"Mentre il mondo sta attraversando grandi cambiamenti mai visti da un secolo a questa parte, la Cina continuerà a perseguire una politica estera indipendente di pace. Continuerà inoltre ad attuare una strategia reciprocamente vantaggiosa e rivolta verso l'apertura". Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, a margine della prima sessione del 14esimo Congresso nazionale del popolo in fase di svolgimento a Pechino. In conferenza stampa, il ministro Qin ha parlato di molteplici temi: dalla modernizzazione cinese alla politica estera della Cina, dalla questione taiwanese alla crisi ucraina.
La modernizzazione con caratteristiche cinesi
Qin, tra l'altro alla sua prima conferenza da quando è stato nominato ministro, ha innanzitutto spiegato che la Cina sarà sempre un costruttore di pace mondiale, nonché un Paese contributore dello sviluppo globale e difensore dell'ordine internazionale. È proprio per questa ragione che la strada verso la modernizzazione imboccata dalla Cina, e proposta al mondo intero, offre alla comunità umana soluzioni concrete a sfide globali. E che interessano tutti i governi, tutti i popoli, tutti i continenti.
Per la Cina, un Paese che conta oltre 1,4 miliardi di persone, raggiungere la modernizzazione sarà una sfida senza precedenti. Una volta tagliato il traguardo ci saranno però effetti positivi per il resto del pianeta. Non solo: il modus operandi cinese sfata anche un mito. "Il mito secondo cui la modernizzazione è occidentalizzazione. Crea una nuova forma di progresso umano e fornisce un'importante fonte di ispirazione per il mondo, in particolare per i Paesi in via di sviluppo", ha dichiarato Qin Gang.
La modernizzazione cinese, infine, non si persegue attraverso la guerra o il saccheggio. È rivolta alla pace, allo sviluppo, alla cooperazione e al reciproco vantaggio tra Paesi. E ancora: si impegna per l'armonia tra umanità e natura e fornisce un nuovo percorso diverso dalla modernizzazione occidentale. Un chiaro esempio di cooperazione è la Belt and Road Initiative, un bene pubblico di alta qualità che, come ha evidenziato il ministro cinese, ha attirato la partecipazione di oltre tre quarti dei Paesi del mondo e 32 organizzazioni internazionali, ha creato circa 420.000 posti di lavoro e contribuito a far uscire dalla povertà quasi 40 milioni di persone nell'ultimo decennio.
La crisi in Ucraina
L'alto funzionario cinese ha parlato espressamente della crisi ucraina. L'ha definita una tragedia che avrebbe potuto essere evitata e ha chiesto, ai fini di una sua effettiva risoluzione, "calma, razionalità e dialogo". Il prosieguo del conflitto, le sanzioni e le pressioni non risolveranno una crisi giunta ormai ad un punto critico. Al contrario, la Cina preferisce la pace alla guerra, il dialogo alle sanzioni e l'abbassamento della temperatura al fuoco.
"La Cina non ha creato la crisi. Non è parte della crisi e non fornisce armi a nessuna delle due parti", ha aggiunto Qin. Il ministro ha inoltre fatto presente che gli sforzi per i colloqui di pace sono stati ripetutamente compromessi, aggiungendo che sembra esserci "una mano invisibile" che spinge per il protrarsi e l'escalation del conflitto e che usa la crisi ucraina per attuare determinati programmi geopolitici.
La questione taiwanese
In merito alla questione taiwanese, Qin ha chiarito che l'intera questione, e ovviamente la sua risoluzione, spetta al popolo cinese, e che nessun altro Paese ha il diritto di interferire. "Lavoreremo con la massima sincerità e faremo il massimo sforzo per raggiungere una riunificazione pacifica. Ma ci riserviamo la possibilità di prendere tutte le misure necessarie", ha chiarito.
Qin ha quindi rimarcato alcune domande sostanziali: "Perché gli Stati Uniti parlano a lungo del rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale sull'Ucraina mentre mancano di rispetto alla sovranità e all'integrità territoriale della Cina sulla questione di Taiwan? Perché gli Stati Uniti chiedono alla Cina di non fornire armi alla Russia mentre continuano a vendere armi a Taiwan?"
Il ministro cinese ha infine esortato gli Stati Uniti a smettere di contenere la Cina sfruttando la questione di Taiwan, e di tornare al principio fondamentale della One China Policy.
Allo stesso tempo, Qin Gang ha detto che la percezione e le opinioni degli Stati Uniti nei confronti della Cina sono gravemente distorte. La Cina, ha proseguito, spera che Washington trovi il modo giusto per andare d'accordo con Pechino, a vantaggio di entrambi i Paesi e del mondo intero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.