Rosso Malpelo

Gli ariani etici a Cinque stelle

Gli ariani etici a Cinque stelle

Quando è venuto al teatro Brancaccio di Roma, sono andato anch'io a vedere Grillo. Performance eccellente, ma non ho sorriso quasi mai malgrado la verve del personaggio che senza scherzare ha gridato «Ma io scherzavo». Poi ha detto che non ha la minima idea di dove andare: «Non posso star lì, con l'ombrello in alto ad indicarvi la strada. Cercatevela da voi». Un discorso non da leader. Leader vuol dire colui che precede con nuove idee.

Grillo, onestamente, segue: è un follower di massa. Ha scelto lui, con i suoi, di puntare sull'etica con un accanimento che lo accomuna ad Enrico Berlinguer che, negli anni Ottanta, faceva discendere geneticamente il Pci moralista da Santa Maria Goretti. Si trattò del primo caso di «arianesimo del bene»: noi siamo la razza moralmente superiore e voi tutti degli untermenschen, sotto-uomini ladri, corrotti, intrallazzatori.

Così, quando all'ex Pci capita il caso Greganti, il fardello che deve portare il partito è più pesante. E quando ai poveri pentastellati capita il caso del loro capogruppo di Alessandria colto con le mani nell'armadietto altrui a rubacchiare cento euro in palestra, la faccenda appare molto, ma molto grave. È sufficiente cavarsela dicendo «Può capitare a tutti, ma noi adesso facciamo pulizia»? Purtroppo no, se hai scelto tu di indossare la camicia bruna dell'ariano etico.

Citando Orazio: sei anche tu un porcello del gregge di Epicuro, un cialtrone, ma mascherato da superuomo.

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