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La crisi del "Papero" Patologia di un fenomeno

Alexander Pato vuol dimostrare di saper dialogare con Ibrahimovic violentando il suo modo di giocare. Ma al Milan servono i suoi gol

La crisi del "Papero"
 
Patologia di un fenomeno

È inutile far finta di niente. Il caso c’è e rischia di diventare un freno nella corsa tricolore del Milan. Trattasi di Patologia e per spiegarla per bene bisogna raccontare quel che si vede a occhio nudo sul prato di San Siro nella notte contro la Lazio e anche il dietro le quinte. Da una parte si vede il Papero intimorito e intimidito, cercare, contro natura, Ibrahimovic con cross e lanci lunghi 40 metri che non gli competono e che il giovane brasiliano non ha nelle sue corde. E invece lo fa. Perché?, c’è da chiedersi con legittimo stupore. La risposta più attendibile è la seguente: perché Pato vuol dimostrare di saper dialogare con Ibra, di cercarlo come sanno fare invece Cassano o Robinho, violentando il proprio registro calcistico.
Fonti attendibili riferiscono che durante i giorni passati, tra Catania e Lazio cioè, a Milanello Ibrahimovic e Pato hanno parlato a lungo durante gli allenamenti. «Buon segno» fu il commento di Allegri, convinto che i due stessero cementando l’intesa che è indispensabile al Milan. Già perché, cifre alla mano, se il Milan recupera i gol di Pato, allora lo scudetto è un traguardo possibile, altrimenti diventa dura, se non impossibile reggere la marcia della concorrenza. Nonostante quei colloqui ripetuti, l’intesa a due, Ibra-Pato cioè, non ha funzionato. Primo tempo disastroso del Papero, secondo tempo incoraggiante: suo il contropiede che poi Ibra trasforma nella rasoiata finita contro il doppio palo. Era allora opportuno sostituirlo?
A microfoni spenti e taccuini chiusi, Allegri ha ammesso l’errore. Non voleva sostituire lui ma Robinho, il più stanco e affaticato per l’utilizzo ripetuto in più ruoli, seconda punta o tre-quartista. A frenarlo, come a Catania (stava entrando Pato a inizio di ripresa, poi gli è andata bene a causa del ko di Ambrosini e l’espulsione di Van Bommel), è stato il preannuncio di un altro infortunio, lamentato da Antonini. Allegri è anche consapevole che toccherà a lui ricucire i rapporti professionali tra Ibra e Pato e cancellare, dal viso e dall’animo del Papero, le paure che lo accompagnano quando gioca al fianco dello svedese. Da solo (vedere la sfida di coppa Italia contro la Samp) è il vero Pato, in coppia è come se perdesse la bussola e con la bussola l’orientamento. Tanto che nel secondo tempo contro la Lazio è partito da ala destra, come ai tempi di Leonardo. La spiegazione, anche qui, è molto semplice. Nei momenti difficoltà, Pato è portato a ripercorrere il tragitto utilizzato nel passato quando, con Ronaldinho costruì una bella intesa: lui «tagliava» da destra verso il centro dell’area e andava a raccogliere, sicuro e convinto, il passaggio, preciso al centimetro, del sodale brasiliano.
Uscito dal binario di destra, dove l’aveva costretto il tridente di Leonardo, Pato ha lamentato qualche difficoltà d’ambientamento al nuovo schieramento. Avere attaccato alle calcagna un paio di mastini oppositori, poi gli impedisce di scatenare la sua velocità nota. Come si capisce quindi c’è bisogno di un lavoro, psicologico oltre che tattico, molto raffinato al quale è chiamato proprio Allegri, consapevole di dover intervenire in materia. I preparatori di milan-lab hanno rimediato agli errori del passato correggendo la corsa di Pato. Adesso bisogna provvedere alla parte essenziale della missione: cancellare dalla testa di chiunque, dentro e fuori il Milan, che sia Ibrahimovic a fare la guerra a Pato per spalancare le porte a Cassano. Perché non è vero e perché sarebbe da dilettanti dar vita a beghe da cortile. Cassano, tra l’altro, ha bisogno di mettere benzina nel serbatoio fisico: a Catania e nel finale di con la Lazio il pibe di Bari ha mostrato di avere le gomme sgonfie. I due mesi di inattività forzata lo hanno fiaccato. Avrebbe bisogno di lavorare sodo e invece la prossima settimana dovrà aggregarsi alla Nazionale per l’amichevole con la Germania. «Questo è un problema» l’ammissione di Allegri che dovrà rinviare a quella successiva i piani di preparazione supplementare, in coincidenza con la Champions quindi.

Perciò in conclusione, tenere Pato dentro, domenica pomeriggio a Pato, sarebbe una mossa giusta.

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