Cinema

La storia vera che ha ispirato il film sulla prima grande rapina al treno

Nonostante sia tratto da un romanzo, 1855 - La prima grande rapina al treno è un film tratto da un'incredibile storia vera

1855 - La prima grande rapina al treno, la storia vera che ha ispirato il film

1855 - La prima grande rapina al treno è il film diretto nel 1978 da Michael Crichton, già autore del romanzo da cui la pellicola è tratta. In onda questa sera alle 21.10 su Rai Movie, la pellicola si ispira a fatti realmente accaduti e una rapina che ha davvero avuto luogo sul finire del diciannovesimo secolo.

1855 - La prima grande rapina al treno, la trama

Edward Pierce (Sean Connery) è un avventuriero il cui fascino è proporizionale solo alla sua capacità di imbrogliare i membri dell'alta società, facendosi passare per uno di loro. Ed è proprio durante uno di questi "salotti" che l'uomo conosce Edgar Trent (Alan Webb), un direttore di banca che spera che Edward - che in società vive sotto il falso nome di John Simms - chieda la mano di sua figlia (Gabrielle Lloyd). Tuttavia non è alla mano della ragazza che Edward ambisce, ma alla chiave delle cassaforti cariche d'oro necessario a pagare i soldati e che stanno viaggiando in treno. Grazie all'aiuto dell'amico di Agar (Donald Sutherland), Edward riesce ad entrare in possesso di tutte le chiavi necessarie per tantare un grande colpo su un treno in corsa, nel 1855. Ma le cose sono ben più complicate di quanto il ladro possa immaginare.

La vera rapina che ha ispirato il film

È indubbio che la pellicola che vede come protagonisti Sir Sean Connery e Donald Sutherland debba gran parte della sua trama al romanzo che Michael Crichton diede alle stampe nel 1975, ben quindici anni prima che lo scrittore raggiungesse un nuovo livello di fama mondiale grazie a Jurassic Park, i cui diritti vennero acquistati ancor prima che il romanzo vedesse la pubblicazione ufficiale. La grande rapina al treno è un romanzo di grande avventura, un thriller che tiene il lettore - così come lo spettatore - col fiato sospeso e che, soprattutto, è basato su una storia vera. In realtà, come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, Michael Crichton ha solo preso spunto dalla vera rapina perpetrata ai danni di un treno, senza inseguire minimamente qualsiasi velleità storica o di accuratezza. Eppure, nonostante la storia del film non segua pedissequamente quello che è accaduto davvero il 15 maggio 1885.

Tutto inizia quando tre casse piene d'oro partono da Londra, via Folkestone, per raggiungere Parigi. Dal momento che si trattava di un "tesoro" alquanto prezioso, la compagnia di trasporto Chaplin e Co. cercò di assicurare la salvaguardia dell'oro mettendolo in casse d'acciaio previste anche di due lucchetti. Per aumentare il grado di sicurezza vennero utilizzate ben quattro chiavi, necessarie all'apertura delle serrature, che erano custodite da vari membri dello staff delle ferrovie, così come del capotreno in viaggio con l'oro stesso. Come si legge su The Londonist, il furto dell'oro venne scoperto durante la sosta a Boulogne, quando le casse vennero aperte dalla chiave del capitano, solo per scoprire che erano state svuotate. L'oro che era stato sottratto aveva un valore di dodicimila sterline, l'equivalente di circa un milione di sterline secondo il cambio attuale. Naturalmente la scoperta del furto non fu solo un'umiliazione, ma peggiorò le tensioni tra Francia e Inghilterra: gli ufficiali londinesi puntarono il dito contro quelli francesi e la polizia transalpina non perse tempo e fece lo stesso con i loro vicini al di là della Manica.

I responsabili del furto erano George Tester e Burgess, entrambi lavoratori nella ferrovia - il primo si era occupato della copia delle chiavi necessarie ad aprire la cassaforte, il secondo aveva un ruolo da guardiano sul treno, perciò permise agli altri di nascondere tutto l'occorrente sul veicolo a vapore. A loro due si aggiunsero William Pierce, che fu il vero ideatore del colpo e a cui è ispirato il personaggio di Sean Connery in 1855 - La prima grande rapina al treno, e George Agar, che invece aveva un curriculum alquanto ricco per quel che riguardava vari crimini e la cui esperienza si dimostrò essenziale per perfezionare il piano in ogni suo più piccolo dettaglio. L'identificazione dei responsabili del furto sul treno, però, richiese diverse settimane di indagini, rallentate sia dalla rivalità tra i due stati, ma anche dalla volontà delle autorità di non voler ammettere che il colpo era avvenuto effettivamente quando il treno era in corsa e che, dunque, prevedeva necessariamente la complicità di un lavoratore interno.

Dopo numerosi interrogatori e indagini che sembravano essere destinati a non essere risolte, una serie di coincidenze e cattive scelte portò le autorità sulla strada giusta. Agar aveva infatti chiesto a Pierce di consegnare circa settemila sterline a Fanny Kay, la sua amante e madre di suo figlio. Di quelle sterline, però, la donna non vide neanche un penny e questo fece comprendere ad Agar di essere stato truffato dal suo stesso complice.

Lo comprese anche la determinata Kay che non perse tempo e si recò dal direttore del Newgate Prison e denunciò gli uomini di quella che ormai era nota come Grande Rapina al Treno, che venne confermata dallo stesso Agar, che nel frattempo era stato arrestato per un altro crimine, non legato al furto sul treno.

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