Omar Favaro, già noto alle cronache per il massacro di Novi Ligure (nel 2001 uccise assieme alla fidanzatina dell'epoca, Erika De Nardo, la mamma e il fratellino di lei con 97 coltellate), rischia ritrovarsi ancora una volta in un'aula di Tribunale. La Procura di Ivrea ha chiuso le indagini relative alla vicenda dei presunti maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale che lo vede coinvolto. Nel 2019 il giovane era stato denunciato dalla ex moglie per abusi, sia fisici che psicologici, e minacce. Lui, però, si è sempre professato innocente.
Le presunte minacce alla ex
Favaro e la ex moglie si erano conosciuti sui social nove anni fa. Dopo un periodo di frequentazione avevano deciso di sposarsi. Dalla loro unione è nata una bambina. Il matrimonio, a quanto pare felice per i primi anni, si sarebbe incrinato nei mesi del lockdown, degenerando in violenze e umiliazioni. "Ti sfregio con l'acido", "Fai schifo", "Sei anoressica", sarebbero alcune delle frasi indirizzate dal 40enne alla compagna dell'epoca (i due oggi sono separati ndr). Stando a quanto riporta il Corriere.it, la donna avrebbe chiesto per quattro volte l'intervento dei carabinieri durante la tumultuosa convivenza, ma poi avrebbe minimizzato le discussioni all'arrivo dai militari dell'Arma. Nel 2021 aveva deciso di andarsene e la figlioletta era stata affidata a Favaro. Ora la bimba è stata riaffidata alla madre.
Le accuse nei confronti di Favaro
L'indagine è partita in seguito alla denuncia della donna. Gli investigatori hanno ricostruito una serie di episodi violenti - presunte minacce, botte e umiliazioni - che si sarebbero verificati tra il 2019 e il 2021. Da qui l'accusa di maltattamenti in famiglia e violenza sessuale nei confronti di Favaro. La Procura di Ivrea aveva chiesto al gip di applicare una misura cautelare restrittiva nei confronti dell'indagato. La richiesta era stata respinta dal momento che, secondo il giudice, il 40enne non rappresentava un pericolo per la ex moglie dopo la separazione. Successivamente anche il Tribunale del Riesame di Torino ha respinto il ricorso della Procura eporediese, che aveva insistito sui trascorsi penali dell'indagato. "Emerge qui una pena 'naturale' che dura e persiste nel tempo oltre e al di là di quella strettamente giuridica ormai espiata. - avevano messo nero su bianco i magistrati del Riesame -Pena naturale che si manifesta sotto svariate forme: rispetto alla moglie che considera Favaro irrimediabilmente perduto, manifestando un forte interesse nell’escludere l’uomo dalla vita della figlia evitando così problematici confronti con il mondo esterno". Inoltre per i giudici il massacro di Novi Ligure "è stato commesso da un minorenne nell’ambito di una relazione di coppia in cui Favaro era soggetto debole e dipendente. I presenti fatti di reato riguardano, invece, un Favaro adulto e maturo e si inseriscono in un contesto affettivo diverso".
La versione di Omar
Dall'atto conclusivo delle indagini, che cristallizza le accuse, emerge la figura di "un uomo violento" - scrive ancora il Corriere.it - che sarebbe stato capace di generare nell'allora moglie "un senso di svilimento, paura e sofferenza". Favaro avrebbe minacciato di "ridurre in sedia a rotelle" la compagna.
Le presunte violenze si sarebbero verificate anche in presenza della figlioletta. Dal suo canto, il 40enne respinge gli addebiti parlando di ritorsioni da parte della ex in sede di separazione e per l'affidamento della loro bambina.
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