Cinema

Addio ad Antonella Lualdi, meravigliosa diva del cinema italiano

Scomparsa all'età di 92 anni, Antonella Lualdi, una delle divine del cinema italiano. L'amore per Franco Interlenghi e il rifiuto a Jean-Luc Godard, la sua ultima apparizione nella serie "Il Commissario Cordier"

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Grave lutto nel mondo del cinema italiano, è morta all'età di 92 anni Antonella Lualdi. A darne notizia all'Ansa il fratello Carlo, avvertito da Stella, una delle due figlie dell'attrice, insieme ad Antonellina. Era ricoverata in un'ospedale fuori Roma. Diventata una vera e propria star negli anni '50 e '60, aveva sposato l'attore Franco Interlenghi, formando con lui un lungo sodalizio di vita e anche professionale.

La vita legata alla carriera

Era nata con il nome di Antonietta De Pascale, a Beirut nel 1931 da padre italiano e madre greca, e dopo una breve gavetta come attrice di teatro, raggiunse subito il successo a 19 anni con il film musicale Signorinella del 1949. Diventa una star come Lucia Bosè o Gina Lollobrigida e come loro riempie le copertine delle riviste dell'epoca, come simbolo di grande bellezza. Tante le pellicole che l'hanno vista protagonista, come Miracolo a Viggiù (1951) di Luigi Giachino, Ha fatto 13 (1951) di Carlo Manzoni, La cieca di Sorrento (1953) di Giacomo Gentilomo, È arrivato l'accordatore (1952) di Duilio Coletti, Il cappotto (1952) di Alberto Lattuada. Proprio in quel periodo conosce il matito l'attore Franco Interlenghi da cui ha due figlie, Antonella (Antonellina per tutti) anche lei attrice e Stella. Con lui, che aveva fatto con successo I vitelloni di Federico Fellini, recita insieme in vari film di metà anni '50 come Il più comico spettacolo del mondo (1953) di Mario Mattoli, Gli innamorati (1955) di Mauro Bolognini, Padri e figli (1957) di Mario Monicelli e Giovani mariti (1958) di Mauro Bolognini.

E ancora negli anni '60 è protagonista di grandi pellicole: A Parigi in vacanza (1957) di Georges Lacombe, Il colore della pelle (1959) di Michel Gast, I delfini (1960) di Francesco Maselli, Appuntamento a Ischia (1960) di Mario Mattoli, Il disordine (1962) di Franco Brusati, Gli imbroglioni (1963) di Lucio Fulci, Se permettete parliamo di donne di Ettore Scola (1964), accanto a Gassman, La colonna di Traiano (1969) di Mircea Dragan e Un caso di coscienza (1969) di Giovanni Grimaldi. Nel 1979, appare anche sull'edizione italiana di Playboy del mese di giugno, e incide il 45 giri Il sogno.

Negli anni '80 torna ad essere diretta da Lattuada in Una spina nel cuore, e nel '92 è in Per amore o per amicizia di Paolo Poeti. Il suo ritorno è poi negli anni '90 con la serie televisiva francese Il commissario Cordier, in cui interpreta la moglie italiana del protagonista. Era legatissima alla Francia: “Sul set di 'A doppia mandata' di Claude Chabrol, nel ’59, c’erano anche Louis Malle e François Truffaut. Quelli della Nouvelle Vague erano così: uno faceva un film e gli altri lo aiutavano”, disse in un'intervista, anche se rifiutò un grande ruolo offerto da Jean-Luc Godard.

Me lo sentivo troppo addosso, Chabrol diceva che era pazzo di me. Me ne sono pentita, non avevo capito quanto fosse importante”. Le capitò di frequentare anche Brigitte Bardot: “Che aveva sempre bisogno di compagnia, temeva la solitudine. Ora che anch’io ho perso le persone care, la capisco. Non ho mai pensato alla bellezza, non me ne sono mai preoccupata.

Ho solo paura della solitudine perché l’ho conosciuta”, spiegò qualche tempo fa.

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