Ponte crollato a Genova

Allarme di Confindustria: per il ponte tempi lunghi

Toninelli promette il nuovo viadotto entro il 2019 Gli imprenditori avvertono: attenzione ai ricorsi

Allarme di Confindustria: per il ponte tempi lunghi

«Il ponte non lo farà Autostrade. Il governo è compatto». Compatto nel mettere la pietra tombale sul capitolo ricostruzione del Morandi di Genova, per bocca del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Già oggi in consiglio dei ministri potrebbe arrivare il via libera al decreto per Genova che tra gli altri punti mira a escludere la concessionaria dalla realizzazione della nuova opera, tramite un affidamento diretto dei lavori a Fincantieri. «Abbiamo lavorato fino alle due di notte. Quello che ci importa adesso è la ricostruzione del ponte nell’arco massimo di un anno - spiega Toninelli -. Nel decreto Genova ci sarà la parte sulla ricostruzione. Autostrade, in quanto responsabile del ponte che ha fatto cadere quindi ha inadempiuto, caccerà i soldi; lo Stato lo farà costruire a un’azienda pubblica e penso che in pochi mesi avremo un nuovo ponte». Nella bozza ci sono sedici articoli per affrontare l’urgenza di far ripartire la città, il porto e per sostenere gli sfollati, con misure per aiutare le famiglie con i mutui e agevolazioni fiscali per le imprese. Con un successivo decreto sarà nominato il commissario straordinario che dovrà garantire un iter accelerato alla ricostruzione: per questo avrà poteri di sostituzione e di deroga, potrà bypassare visti e autorizzazioni ordinarie e indicare le imprese anche tra «società a partecipazione pubblica». Fincantieri, appunto. Infine sarà istituita un’Agenzia per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture autostradali e stradali, con poteri di vigilanza. «Penso che nel novembre del 2019 sia già possibile avere il nuovo ponte», afferma Toninelli alla Camera. Se invece non sarà così, se estromettere la concessionaria dalla ricostruzione significherà, come non smette di ricordare il presidente della Liguria Giovanni Toti, allungare i tempi, allora «sarà colpa di questo governo», attacca anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Che avverte: «Se si comincia col gioco dei ricorsi il ponte di Genova non lo vedremo da qui a tanti anni e gli operatori economici scapperanno». Ma la guerra legale sulla concessione deve ancora iniziare. L’esecutivo pretende che sia Autostrade per l’Italia (Aspi) a pagare l’opera senza però intervenire nella ricostruzione, e intende parallelamente continuare con la procedura per revocarle la concessione. Dall’altra parte Toti insiste nel sostenere che «spetta ad Autostrade ricostruire il ponte nel più breve tempo possibile. Il governo non deve combattere battaglie politiche sulla pelle della città». Quanto ai dubbi sulla legittimità di un affidamento diretto dei lavori a Fincantieri senza gara, secondo il ministro saranno superati utilizzando la via emergenziale: «Non vedo questi problemi. L’interlocuzione con l’Europa è già aperta e ci sono le basi positive perché ci possa essere una deroga al codice degli appalti».

Ma i nodi vanno sciolti a livello Ue e il dossier è all’esame della commissione nel più stretto riserbo. Intanto, sul progetto di Renzo Piano arriva la critica dell’associazione per la tutela del patrimonio artistico Italia nostra: «Chiediamo di valutare anche altre soluzioni che restituiscano a Genova il suo simbolo, la sua grandiosità, il suo orgoglio, rifacendosi al quello stesso modello di ponte, a quella stessa categoria»

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