In coma per un’appendicite: denuncia ai giudici

Sara, quindici anni, entra con dolori addominali in ospedale, il Predabissi di Melegnano, il 13 gennaio 2010. Era già stata visitata due volte: diagnosi di «infezione alle vie urinarie». Il 15 viene operata per appendicectomia, tra crisi respiratorie e arresti cardiaci. Dopo l'intervento sta sempre peggio. Entra in stato vegetativo e infine in coma irreversibile, situazione nella quale si trova tuttora. Ora i parenti hanno deciso di fare causa all'ospedale, citando anche tre medici: chiedono un risarcimento danni soprattutto per le cure a cui la ragazza dovrà essere costantemente sottoposta. Si legge nella citazione presentata dagli avvocati Caudio Santandrea e Daniela Bellometti: «Sara, nei ricordi dei familiari vivace, allegra, affettuosa, amante della musica e del ballo, oggi è inchiodata in un letto con lo sguardo nel vuoto».

E nell'istanza viene anche ricordato che i medici, mentre la giovane stava male, avrebbero continuato a ripetere ai congiunti «come fosse tutto normale, come si preoccupassero troppo e come una volta usciti dall’ospedale sarebbe stato bene che andassero tutti dallo psicologo in quanto affetti da ansie eccessive». L'atto di citazione è stato depositato al tribunale di Lodi: si chiedono danni non patrimoniali per Sara, danni non patrimoniali per i parenti e danno patrimoniale per l'assistenza di cui avrà bisogno la ragazza.

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