Il film del weekend

"La Sirenetta", romantico anelito alla libertà nel remake Disney

Un live-action che non si prende troppe licenze rispetto al film d’animazione originale e che ha nel fascino della sua protagonista e negli esterni girati in Sardegna i propri punti di forza

“La Sirenetta”, romantico anelito alla libertà nel remake Disney

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“La Sirenetta”, romantico anelito alla libertà nel remake Disney

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Con “La Sirenetta” prosegue il filone Disney di live-action ispirati a grandi successi del passato della casa di Topolino.

Il regista, Rob Marshall (Chicago, Memorie di una geisha), ha il merito di non aver lasciato naufragare un film di cui era davvero difficile reggere il timone per molteplici motivi. Prima di tutto c'era da gestire il disappunto internazionale legato alla scelta di una ragazza afroamericana come attrice protagonista, discostandosi molto quindi da qualsiasi versione precedente della favola. Subito dopo, il progetto è stato ostacolato dal sopraggiungere della pandemia. Infine, a livello tecnico, la sfida di rendere fluido il passaggio tra scene sottacqua e fuori dall'acqua era intrinsecamente notevole (e siamo lontani dall'incanto di Avatar).

Ariel (Halle Bailey) la più giovane delle figlie di Re Tritone (Javier Bardem), è affascinata dal mondo degli esseri umani e si spinge spesso in zone impervie del mondo sottomarino proprio per cercare indizi sulla vita in superficie. Perlustra infatti relitti alla ricerca di oggetti di cui le sfugge l’uso, ma che la fanno sognare abitudini terrestri. Un giorno disubbidisce al padre e si spinge fino a salvare un ragazzo caduto in mare durante un naufragio. Si scopre che è il principe Eric (Jonah Hauer-King), nel cui regno la sirenetta riuscirà a recarsi con l’aiuto della strega del mare.

Piccole modifiche alla storia originale cercano di rinfrescare quel che altrimenti apparirebbe come una pedissequa trasposizione di inquadrature dal linguaggio dell’animazione a quello del live-action.

Più kitsch che poetico e più lungo che ammaliante, il nuovo “La Sirenetta” perde colpi in particolare laddove si piega eccessivamente al politicamente corretto (vedi la realtà multirazziale delle sorelle di Ariel), e quando sfodera una computer grafica straniante per confezionare gli animaletti della storia. Il granchio Sebastian, il pesce Flouder e il gabbiano Scuttle, infatti, hanno fattezze che davvero mal si armonizzano a quelle degli umani che interagiscono con loro. Molto più riuscita la componente degli effetti speciali applicata sul personaggio di Ursula, il cui carisma è fulgido grazie alla sua interprete, Melissa McCarthy.

Se gli 83 minuti di durata de “La Sirenetta” versione cartoon diventano oggi, nel film con tecnica mista, ben 135, è anche grazie a piccole, blande aggiunte che vorrebbero rendere più moderna la vicenda. Da un lato l’attrazione tra Eric e Ariel non è più meramente estetica, bensì risiede in affinità elettive che scoprono di avere, come il piglio ribelle e il desiderio di scoprire culture e popoli sconosciuti. Entrambi poi appartengono a un mondo impaurito e ostile verso ciò che è diverso e hanno anche lo stesso tormentato rapporto con una figura genitoriale ingombrante: nel caso di Ariel è Tritone, qui spaventato dall’aver perduto la moglie in tragiche circostanze, mentre in quello di Eric è una sovrana di colore che lo ha adottato a seguito di un naufragio.

Ascoltare (e canticchiare) i celebri brani imparati a suo tempo nel film d’animazione ha un fascino che subisce una grossa battuta d'arresto nello spaventoso distacco tra il testo italiano e il labiale inglese.

A ben vedere, a mantenere una parvenza magica sono poche cose ancorché fondamentali.

Da un lato l’espressività dolce e intensa dell’attrice protagonista, dall’altro l’orgoglio di vedere sul grande schermo location (in particolare la spiaggia di Rena Majore) che appartengono alla nostra Sardegna e la cui bellezza trova, una volta di più, la meritata consacrazione mondiale.

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