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Così il film "Non è un paese per vecchi" è diventato un "esempio" per gli psichiatri

Il film dei fratelli Coen interpretato da Javier Bardem. Il suo personaggio è uno psicopatico studiato anche a livello medico

Così il film "Non è un paese per vecchi" è diventato un "esempio" per gli psicologi

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Non è un paese per vecchi è il film diretto da Joel ed Ethan Coen che va in onda questa sera alle 21.15 su Cielo. Il lungometraggio è tratto dall'omonimo romanzo firmato dal compianto Cormac McCarthy.

Non è un paese per vecchi, la trama

Llewelyn Moss (Josh Brolin) è un reduce della guerra del Vietnam che si guadagna da vivere facendo il saldatore in Texas. Un giorno, si trova suo malgrado in mezzo a quello che appare un evidente regolamento di conti: davanti ai suoi occhi trova diversi cadaveri e un uomo in punto di morte che chiede un sorso d'acqua. Soprattutto, però, Llewelyn riesce a mettere le mani su una valigetta che contiene due milioni di dollari, una cifra che di sicuro potrebbe fare la differenza nella sua vita. Divorato però dai sensi di colpa all'idea di aver lasciato un uomo a morire, il protagonista torna sul "luogo del delitto", ma viene seguito da due persone. Comprendendo di essere finito nel mirino di qualche spacciatore, Llewelyn dice a sua moglie (Kelly McDonald) di andare da sua madre, per essere fuori pericolo. Intanto lo sceriffio Ed Tom Bell (Tommy Lee Jones) comincia a indagare sul traffico di droga, sperando di aiutare Moss ad aver salva la vita. Peccato che sulle orme dell'uomo si mette Anton Chigurh (Javier Bardem), un killer psicopatico che non ha scrupoli e che non si fermerà finché non avrà recuperato il denaro.

Uno psicopatico vero e proprio

Non c'è alcun dubbio che uno degli elementi che rende il lungometraggio Non è un paese per vecchi è il ruolo interpretato da Javier Bardem. Anton Chigurh non è solo il personaggio che ha permesso all'attore spagnolo di confermare il proprio talento e il proprio valore in quel di Hollywood, ma è anche uno di quei personaggi che sono destinati a entrare nell'immaginario collettivo, diventando un volto e insieme una maschera difficile da cancellare dalla cultura cinematografica. Anton, infatti, rappresenta l'archetipo del male impossibile da sconfiggere e da cancellare, una figura retorica che spesso si trova nella produzione di McCarthy e che ben si sposa anche con l'universo violento portato al cinema dalla filmografia dei fratelli Coen. Incapace di provare empatia, senza scrupoli, silenzioso e pronto a esplodere con raptus di violenza improvvisi, Anton è un personaggio su cui viene costruito il senso di paura e paranoia che ha caratterizzato gli Stati Uniti dopo l'attentato alle Torri Gemelle.

Tutto questo, insieme alla meravigliosa interpretazione di Javier Bardem ha reso Anton Chigurh uno degli antagonisti più noti e apprezzati nella settima arte degli anni Duemila. Ma il "successo" di questo personaggio è andato anche oltre. Come si legge sul sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, nel 2018 un gruppo di psichiatri pubblicò i risultati di uno studio incentrato su ben quattrocento villain della storia del cinema e ne identificò 126 che avevano tutte le caratteristiche tipiche di un soggetto psicopatico. Nello studio riportato da Journal of Forensic Science, Samuel Leistedt iniziò uno studio con il collega Paul Linkowski, arrivando alla conclusione che il personaggio interpretato da Javier Bardem era uno degli esempi più chiari e meglio realizzati al cinema di uno psicopatico che "non sa nemmeno cosa sia un'emozione" e che "sono proprio così: freddi, intelligenti, incapaci di provare senso di colpa, ansia o depressione." Si tratta dunque di un soggetto che può fare il proprio lavoro - un lavoro violento e brutale - e comunque non perdere il sonno e non affrontare nessun sentimento legato alle conseguenze delle sue azioni. In questo senso Anton rappresenta un modello perfetto di comportamento psicopatico che gli psichiatri stessi possono studiare per trovare i comun denominatori a determinati atteggiamenti. Nel suo romanzo Cormac McCarthy ha messo i suoi lettori davanti a un personaggio spaventoso, che fa paura proprio perché non ha più quell'umanità necessaria alla civiltà e agisce senza misericordia, muovendosi come un fantasma attraverso le strade di un paese sempre più paranoico e pieno di ferite.

Per sottolineare l'aspetto quasi infernale del personaggio, inoltre, i fratelli Coen scelsero di cambiare il colore degli occhi di Anton: non il blu profondo del libro, ma un marrone scurissimo, che sembra essere il riverbero di un mondo distrutto, oscuro e pauroso.

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