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Il cervello di Balotelli

Il cervello di Balotelli

Rientrano i cervelli in fuga. Una legge permette sconti e agevolazioni, fiscali, sul ritorno in Patria di figure che avevano scelta la via forestiera per i propri affari e per una vita meno onerosa. Una legge intelligente, almeno nello spirito, per stimolare la ripresa, per riagganciare esperienze e patrimoni smarriti ma non perduti. Il calcio, astutamente, si è subito adeguato. Fiutando il profumo del low cost e l'odore dei soldi al risparmio (si fa per dire) ha preso a ronzare attorno al miele dei migliori fichi del bigoncio.

Fra questi, l'ultimo a presentarsi all'appello del tricolore è Balotelli Mario, più che di un cervello trattasi di piedi e di muscoli importanti, offerti ai migliori club del Vecchio Continente, Inghilterra e Francia, per citare le stazioni di passaggio dell'illustre attaccante. Come usano i cavalli che conoscono la strada per ritornare alla scuderia, così Balotelli ha capito che era arrivato il momento di rientrare da dove era partita la sua avventura di calciatore, dunque Brescia, istanza favorita dalla legge di cui sopra che, in avvio, era riservata ai Ricercatori, quindi a Docenti, Studenti, Maestranze Qualificate e Direttive, infine a tutti gli Impatriati, sostantivo orrendo che coinvolge chiunque si ripresenti alla dogana. Balotelli sfrutta il fatto di avere avuto residenza lavorativa, nei due anni precedenti, fuori dall'Italia, così come Antonio Conte, la loro quota di reddito soggetta a tasse scende, così, dal 50 al 30 per cento e tale agevolazione dura per cinque anni.

Non male per chi già nuota nell'oro e gode di altri privilegi ma tant'è, la legge è stata scritta e poi gli uomini sanno interpretarla e adeguarla alle necessità di cassa. Di certo ripensando ai ricercatori e alle maestranze qualificate, si prova un senso di imbarazzo riflettendo su un dribbling o su uno schema alla lavagna. Inutile indignarsi, Balotelli e Conte sono di nuovo italiani al cento per cento.

Sorry, vista la legge, un po' meno.

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