Gb, stop al cambio di sesso per i bambini: "Più psicologo, meno farmaci"

Un report mette il freno alla furia gender: i piccoli che si credono transgender potrebbero avere dei problemi mentali

Gb, stop al cambio di sesso per i bambini: "Più psicologo, meno farmaci"
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La Gran Bretagna ha cambiato passo sul gender: stop al cambio di sesso per bambini e ragazzi. Dopo lo stop ai farmaci bloccanti sancito dal servizio sanitario nazionale, nelle prossime ore verrà pubblicato il report dedicato al trattamento della disforia di genere sui minori firmato dalla pediatra Hilary Cass. I risultati parlano chiaro, con buona pace dei talebani della comunità Lgbt: i più piccoli che credono di essere transgender potrebbero avere problemi di salute mentale e non bisogna procedere con le terapie farmacologiche per il cambio di sesso.

Secondo la Cass, i bambini non dovrebbero essere spinti verso le terapie per cambiare genere, ma dovrebbero ricevere consulenze psicologiche per affrontare il problema. In altri termini, stop ai farmaci, considerando che mancano le prove a lungo termine sugli effetti dei bloccanti della pubertà. Come evidenziato dal Telegraph, il report spiega che possono essere diverse le ragioni che spingono un bambino a credere di appartenere al genere sbagliato: i bimbi che si presentano come trans potrebbero aver avuto una situazione familiare difficile, subito abusi o essere stati esposti alla pornografia troppo presto. Un altro errore da evitare è equiparare i bambini in età prepuberale agli adolescenti che desiderano identificarsi con il genere opposto.

Il report è frutto di tre anni e mezzo di lavoro e la sua versione provvisoria del febbraio del 2022 ha portato alla chiusura del reparto Gender Identity Development Service (GIDS) della clinica pubblica Tavistock and Portman, specializzata nelle terapie ormonali e nella chirurgia di riassegnazione sessuale tra gli adolescenti. Sul caso è intervenuto anche Rishi Sunak, che ha rimarcato come permettere ai bambini il cambio di sesso “non è un atto neutrale”, esprimendo forte preoccupazione sull’utilizzo di nomi e pronomi diversi.

La portavoce del primo ministro ha posto l’accento sulla centralità della sicurezza e del benessere dei più piccoli, sottolineando che la “transizione sociale” potrebbe avere pesanti ripercussioni. Seguiranno aggiornamenti.

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