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Così il «vaping» ha cambiato i fumatori

In 6 milioni sono passati alle sigarette elettroniche. Meno dannose del 95%

British American Tobacco (BAT) conferma il suo impegno nell'innovativo settore dei prodotti da vaping e il ruolo centrale dell'Italia nella sua strategia di «riduzione del rischio», allargando a tutto il Paese la distribuzione di Pebble. L'ultimo nato della linea di vaporizzatori (le cosiddette sigarette elettroniche, di fatto prive di tabacco) dell'azienda inglese era stato infatti lanciato lo scorso dicembre a Milano, con l'apertura del primo flagship store al mondo del gruppo dedicato esclusivamente al vaping.

L'azienda, che in questo ambito era già presente in Italia con gli altri device della linea Vype, è oggi la più grande vaping company in Europa e nel mondo (Stati Uniti esclusi). Negli ultimi 5 anni, a livello globale, BAT ha investito oltre 1 miliardo di dollari nei prodotti di nuova generazione alternativi alle sigarette tradizionali, sviluppando la più ampia gamma di dispositivi all'avanguardia per il rilascio di nicotina presente sul mercato.

Nei laboratori del centro di ricerca e sviluppo di BAT a Southampton, nel Regno Unito, lavorano oltre 1.000 persone tra cui scienziati, biologi, chimici, tecnici ed esperti in diversi campi, dalla tossicologia alle bioscienze, impegnati a garantire, nella realizzazione di questi prodotti e dei loro liquidi (a base di aromi di grado aliment\are e nicotina di grado farmaceutico) i più elevati standard di qualità e sicurezza.

Secondo le stime di alcuni autorevoli enti di ricerca internazionali, quali Public Health England - agenzia del Ministero della Salute del Regno Unito - e il Royal College of Physicians, il vapore emesso dai dispositivi da vaping sarebbe meno dannoso del 95% rispetto al fumo di sigaretta. Una potenziale riduzione del rischio che potrebbe avere un impatto notevole sulla salute pubblica. Sempre nel Regno Unito, gli utilizzatori di ecig sono stimati in 2,9 milioni (pari al 6% della popolazione adulta) e una persona ogni tre minuti passerebbe dalle sigarette ai prodotti da vaping, secondo alcuni studi pubblicati da Action on Smoking and Health (ASH) e da Ernst & Young. Da cui risulta anche che in Europa, negli ultimi 4 anni, quasi 6 milioni di persone sono passate dalle sigarette tradizionali a questi nuovi dispositivi.

In Italia i numeri sono forse meno impressionanti ma appaiono in crescita, tanto che nel 2016 il mercato, secondo le stime di PWC, si è attestato su un valore pari a 280 milioni di euro, quasi 100 in più rispetto all'anno precedente.

«I consumatori italiani cercano soprattutto qualità e sicurezza, che sono al centro del nostro impegno in questo settore», ha dichiarato Gianluca Ansalone, responsabile affari istituzionali e comunicazione area Sud Europa di BAT. «Per noi l'Italia è una realtà strategica , ha aggiunto -, sia per i prodotti di nuova generazione, sia come mercato in generale: basti pensare al piano d'investimenti di BAT da 1 miliardo di euro in 5 anni, annunciato nel 2014. Nel biennio 2015/2016 abbiamo investito nel nostro Paese e nelle sue eccellenze 40 milioni nell'acquisto di tabacco italiano di qualità, 130 milioni in attività di marketing, distribuzione e ricerche di mercato e 246 milioni per l'acquisto di macchinari e attrezzature industriali. Siamo e continueremo a stare accanto al Paese, anche in forme nuove e diverse.

Con l'auspicio che tutti possano avere a cuore la sostenibilità di questo settore e dell'intera filiera».

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