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Il killer dai 93 omicidi: così individuava le sue vittime

Ex pugile, Samuel Little ha confessato 93 omicidi commessi in diciannove Stati americani e in un periodo di trent’anni

Samuel Little, il serial killer più prolifico della storia degli Stati Uniti
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Per l'Fbi è stato il più prolifico serial killer della storia statunitense e ancora oggi il bilancio delle sue vittime rimane un mistero. Superando "colleghi" ben più chiacchierati come John Wayne Gacy e Ted Bundy, Samuel Little è l'assassino seriale più implacabile in terra americana con 93 donne uccise in diciannove Stati - perlopiù prostitute e tossicodipendenti - tra il 1970 e il 2005. Un dato confessato dal killer afroamericano e con ampie conferme da parte delle autorità: Il Violent Criminal Apprehension Program ha confermato almeno 60 delitti. Ma il suo caso è anche uno dei più noti di malagiustizia: l'ex pugile era già noto alle forze dell'ordine per reati gravi come rapine e violenze sessuali, ma ciononostante è stato lasciato in libertà.

Un'infanzia complicata

Samuel Little nasce a Reynolds, in Georgia, il 7 giugno del 1940. Viene abbandonato dalla madre - la prostituta adolescente Bessie Mae Little - e viene cresciuto dalla nonna. Già da bambino manifesta sintomi preoccupanti, a partire dal desiderio morboso di strangolare gli altri piccoli. Frequenta la Hawthorne Junior High School e vengono a galla problemi di disciplina. Nel corso dell'adolescenza colleziona riviste di cronaca nera che descrivono il soffocamento delle donne, a testimonianza delle sue brutali fantasie.

Il primo arresto è datato 1956, quando viene beccato nel pieno di un furto con scasso in un’abitazione di Omaha, in Nebraska. Dopo un periodo in riformatorio, Samuel Little si trasferisce in Florida per vivere insieme alla madre e lavora saltuariamente come guardiano di un cimitero e come assistente in un’ambulanza. Nello stesso periodo finisce a più riprese dietro le sbarre: viene infatti arrestato in otto Stati per crimini come guida in stato di ebbrezza, frode, taccheggio, adescamento, rapina a mano armata, aggressione aggravata e stupro.

Nel 1961 Samuel Little viene condannato a tre anni di prigione per un furto in un negozio di mobili a Lorain. Continua a inanellare arresti, basti pensare al tentato adescamento di una prostituta a Bakersfield: nonostante la gravità del reato, se la cava con un breve periodo in galera. Uno scenario che si ripeterà anche durante gli oltre trent'anni da serial killer: solo qualche nottata in cella, nonostante le decine di donne picchiate e strangolate.

I delitti di Samuel Little

I ritratti delle vittime realizzati da Samuel Little
I ritratti delle vittime realizzati da Samuel Little

Samuel Little trasforma i suoi desideri in realtà all'alba degli anni Settanta. Come racconterà all'Fbi, la sua prima vittima è Mary Brosley: la 33enne, madre di due figli, incontra il suo carnefice in un bar della Florida. Affetta da alcolismo e anoressia, finisce nella tela dell'uomo: in una piazzola isolata della Route 27, viene aggredita con indescrivibile ferocia e strangolata. "Era il tipo di donna che poteva scomparire dalla faccia della terra senza destare troppa attenzione", spiega ancora Little.

Come anticipato, Samuel Little individua le vittime perfette per coronare i suoi sogni sanguinolenti: prostitute, drogate, alcoliste. Donne con dei problemi e alla disperata ricerca di denaro, con pochi contatti sociali. È il caso della 32enne Annie Lee Stewart, 32enne uccisa l'11 ottobre del 1981 a Cincinnati, in Ohio. O è quello di Mary Jo Peyton, 21enne assassinata a Cleveland, sempre in Ohio, con il solito modus operandi. Stesso discorso per Carol Linda Alford, 41enne ritrovata nuda dalla vita in giù.

Nonostante i tanti delitti firmati, nessun tribunale riesce a condannarlo. Nel 1982 viene arrestato per l'omicidio di una ragazza di 22 anni, ma l'accusa non riesce dimostrare la sua colpevolezza. Nello stesso periodo, viene processato per l'omicidio di una 26enne, ma la giuria non crede alle testimonianze che indicano Samuel Little come il killer. Viene prosciolto nel gennaio del 1984. Nell'ottobre dello stesso anno viene ammanettato per aver rapito, picchiato e tentato di strangolare la ventiduenne Laurie Barros, sopravvissuta per miracolo, ma viene scarcerato poco dopo.

Nel febbraio del 1987, dopo aver scontato due anni e mezzo per aggressione, Samuel Little si trasferisce a Los Angeles. Qui firma oltre dieci omicidi, come quello della 46enne Guadalupe Apodaca, anche lei ritrovata senza vita e nuda dalla vita in giù. Uno degli omicidi più brutali è quello della 35enne Audrey Nelson Everett, strangolata e con ustioni in diverse parti del corpo: il suo corpo viene ritrovato in un cassonetto nei pressi di un night club.

L'arresto e le confessioni

Foto segnaletiche di Samuel Little

Gli omicidi di Samuel Little vengono classificati come morte per overdose o comunque per cause naturali. Continua a mietere vittime, senza sosta, fino al 2012, quando viene arrestato in un rifugio per senzatetto a Louisville, nel Kentucky, per un'accusa di stupefacenti. Ma grazie a un test del Dna viene collegato agli omicidi di Carol Ilene Elford, uccisa il 13 luglio 1987, Guadalupe Duarte Apodaca, uccisa il 3 settembre 1987, e Audrey Nelson Everett, uccisa il 14 agosto 1989. Estradato a Los Angeles, è condannato all'ergastolo per i tre assassinii. Ma non è tutto.

Dopo pochi mesi Samuel Little viene indagato per oltre 30 omicidi commessi negli anni Ottanta, ma è nel 2018 che cambia tutto. Il serial killer inizia a confessare un omicidio dopo l’altro, sostenendo di averne commessi 93 in quattordici Stati diversi, tra il 1970 e il 2005. L'Fbi conferma inizialmente 34 delitti, ma rimarca che anche altre confessioni potrebbero essere autentiche. Decine di casi irrisolti vengono archiviati, compreso l'ultimo delitto risalente al 2005, a Tupelo, in Mississippi.

Nel dicembre del 2018 viene incriminato per l'omicidio della 23enne Linda Sue Boards, commesso nel maggio 1981 nella contea di Warren, Kentucky, mentre nel maggio del 2019 viene accusato di quattro omicidi e sei rapimenti. Le sue confessioni continuano nel 2019 e vengono anche utilizzate per "trattare", ad esempio per ottenere un trasferimento di prigione.

Nel 2020 le sue condizioni di salute già precarie si aggravano esponenzialmente. Affetto da problemi cardiaci e diabete, tanto da essere costretto a spostarsi su una carrozzina, Little muore il 30 dicembre del 2020 in un ospedale della California.

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