Cinema

Addio a Giuliano Montaldo, il grande regista di "Sacco e Vanzetti"

Si è spento a Roma il regista, attore e sceneggiatore Giuliano Montaldo, aveva 93 anni. Tra i suoi capolavori, "Sacco e Vanzetti", "Gli Occhiali d'oro" e il kolossal "Marco Polo"

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Avrebbe compiuto 94 anni il prossimo 22 febbraio, il grande regista e sceneggiatore genovese Giuliano Montaldo, scomparso oggi nella sua casa di Roma. Nato nella città ligure ma diventato romano d'adozione, aveva iniziato la carriera come attore nel film Achtung! Banditi! nel 1952, recitando accanto a Gina Lollobrigida e ancora in Cronache di poveri amanti dividendo il set con Marcello Mastroianni. Tra le sue partecipazioni anche il film Il Caimano di Nanni Moretti e L'Abbiamo fatta grossa di Carlo Verdone.

I primi lavori da regista

Nel 1961 passa dietro la macchina da presa con il film Tiro al piccione, seguito da Una bella grinta nel 1965. Arrivano poi i grandi capolavori, come Gli Intoccabili del 1969 con John Cassavetes e Peter Falk, e la trilogia del potere con i film, Dio è con noi (1970), Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973), rispettivamente sul potere militare, giudiziario e religioso. Tra gli altri grandi film L’Agnese va a morire (1976) e Gli Occhiali d’Oro (1987) e ancora I demoni di San Pietroburgo (2008) e L’industriale (2011). Indimenticabile il kolossal in otto puntate Marco Polo del 1982. Oltre 20 i film da lui diretti molti dei quali con le musiche di Ennio Morricone con cui il grande maestro aveva formato un legame lavorativo molto proficuo.

I grandi riconoscimenti

Nel 2007 vinse il David di Donatello per la sua straordinaria carriera, ma molti altri furono i premi che gli vennero riconosciuti, tanti dei quali anche come attore. Nel 2017 un altro David come migliore attore non protagonista per la sua interpretazione in Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, nel 2012 un Nastro d’Argento speciale per il ruolo nel documentario Quattro volte vent’anni, diretto da Marco Spagnoli.

Non solo cinema

Montaldo fu anche un grande regista teatrale, sia in Italia che all'estero, di opere liriche come Turandot (1983), Il Trovatore (1990), La bohéme (1994), Otello (1994) Il flauto magico (1995), Nabucco (1997) e Tosca (1998) nella grande rappresentazione allo Stadio Olimpico di Roma. Nel 1999, e fino al 2009, fu il primo presidente di Rai Cinema e nel 2016-17 presiedette l'Accademia del Cinema Italiano-Premi David di Donatello. Nel 2002 fu nominato Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.

Nel 2021 ha dato alle stampe la sua autobiografia Un Grande Amore (Ed. La nave di Teseo), dove ha raccontato in prima persona la sua vita e la sua lunga carriera di oltre 70 anni, sia nelle vesti di attore che di regista e sceneggiatore, con una lunga parte dedicata alla moglie, compagna di vita e lavoro, Vera Pescaroli.

Per volere della famiglia il funerale si terrà in forma privata.

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