Cultura e Spettacoli

Cranach, un pittore alla corte di Lutero

A Londra una grande mostra riesamina il brillante ingegno del Rinascimento tedesco. Artista "impegnato" nella Riforma, non disdegnò le commissioni dei cattolici

Cranach, un pittore alla corte di Lutero

Scriveva non senza disprezzo lo storico dell’arte tedesco Max Friedländer che se Lucas Cranach il Vecchio fosse morto nel 1505 sarebbe passato alla storia come un artista carico di dinamite. Era morto invece nel 1553 e al posto di un’esplosione di genio, decretava lo studioso, si è assistito a un lungo declino del suo talento. L’osservazione, ribadita e contraddetta, continua a far scuola nel dibattito sempre aperto sull’arte di Cranach.

Se resta ancora difficile accertare che cosa sia effettivamente attribuibile al prolifico artista e che cosa invece sia della sua bottega o dei suoi discendenti, la mostra «Cranach» alla Royal Academy di Londra, organizzata con la collaborazione dello Städel Museum di Francoforte, intende rivalutare uno dei più versatili interpreti del Rinascimento tedesco. Settanta opere attentamente selezionate rivelano non un artista che tocchi le altezze di Dürer, ma pur sempre un umanista acuto la cui opera singolarmente precisa nei dettagli vibrava di empatia e fantasia, un raffinato intellettuale che sapeva destreggiarsi fra il protestantesimo militante e il cattolicesimo tradizionale. Amico di Lutero e pittore si può dire «propagandistico» della Riforma, Cranach tuttavia non rifiutò mai le commissioni degli ecclesiastici cattolici, in primis il cardinale Albrecht del Brandeburgo, lo stesso che aveva promosso il mercato delle indulgenze contro il quale tuonava il monaco agostiniano.

Nato nel 1472 a Kronach nell’alta Franconia - dalla città natale aveva coniato il cognome - nulla si conosce della sua formazione, e quando emerge a Vienna intorno al 1500 è già un artista maturo i cui dipinti religiosi, intensamente devoti, richiamano il mondo inquietante e immaginifico della Pala d’altare Eisenheim di Grünewald. Figure tormentate sono dipinte con pennellata rapida contro paesaggi nitidi e densi di risonanze psicologiche. Ma a Vienna, fra gli studiosi del circolo universitario, Cranach si era affermato anche come ritrattista con una serie di opere costellate di simbolismi astrologici, in linea con il nuovo sapere umanistico. E fu come ritrattista che dal 1505 si stabilì a Wittenberg, alla corte di Federico III elettore di Sassonia. Qui avviò una bottega molto produttiva, distinguendosi anche come incisore, senza mai curarsi di nascondere nei suoi dipinti sacri o nei ritratti l’eco della pittura olandese e italiana.

La rassegna apre con la Crocifissione del 1500, un’opera toccante che annuncia il genio compositivo dell’artista, mentre il dinamismo pittorico degli anni viennesi, che aveva tanto incantato con ragione Friedländer, si pronuncia nel concitato espressionismo del Martirio di Santa Caterina del 1505, un capolavoro di immaginazione e di inventiva, dove disegno e pittura si coniugano in motivi grotteschi e violenti, in brutali distorsioni spaziali: una pioggia di fuoco e di zolfo cade sulle orde pagane scatenando caos e terrore fra i soldati e i cavalli mentre in primo piano il carnefice ai accinge a mozzare il capo della santa inginocchiata.

Dopo un viaggio nei Paesi Bassi, Cranach realizza nel 1509 un altro misterioso capolavoro, il Trittico della leggenda di Sant’Anna, tre volte sposa e tre volte madre di Maria, non confermata nell’Antico Testamento ma diffusa nell’Europa del Nord. Splendida prova di prospettiva lineare, l’opera allaccia in tre pannelli uno spazio unico, mentre i volti esaltano la ritrattistica di corte, i colori smaglianti riprendono i ritratti squisiti e sensibili dei principini sassoni dai grandi occhi. Sono queste forse le opere più belle di Cranach, che fanno da contrappunto all’austero linguaggio pittorico elaborato per il protestantesimo nei numerosi ritratti del monaco e della sua cerchia, e nelle allegorie della grazia e del libero arbitrio.

Non mancano in questo ampio contesto le sue immagini più note, i nudi sensuali e freddi, le Veneri, le Diane e le Lucrezie elegantemente stilizzate che incantavano i moderni, da Picasso a Giacometti.

LA MOSTRA
«Cranach». Alla Royal Academy di Londra.
Fino all’8 giugno.
Catalogo Thames & Hudson.
Info: www.royalacademy.

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