Scena del crimine

"La filosofia di Charles Manson era il nulla". Tutta la verità sulla Family

La storia vera dei sodali di Charles Manson, che nell'agosto 1969 uccisero 7 persone. Dove sono ora e chi sono i membri che non si sono mai dissociati

Charles Manson
Charles Manson
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Charles Manson fu accusato e condannato di vari crimini, tra cui gli omicidi Tate-LaBianca avvenuti l’8 e 9 agosto 1969. Ma non ne fu l’esecutore materiale: lui fu il leader della Manson Family, una comune di giovanissimi molto lontana nei fatti dalla Summer of Love, dedita ai viaggi acidi e ai crimini. Crimini per lo più legati alla droga, ma che a un certo punto della storia divennero omicidi. Joan Didion scrisse: “Molte persone che conosco a Los Angeles credono che gli anni ’60 siano terminati bruscamente il 9 agosto 1969, nel momento esatto in cui la notizia degli omicidi di Cielo Drive si propagò come un incendio nella comunità, e in un certo senso è vero. La tensione scoppiò quel giorno. La paranoia fu portata a compimento”.

Da chi era composta la Manson Family

Nel romanzo di Quentin Tarantino, ben diverso dall’omonimo film, C’era una volta a Hollywood, c’è un capitolo dedicato alla fantasiosa iniziazione al crimine di Pussycat, un membro della Family inventato ma funzionale a descrivere la delirante atmosfera di quella che solo all’apparenza era una comune hippy. Che dapprima si stabilì a San Francisco, poi nel Topanga Canyon e infine nello Spahn Ranch a Los Angeles.

La Family iniziò a muovere i suoi primi passi nel 1967, quando Charles Manson venne scarcerato: era detenuto dal 1960 per una serie di reati, tra cui sfruttamento della prostituzione. Manson andò a San Francisco, dove iniziò a reclutare diverse adepte, alle quali si unirono vari girovaghi o figure minori del mondo dello spettacolo, oltre ragazzi e soprattutto ragazze scappati da casa. Manson, che si presentava come un musicista - dato che era compositore e frequentava gli ambienti musicali dell’epoca, ma senza mai riuscire di fatto a essere ricordato per le sue canzoni, se non per quello che accadde successivamente - era per la Family un filosofo, una sorta di padre spirituale che preconizzava l’Helter Skelter, il capovolgimento sociale. Naturalmente durante una serie di viaggi acidi.

Dopo gli omicidi i membri della Family furono tutti condannati e in detenzione da allora. Solo Steve Grogan detto Clem, ritenuto con un’intelligenza sotto la media, e Leslie van Houten sono stati scarcerati, il primo nel 1985, la seconda nel 2023 perché ritenuta realmente cambiata e pentita. Leslie van Houten è l’unica persona tra coloro che presero parte alle stragi a ottenere la libertà vigilata. Gli altri sono in carcere, con l’eccezione di Susan Atkins che è morta.

“Ha destato non poco scalpore - spiega a IlGiornale.it Giacomo Brunoro, coautore insieme a Jacopo Pezzan di True Crimes Diaries, podcast di La Case Books - Non credevo che si arrivasse alla scarcerazione di van Houten. Personalmente credo che, a prescindere dalla violenza di questi crimini, sia corretto dare la libertà sulla parola, ragionando sulla differenza con il sistema della giustizia italiana, che è completamente differente. Leslie van Houten ha vissuto quasi la totalità della vita in carcere e, da quanto emerge, è profondamente cambiata, infatti altri membri della Family non si sono mai avvicinati tanto alla libertà. Tuttavia, a causa di un cavillo tecnico, c’è chi crede che potrebbero uscire anche gli altri: van Houten in un certo senso ha aperto la strada. Tuttavia il cambiamento in lei pare fosse evidente, tenendo presente che altre come Sandra Good e Lynette Fromme sono ancora fedeli a Manson, per loro è un eroe stando alle interviste, e credono che quelle azioni commesse fossero positive, non si sono mai dissociate”.

Chi era Tex Watson

Susan Atkins, Tex Watson e Patricia Krenwinkel
Susan Atkins, Tex Watson e Patricia Krenwinkel

Uno dei primi a unirsi alla Family fu Tex Watson, braccio armato di Manson nel massacro dell’8 agosto che portò alla morte dell’attrice Sharon Tate e del piccolo Patrick Polanski che portava ancora in grembo, il parrucchiere dei vip Jay Sebring, l’ereditiera Abigail Folger e lo scrittore polacco Wojciech Frykowski - oltre che Steve Parent, che era nei paraggi solo per far visita al custode della villa del Polanski - e nel massacro del giorno successivo che coinvolse l’imprenditore Leno LaBianca e la moglie Rosemary. Ma secondo alcuni fu Watson stesso il teorico degli omicidi. Nel tempo della sua lunga detenzione, dal 1969, ha chiesto per 13 volte di essere ammesso alla libertà vigilata, ma le sue richieste sono state negate.

“Sicuramente la personalità più dominante nella Manson Family dal punto di vista militare era Tex Watson - chiarisce Brunoro - Non a caso ha guidato le azioni per cui la Family è andata in galera. Tra l’altro, in un’intervista rilasciata in carcere, il sodale Bobby Beausoleil disse che secondo lui Watson sarebbe stato il vero capo militare della Family. Mentre in realtà Manson sarebbe stato solo un manipolatore a suo avviso. Tant’è che con le stragi compiute Watson avrebbe voluto dimostrare di essere lui il maschio alfa. Naturalmente è solo una teoria che nessuno ha mai confermato. Tutte le teorie sulla Family però sottovalutano un aspetto: l’abuso di droghe psichedeliche che si faceva in quella community e quindi la scarsa lucidità dei membri che poi negli anni hanno parlato a vario titolo”.

Le donne della Manson Family

Leslie van Houten
Leslie van Houten

Sono diverse le figure femminili che costellarono la Family: Mary Brunner, detta Mother Mary, Lynette Fromme detta Squeaky (e che anni più tardi sarebbe stata l’attentatrice fallita del presidente Gerald Ford), Susan Atkins detta Sadie, Patricia Krenwinkel detta Katie, Catherine Share detta Gypsy, Leslie van Houten detta Lulu, Diane Lake detta Snake, Sandra Goode, Linda Kasabian, per citare le più note.

Brunner e Atkins, insieme al sodale Bobby Beausoleil parteciparono all’omicidio di Gary Hinman, legato a una presunta partita non pagata di droga. Atkins, insieme a Kasabian, Krenkinkel e Watson furono invece gli artefici dell’omicidio di Cielo Drive, sebbene Kasabian fungesse da palo e pare, secondo quanto da lei stessa ricostruito in fase processuale, cercasse di salvare le vittime. Ai quattro del massacro di Cielo Drive si aggiunsero il giorno dopo van Houten e Grogan.

“La figura di Linda Kasabian è enormemente controversa - chiosa Brunoro - È stata anche una figura chiave perché, nonostante tutto quello che si dice, non c’era nessuna prova che riconducesse ai responsabili e furono le sue dichiarazioni a far condannare soprattutto Manson. Ricordiamo che quella di Manson fu una condanna atipica: lui non fu protagonista di nessun fatto di sangue, ma fu una condanna politica perché la società americana era terrorizzata da lui. Tanti dicono che Kasabian non fosse pentita, ma le fu promessa l’immunità e quindi pare abbia deciso di testimoniare contro. Non si capisce quindi se effettivamente Kasabian si sia resa conto della follia di quella situazione da quando la stava compiendo, dato l’uso di droghe nella Family, o se la sua sia stata una strategia processuale per salvarsi. È ancora un po’ in dubbio. E lei è sempre rimasta lontanissima dai riflettori”.

La Manson Family nella cultura pop

Margot Robbie interpreta Sharon Tate sul set
Margot Robbie interpreta Sharon Tate sul set

Fin dai primi anni dagli omicidi, le vicende della Manson Family furono trasposte al cinema e in tv, ma negli ultimi anni sono aumentate. Tra le più note c’è un episodio di American Horror Story: Cult in cui viene messo in scena il massacro di Cielo Drive, il film Charlie Says che punta l’attenzione sulle tre ragazze Atkins, Krenwinkel e van Houten, la serie Mindhunter in cui, in un episodio, vengono opposte le figure di Manson e Watson, supportando la tesi che il teorico degli omicidi fosse quest’ultimo.

Diverso il discorso per il film C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino, una bella fiaba in cui Sharon Tate (interpretata da Margot Robbie) e i suoi amici riescono a sopravvivere grazie a un attore sull’orlo del fallimento e il suo migliore amico stuntman. Nel film Tarantino tratteggia Manson e i suoi seguaci come un branco di perditempo strafatti.

“Tarantino e Mindhunter sono riusciti a catturare completamente l’atmosfera di quegli anni - conclude Brunoro - tenendo conto che Tarantino non ha fatto un lavoro storico, mentre Mindhunter lo è. Tarantino ha però reso bene un particolare che molti sottovalutano, ovvero che queste persone erano degli sbandati totali, privi di qualsiasi appeal. Manson si dice che esercitasse un potere incredibile, ma la sua vera capacità era capire quali erano le persone di cui potesse approfittare. E Tarantino ci mostra la Family per quello che era: una community di folli, che sono stati mitizzati, cosa che è davvero lontana dalla realtà. In tutti gli anni di galera Manson non ha mai detto niente di sensato, a parte provocazioni bambinesche. La sua filosofia era il nulla. E in queste due visioni si vede molto bene. Molto è stato costruito a posteriori su questa storia: Beausoleil sostiene che l’Helter Skelter sia stata una costruzione di Vincent Bugliosi, il pm che mandò la Family in prigione.

Purtroppo l’epilogo del film di Tarantino è molto diverso da come le cose sono andate in realtà”.

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