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Dai romanzi di Ian Fleming al grande schermo. La saga di James Bond è ora in streaming

I film del mitico James Bond sono su Amazon Prime Video per una lunghissima maratona di natale. Da Sean Connery a Daniel Craig, ecco quali sono tutte le "ere" della spia dal doppio zero

Dai romanzi di Ian Fleming al grande schermo. La saga di James Bond è ora in streaming
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È una spia inglese dal fascino seducente che si muove con agilità in un mondo fatto di inganni, sotterfugi e rovesci di fortuna. È un personaggio che ha dato vita a uno dei franchise cinematografici più longevi, più celebri e redditizi al mondo. Nato tra le pagine dei romanzi di Ian Fleming, oggi James Bond è un vero e proprio mito, che è diventato parte integrante della cultura pop moderna. Protagonista di ben 25 film, di cui l'ultimo con Daniel Craig, è arrivato nelle sale nel 2022 (dopo continui rimandi a causa della chiusura dei cinema), oggi tutte le pellicole più rappresentative della spia dal doppio zero e con la licenza di uccidere sono disponibili su Amazon Prime Video per una lunga e intensa maratona che cade a pennello proprio in vista del ponte natalizio.

Venticinque i film in tutto dell'universo "canonico" di James Bond, più altre tre pellicole – chiamate apocrife – che non fanno parte del continuum narrativo solo perché realizzate da un'altra casa di produzione e non dalla EON Production - che possiede i diritti -. I primi esperimenti risalgono al 1954, poi nel 1962 e con il debutto di Sean Connery nel ruolo dell'iconico agente segreto dell'MI6, il franchise ha preso vita diventando non solo una presenza fissa nel mondo del cinema, ma capace di modellarsi con le correnti politiche che si sono avvicendate nel corso del tempo, e riuscendo persino a essere uno specchio delle paure e dei deliri della società contemporanea, raccontando la minaccia dell'Unione Sovietica, della guerra atomica e di armi batteriologiche. Un franchise unico nel suo genere che ha cavalcato i segni del tempo senza perdere le sue peculiarità.

Lo scrittore che amava le storie di spionaggio

Ian Fleming è stato il "papà" di James Bond, famoso in Inghilterra per la sua produzione di romanzi gialli e spionistici. La sua carriera da scrittore è cominciata tardi, anche se Ian Fleming non ha mai nascosto le sue velleità artistiche. È stato un ufficiale della Royal Navy durante la seconda guerra mondiale, arruolo al Servizio Informazioni della Marina al soldo dell'ammiraglio Godfrey. Poi, finito il conflitto, è diventato un giornalista. Alla sua carriera ha affiancato, per l'appunto, quella di scrittore e nel 1953 ha debuttato con Casino Royale, primo libro in cui appare James Bond, ma non ha ricevuto molti apprezzamenti da pubblico e critica. Questo, però, non ha impedito all'autore di continuare a costruire storie di spionaggio in un mondo che guarda al futuro. Solo con il passare del tempo e con l'arrivo dei film al cinema, Ian Fleming è stato rivalutato come autore e come scrittore. Si dice che abbia idealizzato la figura di James Bond dopo il matrimonio e per sopperire alla vita matrimoniale. È morto a 56 anni a causa di un infarto e oggi i suoi resti sono in un obelisco vicino una piccola chiesa di Savenhampton. Sulla vita di Fleming, nel 2014, è stata prodotta una miniserie tv dal titolo Essere James Bond, in cui si scova l'uomo dietro il mito.

James Bond? In realtà è un ornitologo americano

Fleming è stato uno scrittore molto prolifico, tanto da riuscire a terminare quasi un romanzo all'anno per 13 anni. Lavorava solo per sei settimane dividendosi tra Londra e la sua casa in Giamaica, scrivendo per 4 e 2000 parole al giorno. Sebbene il personaggio sia una figura letteraria di pura fantasia, un James Bond esiste nella realtà ma non è una spia dell'MI6. Nella finzione narrativa è sempre stato avvolto nel mistero ma è lo stesso autore che, nel capitolo 21 di Si vive solo due volte, il penultimo romanzo, che ne descrive i tratti in un accorato necrologio. La genesi sul nome ha una vicenda molto particolare. La leggenda narra che pare sia stati preso in prestito da un famoso ornitologo americano che era molto stimato da Fleming. E si dice che l’autore lo avesse conosciuto durante uno dei suoi soggiorni in Giamaica, rubando poi il suo nome. Anche uno delle missioni di James Bond – tale Golden Eye – sarebbe nata proprio per celebrare la bellezza della sua residenza estiva.

Il significato di 007

Come viene raccontato nei romanzi di James Bond, la "sezione doppio zero" rappresenta l'élite dell'MI6 e identifica il possesso della cosiddetta licenza di uccidere. Nel prologo del film Casino Royale del 2006, la cui sceneggiatura è tratta dal primo romanzo di Fleming, si apprende che la "licenza" si acquisisce al compimento di due omicidi a sangue freddo, ma questa opzione non appare in nessuno dei romanzi originali di Ian Fleming.

Nel 1954 il primo "film" di James Bond

Tutti sono a conoscenza che il primo vero agente dal doppio zero è stato il mitico Sean Connery, ma prima che il film arrivasse con successo nelle sale, il tentativo di trasferire in pellicola la serie di libri di James Bond si ebbe già nel 1954 con la realizzazione dell'episodio Casino Royale all'interno della serie antologica Climax! che all’epoca era molto celebre in tv. Nei panni del personaggio, trasformato in questo caso nell'agente della CIA "Jimmy" Bond, c'era l'attore americano Barry Nelson. L'episodio venne regolarmente trasmesso il 21 ottobre di quell'anno ottenendo un riscontro di audience in linea con gli altri episodi della serie. In seguito Fleming propose di realizzare una serie di 32 episodi basati sul personaggio di Bond, ma il progetto non andò mai in porto.

Il concorso per trovare l’agente segreto al servizio di Sua Maestà

Allo stesso tempo, una volta che è stato trovato il giusto produttore per portare Bond al cinema, non è stato facile trovare l’attore che potesse rappresentare al meglio il fascino e la scaltrezza dell’agente segreto. Per Licenzia di uccidere – che arrivò nelle sale nel 1962 – è stato indetto un vero e proprio "concorso" per trovare il giusto attore. Il vincitore fu un modello ventottenne di nome Peter Anthony che, secondo il produttore, aveva delle qualità che lo rendevano simile a Gregory Peck. Nonostante ciò, si rivelò completamente fuori ruolo e per questo venne escluso. Alla fine i produttori chiamarono uno dei sei attori esclusi, uno scozzese di nome Sean Connery, che fu messo sotto contratto per cinque film e in seguito per un altro ancora. Secondo alcune fonti, Connery è stato scelto nonostante il curriculum poco valido perché aveva convinto per la sua fisicità che incarnava lo spirito del personaggio.

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Con Licenzia di Uccidere il personaggio entra nel mito

Dal 1962, data in cui il primo film arriva nelle sale, comincia a plasmarsi il mito stesso di James Bond che brilla ancora oggi nonostante sono passati più di 60 anni. A Connery, che per tutti è il James Bond per antonomasia, ha fatto seguito l’epoca "plastica" di Roger Moore, per arrivare poi a Timothy Dalton, fino a film con Pierce Brosnam, per chiudere il cerchio con Daniel Craig. Con il cambio degli attori e con lo scorrere del tempo, tutti i James Bond sono stati "figli delle loro epoche", raccontato storie di incubi della società moderna, parlando di spionaggio sovietico fino a sordide trame d’affari con mecenati e loschi proprietari di aziende all’avanguardia. Anche se la saga ha perso un po' il suo fascino austero, ora è diventato un franchise action molto elitario ma adatto a tutti.

Da vittime a compagne o alleate, ecco le Bond Girl

Tutto ciò che ha reso tale James Bond sono anche le sue mitiche "girl". È l'appellativo che viene dato al personaggio femminile principale dei romanzi o dei film. Per estensione, viene detta Bond girl anche l'attrice che interpreta tale personaggio. Assumono diversi ruoli all'interno della vicenda: spesso sono vittime salvate da Bond, compagne, alleate, ma possono anche essere membri delle organizzazioni nemiche. Alcune di esse hanno una funzione ornamentale altre, invece, rappresentano un ruolo chiave per il successo dell'operazione. Indimenticata tra le tante è Ursula Andress, che è stata Honey Ryder in Licenza di Uccidere.

E ora? Quale sarà il destino del franchise?

Ad oggi ancora non si hanno notizie del tanto conclamato film numero 26. Con il canto del cignio di Daniel Craig che dopo No Tine do Die ha deciso di chiudere con il franchise, non è stato ancora scelto il suo successore. Scansata l’idea del primo Bond donna e di colore, sono tanti i nomi che sono in lista. Ad oggi quello più accreditato pare quello di Aaron Taylor Johnson, che di recente abbiamo visto nell’action di Bullet Train.

Ma la partita è ancora tutta da giocare.

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