: un’azione inconsueta che sicuramente non sarà popolare tra le altre squadre. A cento chilometri dall’arrivo, l’Alpecin si rialza sui pedali per conservare energie nell’avvicinamento al traguardo volante di Ceparana. Il rallentamento in testa è una pausa fino a quando, ad una decina di chilometri da Ceparana, la Alpecin e Visma iniziano a preparare la mini-volata per Kooij e Groves. Milan, che ieri non ha lottato per i punti, si fa vivo quanto basta per battersi coi due rivali: la spunta l’australiano ma alle loro spalle, una disattenzione costa cara a Christophe Laporte. Il francese prende un tombino e vola in terra, mettendoci qualche minuto prima di risalire in sella.

Giusto il tempo di sistemarsi ed ecco che parte una nuova fuga: due azzurri, Paleni e Pietrobon, riescono a mettersi a ruota di Thomas e Valgren, guadagnando circa 1’30” nell’avvicinamento al traguardo dell’Intergiro a Luni. Sul traguardo arriva senza problemi Pietrobon mentre nel gruppo è la Alpecin la più veloce a mettere in moto il treno per Groves: Milan non è abbastanza reattivo e deve accontentarsi di un solo punto. Comunque il ciclista friulano riesce a conservare la testa della classifica a punti, con 39 punti di vantaggio nei confronti di Merlier e 41 su Groves.

Il gruppo parte troppo tardi

A 40 chilometri dall’arrivo, il gruppo inizia ad alzare il ritmo per ridurre il vantaggio della nuova fuga: il chiaro compito è quello di riprenderli prima dell’ultima salita di giornata, dove potrebbero arrivare attacchi importanti. La salita del Montemagno, 3 chilometri al 4,3% di pendenza, non è particolarmente dura ma, visti gli strappi continui imposti dalla Alpecin, molti velocisti potrebbero aver problemi a reggere il passo. Il ritmo del gruppo causa un’altra caduta, con il canadese Pickrell che si fa male al naso e perde parecchio sangue: per fortuna tutti riescono a riprendere la gara. A 30 chilometri dall’arrivo si muovono le squadre top, a caccia dei secondi di abbuono in palio a Camaiore. L’avvicinamento al Montemagno è complicato da un’altra caduta, peraltro in rettilineo, che coinvolge diversi ciclisti, da Woods a Foss all’ungherese Valter.

I quattro di testa collaborano bene, riuscendo a mantenere a distanza il gruppo sul Montemagno, con il danese Valgren che si porta a casa i punti per la classifica scalatori, iniziando i 20 chilometri di discesa che porterà al traguardo di Lucca con 52 secondi di vantaggio. La prima squadra a muoversi per riprendere la fuga è la Lidl-Trek, con il gigante Daan Houle che tira forte per mettere Jonathan Milan in posizione ideale per la volata. A 13 chilometri dall’arrivo, però, il gruppo ha ancora 51 secondi da recuperare: visto lo strapotere dimostrato da Milan in volata, nessuno vuol dare il cambio ai suoi gregari. Quando si trova l’accordo, il peloton accelera ma troppo tardi per raggiungere i fuggitivi.

A dare una mano ai fuggitivi è il vento, che spira alle loro spalle, consentendogli di resistere alla rimonta del gruppo: il fatto di avere un grande pistard come il francese Benjamin Thomas aiuta non poco. All’ingresso sul pavé di Lucca la fuga ha circa 30 secondi di vantaggio, mentre nel gruppo la Ineos si mette davanti per tirare la volata a Geraint Thomas. All’ultimo chilometro i quattro sono a 22 secondi ed il primo a partire è Pietrobon e sembra quasi che possa farcela. Alla fine, però, la potenza del campione della pista gli consente di spuntarla sull’azzurro e Valgren. Ad arrivare a braccia alzate sul traguardo è il cinque volte campione del mondo francese.

La classifica

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La tappa di domani

La sesta tappa del Giro d’Italia si correrà nel cuore della Toscana, con un paio di tratti resi famosi dalla sempre più popolare Strade Bianche. La prima parte della tappa è pianeggiante, fino a quando si arriverà al primo dei Gpm, quello di Volterra, mentre i tratti di sterrato arriveranno 50 km dopo. Il tratto della Vidritta è un paio di chilometri più lungo di quello visto ad inizio stagione, seguito dopo poche centinaia di metri da quello della Bagnaia, con rampe fino al 15% di pendenza.

Giro 2024 tappa 6 altimetria

L’ultimo tratto sterrato di Pievina è il più breve, solo 2,4 chilometri ma il finale non è tranquillo. La tappa, dal dislivello complessivo di 1.900 metri, si chiuderà con la salita di Serre di Rapolano, che non è un Gpm ma è decisamente dura.

Si scollina a soli 4,2 chilometri dall’arrivo ma per arrivarci i ciclisti dovranno affrontare rampe del 20% di pendenza. Uno sforzo del genere dopo una tappa di 180 chilometri potrebbe causare parecchi stravolgimenti nella classifica di tappa.

Giro 2024 tappa 6 planimetria

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