Attacco al bus a Milano

Caro Ramy, nun t'allargà

Polemica sullo ius soli

Caro Ramy, nun t'allargà

Ramy, il ragazzo egiziano che con le sue telefonate ha sventato la strage sul bus dirottato da un terrorista senegalese, non si accontenta della cittadinanza «per merito» ipotizzata in queste ore, ma vuole lo ius soli per tutti, cioè la cittadinanza per diritto di nascita. La sua richiesta, legittima come tutte quelle di un ragazzo, riaccende il dibattito su un tema che ha infiammato lo scorcio della legislatura precedente e che probabilmente nell'urna è costato caro alla sinistra che l'aveva sostenuto a spada tratta. Lo ius soli, a nostro avviso, è una regola di civiltà solo se civile è l'ingresso in un Paese, cosa che attualmente non si può certo dire riguardo l'immigrazione in Italia. Non possono essere infatti le mafie libiche o gli scafisti a decidere chi deve diventare italiano e chi no. Non può essere la lotteria della fortuna, né la resistenza fisica che ti fa superare peripezie e sofferenze in mare. Diventare italiano deve essere un percorso convinto, legale e trasparente, detto che già oggi lo diventi al raggiungimento della maggiore età (e non che i minorenni siano senza diritti) o per matrimonio con una italiana, come (purtroppo) ha fatto il terrorista del bus.

Con la sua richiesta, Ramy dimostra di non aver capito il basilare principio che lega i diritti ai doveri, cardine della nostra civiltà fin dall'antica Roma anche in tema di cittadinanza multietnica: diventare cittadino romano - cosa ai tempi molto ambita anche perché garantiva privilegi e protezione - non era un diritto, ma un percorso aperto pure a chi arrivava come schiavo. Con il suo gesto «eroico» (nel senso di decisivo) Ramy ha bruciato le tappe e, quindi, ben venga anzitempo tra noi italiani a tutti gli effetti. Ma per uno come lui ce ne sono tanti, vedi il suo mancato aguzzino ma anche i giovani immigrati che alla scuola preferiscono delinquere, che non hanno capito quale è la strada per acquisire titoli e meriti.

Ringrazieremo sempre Ramy per quello che ha fatto a tutela sua e dei suoi amici. Ma gli consigliamo di non cadere nell'italico vizio della furbizia e della continua ricerca di scorciatoie in cui siamo già campioni di nostro. Speriamo di dargli presto il benvenuto, ma, come si dice dalle nostre parti, mi raccomando: nun t'allargà.

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