Schiaffi, pugni e calci in ogni parte del corpo. Per ben 16 mesi Anna (nome di fantasia), un'insegnante di 33 anni, è stata costretta a subire violenze fisiche e psicologiche da parte del compagno, Antonio Ferro Del Giudice, un medico dell'Asl di Napoli già con precedenti specifici. Il noto professionista, 47 anni, è finito in carcere due sere fa: i carabinieri lo hanno arrestato in flagranza di reato. La vittima ha raccolto le prove dei maltrattamenti in oltre 200 selfie: se ne scattava uno dopo ogni aggressione.
L'ultima aggressione
L'inferno di Anna è finito mercoledì sera, dopo l'ennesima scarica di botte. "Eravamo usciti. - ha raccontato la donna ai carabinieri -. Mentre mi riaccompagnava a casa mi ha chiesto se volessi tornare con lui, ma gli ho detto di no. Allora mi ha sferrato il primo schiaffo". Lungo il tragitto, il 47enne ha fermato l'auto più volte "e ogni volta mi ha aggredita sempre con più ferocia". Dopo qualche chilometro, sono arrivati davanti all'abitazione della mamma di Anna, dove lei si era rifugiata da quando aveva deciso di porre fine alla relazione. La donna è riuscita a uscire dalla vettura e salire in casa. Lui, però, non si è dato per vinto: pretendeva che scendesse e trascorressero la notte insieme. A quel punto lei gli ha aperto la porta "per evitare che la situazione degenerasse". L'inizio di un nuovo incubo.
Picchiata davanti alla madre
Appena ha varcato la soglia d'ingresso, il 47enne si è scagliato contro la compagna: "Ha iniziato a picchiarmi forte, fino a farmi perdere i sensi". La madre di Anna è subito intervenuta nel tentativo di strappare la figlia alla ferocia di quell'uomo alto e nerboruto. Di tutta risposta è stata picchiata anche lei e minacciata di morte. Era passata da poco la mezzanotte e le urla delle due donne hanno attirato inevitabilmente l'attenzione dei residenti, che hanno allertato il 112. In pochi minuti i carabinieri sono intervenuti sul luogo della segnalazione e messo le manette ai polsi dell'aggressore.
I selfie dell'orrore
Anna è stata accompagnata subito in pronto soccorso. Durante la visita, i medici non hanno potuto fare a meno di notare il corpo martoriato dai lividi. Violenze che la vittima, già con una storia di grande sofferenza alle spalle a causa del cancro, ha immortato in circa 200 selfie: se ne scattava uno a ogni aggressione. Poi trasferiva le foto sul pc e cancellava ogni eventuale traccia dal cellulare. E ora quei file sono stati requisiti dagli investigatori. Intanto il compagno si trova in carcere con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.
Una storia drammatica
Come riporta il Corriere.it, i due si erano conosciuti nel 2022. Dopo una breve frequentazione avevano deciso di andare a vivere assieme. A giugno del 2023 è arrivata la prima denuncia per maltrattamenti: "L'ho ritirata - ha raccontato Anna - perché sono stata convinta da lui e la sua famiglia che avremmo intrapreso un percorso di coppia". Ma così non è stato.
Le violenze sono andate avanti fino a novembre del 2023, quando la 33enne ha deciso di trasferirsi a casa della madre. Lui però non ha mai mollato, continuando insistentemente a cercarla. Anna, seppur sopraffatta dal dolore, è riuscita a filmare anche l'ultima aggressione: un video di pochi secondi che testimonia tutto l'orrore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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