Cinema

The hateful eight, quando la polizia boicottò il film di Quentin Tarantino

The hateful eight è stato il film che ha costretto il regista Quentin Tarantino ad affrontare un boicottaggio da parte della polizia

The hateful eight, quando la polizia boicottò il film di Quentin Tarantino

The hateful eight è l'ottavo film realizzato da Quentin Tarantino - che considera i due "volumi" di Kill Bill come un unico lungometraggio - che va in onda questa sera alle 21.20 su Rai 3. La pellicola segna anche la sesta collaborazione tra il regista alle prese con il suo decimo e ultimo film (che dovrebbe intitolarsi The Movie Critic) e l'attore Samuel L. Jackson.

The hateful eight, la trama

John Ruth (Kurt Russell) è un cacciatore di taglie che è finalmente riuscito a mettere le mani sulla criminale Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh), sulla cui testa c'era una taglia di ben diecimila dollari. In viaggio su una diligenza che ha come destinazione la città di Red Rocks i due si imbattono nel maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson) che, appuntata la sua divisa da soldato della Guerra di Secessione americana ha deciso di intraprendere a sua volta la carriera di cacciatore di taglie. Anche se Ruth teme che il maggiore possa essere un pericolo per la riuscita della sua missione, accetta di dargli un passaggio: probabilmente perché teme che la banda di Daisy sia in agguato e un aiuto potrebbe sempre far comodo. I viaggiatori, a cui si è aggiunto anche Chris Mannix (Walton Goggins), vengono però sorpresi da una terribile tempesta di neve che li costringe a fermarsi in una locanda dove vengono accolti da quattro uomini: Bob (Damian Bichir), Oswaldo Mobray (Tim Roth), Joe Cage (Michael Madsen) e Sanford Smithers (Bruce Dern). Ben presto la locanda si trasformerà in un girone infernale dove tutti sono a rischio di perdere la vita.

La diatriba tra Quentin Tarantino e la polizia

The hateful eight non è certo una delle pellicola più amate tra quelle realizzate da Quentin Tarantino: molti fan del regista trovano il film troppo lungo, a tratti lento, come se Tarantino - da sempre noto per le sue azioni febbrili - avesse sentito il bisogno di allungare il proverbiale brodo. C'è da dire, però, che The hateful eight è anche la pellicola tarantiniana che ha avuto più problemi durante la sua esistenza. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base questi problemi sono iniziati ancor prima che il film potesse vedere la luce. Nel 2014 e quindi un anno prima rispetto all'uscita della pellicola nelle sale statunitensi in rete venne diffusa la sceneggiatura della pellicola. Si trattava, per usare un termine ormai molto utilizzato, di un leak, una sorta di fuga di notizie che aveva portato lo script originale ad essere diffuso in rete senza il permesso del suo proprietario. Per Quentin Tarantino si trattò di un affronto talmente grave che il regista decise di non girare più la pellicola, di cancellare il progetto o, al massimo, di trasformarlo in un romanzo, di modo da non mandare sprecato tutto il lavoro che aveva fatto in quel momento. Per Tarantino si trattò dunque di un furto vero e proprio che andava punito con la punizione peggiore che potesse offrire: rifiutarsi di tornare al lavoro. Se oggi abbiamo la possibilità di vedere The hateful eight è solo grazie all'insistenza di Samuel L. Jackson. Infatti, nonostante quello che era accaduto, il cast scelto per far parte del progetto si incontrò comunque a Los Angeles per provare una lettura della sceneggiatura. Il loro entusiasmo per la scrittura di Tarantino - da sempre uno dei suoi più grandi talenti - convinse Samuel L. Jackson a insistere con il regista affinché lasciasse andare il suo rancore e tornasse dietro la macchina da presa, al posto che gli competeva. Solo dopo molte preghiere da parte del suo attore feticcio il regista si decise a riprendere in mano il progetto.

E se The hateful eight ha dovuto affrontare uno dei grandi problemi prima che iniziassero effettivamente le riprese, è quasi simmetrico il fatto che l'altra grande querelle legata al film sia esplosa quando la pellicola era pronta a fare il suo debutto sul grande schermo. Il 24 ottobre 2015, in occasione di una manifestazione di Black Lives Matter, Tarantino aveva fatto un commento sottolineando la brutalità della polizia. Come riporta Vox, il regista, in occasione della manifestazione a New York, aveva detto: "Sono un essere umano con una coscienza e quando vedo un omicidio non posso stare fermo a guardare. Bisogna definire assassinati gli assassinati e chiamare assassini gli assassini".

Pochi giorni dopo, il 5 novembre, il direttore del Fraternal Order of Police, Jim Prisco, rimproverò a Tarantino il suo discorso, sottolineando che mentre il regista glorificava la violenza nei suoi film, gli agenti erano impegnati nelle strade a impedire che la violenza venisse perpetrata. Questo scambio di opinioni, come riporta Variety, esplose in un vero e proprio boicottaggio da parte della polizia nei confronti di Tarantino. La National Association of Police Organizations, attraverso una dichiarazione fatta sul loro sito e ribattuta dalle maggiori testate giornalistiche, annunciò che: "chiediamo ai nostri ufficiali di smettere di lavorare a compiti speciali o a lavori off-duty come fornire sicurezza, controllo del traffico o consigli tecnici per qualunque progetto di Tarantino. Abbiamo bisogno di mandare un messaggio forte e chiaro che una tale retorica piena di odio contro la polizia non è più accettabile. [...] Come figura d'alto profilo, il linguaggio di Tarantino è come minimo irresponsabile, soprattutto in un momento come questo, in cui la nazione sta vedendo aumentare le chiamate riguardo l'uccisione degli ufficiali. La retorica anti-polizia come quella di Tarantino è una minaccia alla sicurezza sia della polizia che dei cittadini. La polizia che lui chiama assassini è composta dagli stessi ufficiali che erano presenti lungo il percorso della protesta per assicurare la sicurezza dei protestanti, che assicura la stessa sicurezza quando lui sta girando un film e che mettono la loro vita in prima linea per proteggere la nostra comunità, giorno dopo giorno.

" Secondo il The Guardian, Quentin Tarantino rimase molto sorpreso da questa risposta e spiegò che "essere contro la brutalità della polizia non vuol dire essere contro la polizia stessa."

Commenti