Il film del weekend

"Nuovo Olimpo", il miglior Ozpetek è quello autobiografico

Un amore non vissuto che inizia negli anni ’70 e arriva ai giorni nostri. Qualche snodo della storia è poco credibile ma non inficia la bellezza di un film che omaggia cinema e sentimenti veri

"Nuovo Olimpo", il miglior Ozpetek è quello autobiografico

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Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, Nuovo Olimpo è l’ultimo film del regista turco, ormai italianizzato, Ferzan Özpetek.

Sebbene sia uscita direttamente sulla piattaforma Netflix, l’opera è molte cose tra cui un omaggio alla sala cinematografica, intesa come luogo fisico. Lì nasce infatti la storia d’amore senza tempo al centro della narrazione. Ozpetek, uno degli ultimi registi a esprimere appieno la propria natura romantica, firma un melò dichiaratamente autobiografico in cui la centralità dei sentimenti è totale.

Il cineasta abbandona stavolta l’impianto corale per concentrarsi su due protagonisti: Enea (Damiano Gavino) e Pietro (Andrea Di Luigi), aspirante regista il primo e studente di medicina il secondo. I due si incontrano a Roma nel 1978. Dapprima un fuggevole sguardo in strada, poi il caso li vede trovarsi nello stesso cinema, il “Nuovo Olimpo” di Roma, gestito da Titti (Luisa Ranieri). I giovani si piacciono, la passione divampa ma non si tratta solo di attrazione; il cuore batte e la felicità è di quelle insperate; insomma, ci sono le premesse per una relazione importante. Innamorati e subito divisi dal destino. Per decenni non riescono a ritrovarsi. Enea diventa un importante regista e Pietro dà avvio alla sua carriera di chirurgo. Avranno anche una vita privata contraddistinta da relazioni stabili, Enea con Antonio (Alvise Rigo) e Pietro con la moglie (Greta Scarano), ma una cosa sono i compagni di viaggio, un’altra l’amore viscerale. I due sentono una mancanza, un conto in sospeso con la storia che non hanno vissuto appieno, del resto “gli amori impossibili sono quelli che durano di più”.

Nuovo Olimpo è sessualmente esplicito ma senza alcuna volgarità, forse perché racconta di un’attrazione che è istintiva ma anche totalizzante, che non si limita ai soli corpi. Incidentale poi che si tratti di due uomini.

"È l’intensità di un incontro e il riconoscersi che fa una storia d’amore". Che succede quindi se un incontro che ha l’allure di potersi dire "quello della vita" viene reciso in boccio? Si cristallizza, perché non gli si è permesso di appassire come avviene nella vita reale con il tempo. Il film lo spiega molto bene, regalando statura a un sentimento idealizzato perché dal potenziale rimasto incompiuto; come se ci si fosse trovata davanti una strada che folgora come solo quella giusta sa fare, ma che giocoforza resterà non imboccata.

Ci sono alcune forzature nella narrazione, scherzi del fato davvero un po’ troppo incredibili, ma che allo stesso tempo non turberanno la visione a chi sa come la realtà superi talvolta la fantasia. Del resto se ci sono conoscenze che sono piccoli miracoli, non è detto che non siano destinate ad essere nuovamente benedette a distanza di anni.

Nuovo Olimpo è anche una dichiarazione d’amore al cinema di un tempo, di cui qui fanno le veci Anna Magnani, la Masina, Fellini. Nell’immaginario cinema d’essai della Roma degli anni ’70 che dà il titolo al film vengono infatti proiettati capolavori come Mamma Roma di Pasolini, Il giardino dei Finzi Contini di De Sica e Nella città l'inferno di Castellani.

Fiore all’occhiello, la scrittura di splendidi personaggi femminili: menzione d’onore all’interpretazione di Luisa Ranieri nei panni della cassiera del cinema che prende a cuore le storie personali e romantiche di chi lo frequenta; c’è poi l’amica, complice e amante occasionale di Enea, Alice (Aurora Giovinazzo); infine la malinconica moglie di Pietro, rassegnata al sentore di non esserne stata l’incontro fondamentale.

Altre grandi donne sono fisicamente in contumacia ma presenti con la voce, come Mina e Ornella Vanoni, i cui brani intervallano il contrappunto musicale di un ispirato Andrea Guerra.

In definitiva un film che resterà impresso nella mente e nel cuore di chi già apprezza il cinema di Ozpetek, perché di quello, delle sue caratteristiche e tematiche, è la quintessenza più cristallina.

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