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Perché Harry Potter e il calice di fuoco è il film più importante della saga

Spesso sottovalutato dai fan della stessa saga, Harry Potter e il calice di fuoco è in realtà un film imprescindibile. Ecco perché

Perché Harry Potter e il calice di fuoco è il film più importante della saga

Questa sera su Italia 1 continua la messa in onda della maratona dedicata ai film di Harry Potter, la fortunata saga nata dalla penna di J.K. Rowling. Nello specifico, stasera in tv viene trasmesso Harry Potter e il calice di fuoco, con l'appuntamento fissato alle 21.14 sul già citato Italia 1. Sebbene alcuni fan della serie letteraria abbiano avuto molto a che ridire con questa pellicola, rea di aver modificato alcuni elementi presenti nel libro, di fatto Il calice di fuoco è forse il film più importante della saga.

Harry Potter e il calice di fuoco, la trama

Harry (Daniel Radcliffe) si sveglia di soprassalto da un incubo incentrato su Voldemort e il suo serpente. Il risveglio, però, non è così traumatico. Il ragazzo si trova infatti alla Tana, la casa della famiglia Weasley, insieme ai suoi due migliori amici, Ron (Rupert Grint) e Hermione (Emma Watson) e tutti e tre sono pronti a partire per assistere alla finale dei mondiali di Quidditch. L'esperienza, però, si rivela un incubo, quando la celebrazione viene rovinata dall'arrivo dei Mangiamorte, i fedeli servitori di Voldemort. Mentre il mondo magico cerca di nascondere la testa sotto terra per non vedere l'aumento di criminalità e aggressioni, Harry si accinge a iniziare il quarto anno a Hogwarts. Un anno che sarà dominato dal cosiddetto Torneo Tremaghi, una competizione tra Hogwarts e altre due scuole di magia e stregoneria, Durmstrang e Beauxbatons. Alla sfida possono partecipare solo i maghi che abbiano compiuto 17 anni e il campione scelto per Hogwarts è Cedric Diggory (il Robert Pattinson che poi troverà la fama con Twilight). Tuttavia il calice di fuoco, lo strumento magico che è incaricato di scegliere i nomi dei tre maghi che gareggeranno, sorprende tutti sorteggiando anche il nome di Harry Potter. Il giovane mago, dunque, dovrà affrontare sfide che vanno al di là delle sue conoscenze magiche, mentre qualcuno trama nell'ombra per fare qualcosa di terribile.

Perché il quarto film è tanto importante per la saga?

Non è difficile né sbagliato asserire che la saga di Harry Potter è un'opera di formazione, uno di quei bildungsroman che seguono l'evoluzione di un personaggio, la sua crescita attraverso le asperità della vita. Pur essendo destinato principalmente a un pubblico di giovanissimi che potesse rispecchiarsi nella crescita anagrafica del personaggio, Harry Potter ha avuto tanto successo anche perché ha saputo tratteggiare temi universali e sempre condivisibili con cui anche un pubblico più maturo potesse riconoscersi. Non solo la dicotomica lotta tra il Bene e il Male, ma anche l'importanza delle persone che scegliamo per essere quella found family che rappresenta forse il centro emotivo di tutta la saga. Harry, un orfano senza famiglia e bistrattato dai parenti che lo accudiscono, si costruisce una sua famiglia attraverso gli amici e gli altri personaggi che incontra durante il cammino. Quando si cerca di far luce sui momenti cardine dell'intera saga, quindi, non si può fare a meno di citare soprattutto l'incontro tra Harry, Ron e Hermione. Ma, a livello di trama e struttura narrativa, spesso si tende a sottolineare come i momenti di svolta nella "carriera" di Harry siano rappresentati dai traumi personali. La perdita dei genitori, naturalmente, ma anche la perdita di Sirius Black e di Albus Silente, come se il ragazzo fosse destinato a non avere mai davvero una figura paterna stabile. Come se fosse costretto a fronteggiare a ogni pie' sospinto il trauma della perdita.

Tuttavia non viene mai sottolineato abbastanza quanto Harry Potter e il calice di fuoco sia in realtà il film più importante della saga. Sebbene in questo capitolo Harry non perda nessuna delle persone che gli sono vicine, Il calice di fuoco è il vero punto di svolta dell'intera saga. Funziona, cioè, da punto di cesura tra un prima e un dopo, che è ben rappresentato anche a livello cinematografico. I primi tre capitoli della saga, infatti,hanno ancora un'anima profondamente infantile. Soprattutto quando parliamo de La pietra filosofale e La camera dei segreti il tono di voce scelto dalle pellicole è fiabesco, giovanile. Anche il fatto che ognuno di questi film inizi e si concluda con un arco perfetto, rappresenta un po' l'anima ancora ingenua delle due opere. Con Il prigioniero di Azkaban si fa un piccolo passo avanti verso un tono più serio: ma è un passo avanti soprattutto stilistico, legato al fatto che dietro la macchina da presa ci sia un regista come Alfonso Cuaròn, che non ha potuto fare a meno di lasciare la propria firma alla pellicola da lui diretta. Ma la trama e le avventure del trio protagonista sono ancora nella sfera della favola.

Il calice di fuoco, al contrario, inizia subito con un omicidio. Per gli spettatori è la prima volta che, nella saga, viene mostrato l'assassinio di un innocente. Bastano queste poche inquadrature iniziali per dettare già l'atmosfera del film. Un'atmosfera che continua ad essere cupa, a tratti ardua da sopportare, come se una pesante coltre di nubi avesse oscurato la magia e la spensieratezza. Dall'incursione dei Mangiamorte - un chiaro richiamo al Ku Klux Klan - fino alle sfide quasi mortali del Torneo Tremaghi, l'intero capitolo è vestito di un'aurea di predeterminazione e presagi, come se fosse facile intuire che all'orizzonte c'è qualcosa di terribile che aspetta i protagonisti. Aiutato anche da una fotografia cupa, che predilige i grigi e i verdi scuri, dando quasi un aspetto fangoso alla messa in scena, Harry Potter e il calice di fuoco si può considerare il film più importante della saga perché è attraverso di esso che l'oscurità irrompe del tutto nel mondo di Harry. L'infanzia e la leggerezza della scoperta di essere un mago finiscono qui, come se il Ballo del Ceppo che viene mostrato sia l'ultimo barlume di positività.

Da questo punto in poi Harry sarà costretto ad avere a che fare con la morte, con il lutto, con il timore costante di essere ucciso o, peggio ancora, di veder morire qualcuno per colpa sua. È quello che avviene proprio alla fine del film, quando Harry Potter si sente colpevole della morte di Cedric, trasportato in un luogo oscuro che avrebbe dovuto aprire le sue porte solo per il "ragazzo che è sopravvissuto." Harry adesso non è più il personaggio felice di aver trovato degli amici e di aver scoperto di essere un mago. Se, nella tradizione fiabesca, è un fatto noto che la magia arrivi sempre con un prezzo da pagare, ne Il calice di fuoco Harry comprende che la sua felicità di essere un mago è stata spodestata dalla responsabilità di possedere determinati poteri. Cambia totalmente il punto di vista e la percezione: entrambi si fanno più oscuri e maturi e la saga, che fino a quel momento aveva funzionato quasi come una saga antologica, si dedica invece alla cosiddetta trama orizzontale, per cui ogni film finisce con un uncino che si collega a quello successivo.

E, in questo caso, l'uncino è rappresentato proprio dal ritorno in carne ed ossa di Voldemort, il signore oscuro interpretato da Ralph Fiennes, che rappresenta di fatto la fine dei giochi e l'inizio della guerra.

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