Roma

Coppia di falsi vigili chiedeva «offerte» ai titolari di locali per evitare controlli

Spacciandosi per agenti in borghese e fantomatici sindacalisti della polizia municipale di Fiumicino, estorcevano denaro per decine di migliaia di euro a ignari commercianti e gestori di bar, ristoranti e stabilimenti balneari di Maccarese, Fregene, Fiumicino e Focene, in cambio della loro protezione. A scoprire la singolare truffa escogitata da una coppia di romani, 40 anni lei, 55 il suo compagno, entrambi pregiudicati con reati specifici, sono stati dopo mesi di indagini e pedinamenti, gli investigatori del Nai, il nucleo attività investigative creato un anno fa dal nuovo comandante della Polizia locale, Gianfranco Petralia. La coppia è stata denunciata in stato di libertà alla Procura di Civitavecchia e ora dovrà rispondere dei reati per truffa e oltraggio al Corpo della polizia locale.
I due avevano intrapreso la loro losca attività all’inizio dell’anno, adottando sempre lo stesso metodo: si presentavano dai commercianti chiedendo loro un contributo - da 30 a 200 euro - per sovvenzionare a volte la festa per il nuovo capo della polizia locale di Fiumicino, altre volte un’associazione sindacale di vigili, rilasciando perfino fatture false e un adesivo con il logo «Sindacato professionale polizia locale» che i negozianti avrebbero dovuto esporre sulla vetrine dei loro locali. I truffatori facevano intendere alle loro vittime che ciò avrebbe comportato una serie di agevolazioni e soprattutto avrebbe evitato controlli da parte della Polizia locale. Per sorprenderli in flagrante gli investigatori del Nai, che nel frattempo avevano ricevuto decine di segnalazioni da parte dei commercianti taglieggiati, si sono improvvisati titolari di uno stabilimento balneare di Maccarese. Lo stesso impianto in cui i due si erano recati i due per chiedere l’ennesimo contributo.
Soddisfatto per l'esito dell’operazione il comandante che ha coordinato le indagini. «In 40 anni di carriera in polizia giudiziaria ne ho viste di tutti i colori, ma questa mi mancava - ha spiegato Petralia -.

Questa truffa rischiava di infangare la dignità del corpo di polizia, che invece è sempre animato da un grande spirito di onestà, professionalità e correttezza».

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