Cinema

Smetto quando voglio, il segreto dietro al successo del film con Edoardo Leo

Smetto quando voglio è una pellicola che dimostra quanto il cinema italiano sia lontano dagli stereotipi che i detrattori gli vogliono affibbiare

Smetto quando voglio, il segreto dietro al successo del film con Edoardo Leo

Smetto quando voglio è il film del 2014 diretto da Sydney Sibilia che va in onda questa sera alle 21.10 su Rai Movie. Per realizzare la pellicola e renderla il più verosimile possibile, come si legge su Coming Soon, il regista si è avvalso della collaborazione di chimici e classicisti che potessero aiutare la sceneggiatura a non essere una continua e iperbolica sospensione dell'incredulità.

Smetto quando voglio, la trama

Pietro Zinni (Edoardo Leo) è un ricercatore universitario che ogni mese deve affrontare la mancanza di fondi necessari dalla commissione per sostenere il suo studio e le sue scoperte scientifiche. L'uomo è dunque costretto a vivere in una condizione precaria, dove persino le ripetizioni sono necessarie per racimolare qualche soldo in più. Quando la situazione si fa davvero disperata, Pietro decide di mettere in atto un'idea folle: raccoglie un nutrito gruppo di ricercatori che, proprio come lui, non hanno trovato alcuna stabilità economica e hanno visto rendersi vani tutti i titoli accademici collezionati. Così con l'aiuto di due latinisti (Lorenzo Lavia e Valerio Aprea), un chimico (Stefano Fresi) un antropologo (Pietro Sermonti), un economista appassionato di poker (Libero De Rienzo) e un archeologo (Paolo Calabresi), Pietro decide di creare e vendere una sostanza stupefacente che non rientra nelle linee guida del Ministero della Salute. Ben presto il piano, però, comincia a mostrare i suoi limiti.

Perché il film ha avuto tanto successo?

Esiste un pregiudizio di cui è vittima da decenni il cinema italiano: quello secondo cui il cinema nostrano non è in grado di fare film leggeri o di genere, che preservino però una certa qualità. Il primo punto a favore di Smetto quando voglio, dunque, è proprio quello di aver dimostrato il contrario. Con questo film Sydney Sibilia dirige una commedia originale e divertente, che non somiglia a niente e che riesce anche a inserirsi con la precisione di un chirurgo in un contesto - quello accademico - dove la precarietà è davvero all'ordine del giorno. Il regista in questo senso è riuscito a miscelare bene l'intento della commedia con uno sguardo affilato all'attualità. Lo dimostra anche il fatto che l'idea per il soggetto del film sia arrivato proprio da un pezzo giornalistico dal titolo Quei netturbini con la laurea da 110 e lode pubblicato su Leggo. Quel pezzo, che parlava di due laureati di Roma, con titoli sulle spalle e un lavoro come spazzino, è stato il motore che ha acceso la fantasia del regista, portandolo a realizzare il film che si è tramutato nel primo capitolo di una trilogia.

Un altro elemento che ha contribuito al successo del film, al di là della bravura evidente di tutto il cast, è anche la consapevolezza di quello che sarebbe stato il pubblico di riferimento. Sebbene Smetto quando voglio sia un genere di film che può piacere più o meno a tutti, è indubbio che il suo pubblico di riferimento è soprattutto una fascia di spettatori che si aggira intorno ai trent'anni e che, quindi, può facilmente riconoscersi nelle disgrazie burocratiche e lavorative del protagonista. Per questo Sydney Sibilia ha scelto di creare un universo diegetico molto pop, colorato, dove il ritmo non cede mai il passo, proprio per tenere vivo l'interesse del pubblico di riferimento. A questo si aggiunge anche una grande padronanza tecnica, che permette un maggior coinvolgimento per lo spettatore, che può immergersi totalmente nella storia, senza farsi distrarre dalla presenza di un regista che invece rimane perfettamente invisibile. Ma, soprattutto, a decretare il successo del film è stata l'onestà con cui il regista e sceneggiatore ha trattato la sua "materia grezza". Senza manierismi, senza arroganti velleità intellettuali, Sydney Sibilia ha diretto un film scritto, diretto e pensato per intrattenere il pubblico, per concedergli un'ora e mezza di serenità fatta con qualità. Ed è lo stesso Sibilia a spiegare la sua ambizione nel fare un film come Smetto quando voglio, quando nell'intervista a Coming Soon ha detto: "Spesso ti chiedi: 'ma chi me lo fa fare?' Cioè guadagnavo molto di più se facevo il commercialista. Poi a un certo punto senti la gente che ride e là me lo ricordo chi me lo fa fare. Proprio la risata della gente è l'obiettivo.

Quindi è un film che fa ridere e visto che abbiamo profondo rispetto per la risata abbiamo cercato di far ridere in una maniera abbastanza intelligente."

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