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I segreti di Wind River e quei (veri) omicidi rimasti irrisolti

I segreti di Wind River è un thriller che vuole raccontare la frattura tra gli Stati Uniti e i nativi americani e lo fa raccontando qualcosa di terribilmente vicino alla realtà

I segreti di Wind River e quei (veri) omicidi rimasti irrisolti

I segreti di Wind River è il film che va in onda questa sera alle 21.20 su Rai 4. Tra i protagonisti del film c'è Elizabeth Olsen, attrice che si è fatta conoscere al grande pubblico grazie alla sua interpretazione di Wanda/Scarlet Witch nel Marvel Cinematic Universe e, soprattutto, in WandaVision.

I segreti di Wind River, la trama

Vincitore del premio alla miglior regia al Festival di Cannes del 2017, dove è stato presentato in anteprima nella sezione Un certain régard, I segreti di Wind River segue la vita di un cacciatore solitario (Jeremy Renner, anche lui famoso nell'universo Marvel), che durante una sua "gita" mattutina si imbatte nel corpo senza vita di una ragazza. La vittima risulta essere la figlia di un suo amico e questo, insieme a una ferita ancora aperta che appartiene al suo passato, convince l'uomo a indagare per scoprire la verità. Alla caccia all'uomo si unisce anche l'agente dell'FBI Jane Banner (Olsen), che si muoverà sperduta tra i ghiacci e i segreti che essi nascondono.

La vera storia dietro il film

Come si legge su Coming Soon, per il regista Taylor Sheridan I segreti di Wind River rappresentava l'ultimo capitolo di una platonica trilogia formata da Sicario e Hell or High Water, pellicole che lo avevano visto coinvolto nei panni di sceneggiatore. Questa trilogia aveva lo scopo di indagare la nuova frontiera americana: quella tra Usa e Messico in Sicario, quella tra ricchi e poveri nel Texas di Hell or High Water. I segreti di Wind River, invece, analizza il concetto di frontiera americana affrontando il tema delle riserve dei nativi americani. E per farlo, come scrive il sito dell'Internet Movie Data Base, è stata utilizzata involontariamente una parte di verità. Come racconta IMDB, infatti, durante le prime riprese del film il regista Taylor Sheridan ricevette sul set la visita di alcuni leader della tribù Shoshone, che gli rivelarono che nella riserva, che contava appena seimila persona, c'erano stati dodici omicidi ai danni di giovane ragazze, rimasti irrisolti. Un problema, questo, legat anche al modo in cui gli Stati Uniti governano i crimini commessi nelle riserve.

A causa di una storica sentenza del governo risalente al 1978 e nota come Oliphant v. Suquamish, la Corte Suprema privò le tribù del diritto di arrestare e perseguire legalmente i non nativi che commettevano crimini sui terreni delle riserve. Secondo questa legge, se né la vittima né i carnefici sono nativi americani, un ufficiale della contea doveva occuparsi dell'arresto. Al contrario, se l'autore del crimine è un non nativo, mentre la vittima sì, allora solo un agente federale si può occupare dell'arresto. Questo tipo di legge ha creato una sorta di vuoto burocratico che allunga moltissimo i tempi della legge, al punto da permettere a criminali e sospettati di farla franca. Proprio come venne raccontato al regista di I segreti di Wind River. E questa è una situazione che in realtà riguarda gran parte del popolo femminile delle tribù di nativi. Secondo quanto scrive il Nevada Indipendent l'omicidio è la terza causa di morte per le donne native di età compresa tra uno e diaciannove anni, e la sesta tra quelle che si aggirano tra i venti e i quarantaquattro anni.

Nel 2016, ad esempio, sono stati denunciati 5712 casi di donne scomparse, di cui 669 casi rimasti senza risposta.

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