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La rivolta delle ex, ecco come Harvey Weinstein ricattò il regista

La rivolta delle ex è una rilettura in chiave romantica del Canto di Natale di Charles Dickens: un progetto che, fosse stato per Harvey Weinstein, non avrebbe mai visto la luce

La rivolta delle ex, ecco come Harvey Weinstein ricattò il regista

La rivolta delle ex è il film diretto da Mark Waters che va in onda questa sera alle 21.10 su Italia 1. Si tratta di una commedia romantica che ha come base per la propria struttura Canto di Natale di Charles Dickens, dal momento che il protagonista deve affrontare il "fantasma" delle sue ex, tra passato, presente e futuro.

La rivolta delle ex, la trama

Uscito in sala nel luglio del 2009, La rivolta delle ex è incentrato su Connor Mead (Matthew McConaughey), un fotografo di celebrità che vive la vita passando da una donna all'altra, senza impegnarsi in una relazione a lungo termine e ignorando del tutto i sentimenti delle donne che ferisce. Un lutto improvviso porta Connor a ripercorrere il suo passato: nella vecchia tenuta dello zio incontra Jenny (Jennifer Garner), suo primo e grande amore, nonché prima donna ad avere il cuore spezzato per colpa della sua indole alla fuga. Durante la notte Connor riceve la visita del fantasma dello zio defunto (interpretato da Michael Douglas) che, al pari di Connor, ha passato una vita fatta di donne sedotte e abbandonate senza alcuna cura per il loro stato d'animo. Ed è attraverso la visita di tre fidanzate (passato, presente e futuro) che Connor capirà qual è la vera felicità e che il suo stile di vita, forse, non è il più adatto per raggiungerla.

Le richieste di Harvey Wenstein

Oggi il nome di Harvey Weinstein è senza dubbio legato a doppia mandata al lungo processo che lo ha condannato a 23 anni di prigione dopo le tante accuse di molestie e violenze sessuali di cui si è reso responsabile quando era al massimo del suo potere e della sua ricchezza. In una ricostruzione dettagliata fatta dalla BBC si può leggere come, dal 2017 fino allo scorso febbraio, si sia aperto il temibile vaso di Pandora dentro il quale si nascondeva tutta la violenza che il produttore di Hollywood ha perpetrato nel corso della sua carriera. Decine di donne si sono fatte avanti, nel corso degli ultimi sei anni, denunciando vere e proprie violenze sessuali, ma anche molestie che si tramutavano in veri e propri ricatti, in cui molte donne sono state costrette a scegliere tra la carriera e la dignità. Ora la compagnia di Weinstein è in bancarotta, tutti i meriti riconosciuti al produttore sono dimenticati e l'uomo è stato allontanato da qualsiasi organizzazione legata al mondo della settima arte.

Tuttavia, prima che l'incubo Weinstein arrivasse in superficie, sconvolgendo l'opinione pubblica, il produttore era un nome molto importante nel panorama di Hollywood e, soprattutto, aveva un potere che gli permetteva di fare il buono e il cattivo tempo a suo piacimento. Un atteggiamento che ha intaccato anche la produzione de La rivolta delle ex. Nella ricostruzione fatta dal sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, si legge che all'inzio il film avrebbe dovuto raggiungere la sala cinematografica sotto lo stemma di casa Disney. Il progetto iniziale prevedeva che dietro la macchina da presa ci fosse il regista Kevin Smith, che aveva già diretto film come Clerks, Dogma e Jersey Girl. Harvey Weinstein, che aveva prodotto tutti i film che il regista aveva diretto per la casa di produzione Miramax, usò il suo potere per "ricattare" il metteur en scene e spingerlo ad agire secondo il proprio tornaconto. In effetti, se le cose fossero andate come il protagonista voleva, La rivolta delle ex avrebbe potuto essere un film molto diverso da quello che il pubblico conosce oggi.

Dal momento che Weinstein non gradiva che il "suo" regista passasse alla Disney, decise di offrire di punto in bianco a Smith la regia del prequel di Fletch - Un colpo da prima pagina, pellicola risalente al 1985 e incentrata su un giornalista (Chavy Chase) a cui viene offerta una grande somma di denaro per uccidere un milionario presumibilmente malato di cancro. La manipolazione perpetrata da Weinstein non comportava solo allontanare Kevin Smith dalla Disney, ma risiedeva soprattutto nel fatto che l'offerta proposta a Smith avrebbe avuto luogo solo se il regista avrebbe convinto Ben Affleck - che era stato la prima scelta della Disney per La rivolta delle ex - a seguirlo. Con una sola richiesta, dunque, il produttore puntava a far naufragare del tutto il progetto che stava vedendo la luce in una compagnia rivale. In un primo momento sembrò anche che il ricatto del produttore fosse andato a buon fine. Ma poco dopo l'inizio della produzione del progetto che si sarebbe dovuto intitolare Fletch Won, Ben Affleck si tirò indietro, rimanendo sotto contratto con la Disney e Weinstein fece naufragare il progetto con cui aveva pensato di legare a sé i due protagonisti.

Successivamente La rivolta delle ex venne accantonato dalla Disney e rischiò di rimanere uno di quei film che compaiono nella black list di Hollywood e che difficilmente vedranno poi la luce. Il motivo di questo dietro front della casa di produzione di Walt Disney è da ricercarsi nel fallimento degli incassi della pellicola Amore estremo - Tough Love. La pellicola, diretta da Martin Brest, vedeva come protagonisti Ben Affleck e Jennifer Lopez. Tuttavia nemmeno la presenza di due grandi nomi del panorama hollywoodiano bastarono a salvare il film da uno dei fallimenti più noti della storia. Tutti i cinema tolsero Amore estremo dalle sale dopo una sola settimana di programmazione e dopo le tantissime recensioni negative Martin Brest decise di ritirarsi dalla carriera di regista. Il film ottenne degli incassi quasi imbarazzanti a livello globale, non riuscendo nemmeno a ricoprire i costi dei salari dei due protagonisti. Questo insuccesso portò la Disney a far cadere nel dimenticatoio il progetto legato alla rilettura romantica di Canto di Natale.

Solo successivamente il progetto venne "resuscitato" da New Line Cinema, che realizzò il film per come poi arrivò in sala.

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