Ponte crollato a Genova

"È assurdo che per accorgersi di Genova debba morire qualcuno"

L'attrice Carla Signoris, genovese doc, attacca: "È assurdo che serva una disgrazia del genere perché le istituzioni si accorgano di quanto sia stata abbandonata Genova"

"È assurdo che per accorgersi di Genova debba morire qualcuno"

"Quando il ponte Morandi è venuto giù sono rimasta impietrita. Una sensazione così l'avevo provata solo davanti al crollo delle Torri Gemelle". A dirlo è una genevose doc, Carla Signoris, attrice, conduttrice nonché moglie di Maurizio Crozza che, in una lunga intervista all'HuffPost, esprime tutto la sua rabbia e il suo dolore per le vittime del crollo.

"Avrò fatto quel ponte migliaia di volte. Ogni volta mia madre mi diceva: Saluta la Madonnina della Guardia", aggiunge la Signoris che, con voce flebile, racconta quanta paura avesse già da ragazzina, quando attraversava quel viadotto. "Ed è assurdo - attacca l'attrice - che serva una disgrazia del genere, una disgrazia così, perché le istituzioni si accorgano di quanto sia stata abbandonata. Qui non ci sono colpe da assegnare, se non alla nostra incompetenza, alla nostra incuria e al poco interesse per i cittadini". Da mercoledì in casa Crozza-Signoris non si parla d'altro e lei rivela: "In quarant'anni io e mio marito abbiamo sempre pensato ad andare via da Genova, ma siamo sempre rimasti. Perché Genova è una città speciale". Entrambi sono sgomenti per quanto accaduto ma la Signoris è speranzosa e crede nella capacità di Genova e dei genovesi di ripartire. "Siamo apparentemente duri, coriacei, apparentemente burberi, ma siamo abituati ad avere a che fare con le difficoltà. Siamo abituati a costruire e a coltivare su un terreno difficile. Siamo schiacciati fra il mare e la montagna", spiega. Secondo lei Genova"non è mai stata trattata negli ultimi decenni per quello che è", ossia la città che ospita il terzo più grande d'Europa."Tutta un'economia ora può andare in crisi", dice allarmata l'attrice genovese che evidenziando quanto sia "assurdo che debba morire qualcuno per accorgersene". "Un morto è sempre troppo. Figuriamoci quarantatre.

Mi sembra allucinante che adesso si controllino i ponti, non solo in Italia ma in tutta Europa", conclude la Signoris.

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