Cinema

La prima cosa bella, tutte le curiosità sul film di Paolo Virzì

La prima cosa bella è uno dei lavori più intimi di Paolo Virzì che, con questo film, offre al pubblico una lettura interessante della maternità

La prima cosa bella, tutte le curiosità sul film di Paolo Virzì

La prima cosa bella è il film diretto da Paolo Virzì che va in onda questa sera, in seconda serata, alle 00.06 su Canale 5. La pellicola, uscita nel 2010, è stata accolta quasi in modo unanime da parte di critica e pubblico e ha avuto successo anche ai Premi di Donatello e ai Nastri d'Argento, dove ha collezionato ben diciotto candidature ai primi e dieci ai secondi.

La prima cosa bella, la trama

Bruno (Valerio Mastandrea) è un uomo che si trascina nella vita senza alcun tipo di entusiasmo: tanto nel lavoro quanto nelle relazioni interpersonali, Bruno vive in una sorta di aridità emotiva. Quando la sorella (Claudia Pandolfi) lo contatta per spingerlo ad andare a trovare la madre Anna (Stefania Sandrelli), che ormai può fare affidamento solo su cure palliative, Bruno intraprende un viaggio che è soprattutto un viaggio a ritroso, un peregrinare tra le pagine di un passato che l'uomo non ha mai davvero superato. Per Bruno si tratta di rivivere la sua infanzia, quando sua madre (Micaela Ramazzotti) era vittima di pregiudizi di provincia, troppo bella e allegra per accettare di rimanere in silenzio, ad abbassare la testa secondo le richieste di una società e di un marito incapaci di capirla e di valorizzarla. Quell'allegria e gioia di vivere che la spingono ad abbandonare il tetto coniugale e a combattere per far sì che i suoi figli abbiano un'esistenza serena e che anche lei possa incontrare un possibile lieto fine.

La maternità secondo Paolo Virzì

Quando si pensa a La prima cosa bella la prima cosa che salta alla mente è il brano omonimo del 1970 di Nicola Di Bari. Un brano che Virzì ha voluto inserire nella colonna sonora della sua pellicola, nella cover realizzata da Malika Ayane, quasi a voler sottolineare l'anima profondamente femminile dell'opera cinematografica. Questo perché è indubbio che il cuore della pellicola sia rappresentata proprio dalla figura femminile per eccellenza, la madre, che tuttavia Paolo Virzì tratta in maniera quasi innovativa per i canoni del cinema nostrano. Diviso su due piani temporali, La prima cosa bella è un film che non cerca di santificare il passato, né lo riveste di una sensazione di dorata nostalgia. Il sentimento à La belle epoque manca del tutto in questo film e in nessun modo viene esaltato il passato, che rimane al contrario una tappa obbligatoria da dover superare per arrivare al presente, coi suoi alti e bassi. In questo senso, la Anna dei primi anni Settanta non è una donna perfetta, non è una madre priva di difetti. È al contrario una creatura strana, quasi inafferrabile, che si vuole confermare come donna, ma allo stesso tempo non sa rinunciare al suo ruolo di madre.

Non c'è niente di santificato in lei, niente di epico o poetico. I suoi sbagli sono messi sullo stesso piano dei suoi pregi, le note delle canzoni con cui cerca di distrarre i suoi figli riempiono lo schermo al pari di un egoismo non necessariamente sbagliato, ma senza dubbio mal visto nel cuore di una madre che nell'immaginario collettivo dovrebbe solo sacrificarsi e non sperare in nulla per sé. L'innovazione della maternità secondo Paolo Virzì sta proprio in questo: nello svestire la figura materna da una certa aurea di santità, privarla dei suoi "superpoteri" e ricondurla sulla Terra, dove il suo fascino arriva anche dalla sua capacità di cadere e rimettersi in piedi. Paolo Virzì in questo modo omaggia e forse "consola" tante donne che al cinema non si sono mai potute riconoscere, che hanno faticato ad accettare i propri limiti perché intorno a loro le altre donne sembravano essere davvero dei supereroi degni di un capitolo Marvel. D'altra parte lo spiega lo stesso Paolo Virzì in un'intervista rilasciata a Movieplayer quando dice che "Il punto sono l'incanto e l'innocenza di una madre, magari sciagurata ma anche eversiva. È un omaggio alla forza e alla follia di certe donne."

Pur non avendo portato sullo schermo un'opera autobiografica, con La prima cosa bella Paolo Virzì racconta una storia intima, un racconto che parla tanto del ritornare, quanto soprattutto del bisogno di accettarsi per quello che si è e non per quello che si vorrebbe essere davanti agli occhi della società, spesso accecati da invidia e tornaconti personali.

La prima cosa bella è la storia di tre reduci che hanno combattuto una vita priva di una stabilità che non fosse quella data dalla presenza di una donna solare e allegra, che si sforza di essere positiva anche quando tutto intorno a lei sembra crollare a picco.

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