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Cristiani uccisi dall'Isis: ecco il reportage choc

Cristiani uccisi dall'Isis: ecco il reportage choc

Un viaggio in presa diretta nel nord dell'Irak, per raccontare quello che accade ai cristiani perseguitati, per dare loro voce, per ascoltare le loro testimonianze esclusive. Un documentario che mostra «il coraggio di chi vive sotto la furia dello Stato islamico» con le scioccanti interviste a chi viene venduto come schiavo al mercato, in un mercimonio dell'Isis. «Decimati» è il titolo, eloquente, del reportage realizzato da Lucia Annunziata e padre Enzo Fortunato sui cristiani perseguitati in Irak (per la regia di Alessandro Renna) che andrà in onda su Rai3 questa sera alle 23.20.

I due protagonisti, una giornalista e un frate, guidano lo spettatore in un viaggio nella valle di Ninive, terra tradizionalmente cristiana e yazida, le due comunità più perseguitate dalla furia islamica. Qaraqosh, Alqosh fino a Mosul: il documentario attraversa città e paesi completamente distrutti, chiese incenerite, monasteri sfregiati dai quali si può ancora accedere ai cunicoli sotterranei costruiti dal Califfato. Il racconto mostra l'opera di annientamento, non solo fisica, ma anche culturale che lo Stato Islamico ha inferto a quella che era una volta la comunità più istruita e benestante del Paese. Attraverso le testimonianze di sacerdoti e vescovi, la lettura di antichi registri battesimali e il racconto di chi ancora rimane a presidiare quelle terre, lo spettatore è guidato alla scoperta di un numero tragico e sconcertante: 146mila. A questo sono ridotti i cristiani oggi in Irak. Una decimazione, se si pensa che fino pochi anni fa la comunità cristiana contava un milione di fedeli. Molti sono fuggiti, molti deceduti, altri scomparsi.

«Spero che questo documentario ha detto il direttore della rivista San Francesco, padre Enzo Fortunato - possa suscitare non delle risposte, ma altre domande su chi è chiamato a governare quell'area del mondo. Ho visto degli occhi spenti, ma determinati ad andare avanti. Ho visto delle persone sole ma ancora amate. Ho visto una dinamica, quella della proscrizione, dove i cristiani vengono riconosciuti, messi fuori, perseguitati, emarginati o uccisi. Non solo dai cappucci neri dell'Isis in Medio Oriente, ma anche dai guanti bianchi in Occidente. Rimane una certezza, che il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani».

Il documentario contiene anche esclusive testimonianze delle vittime, del principe e del Pope della comunità yazida, che fanno accedere il pubblico alla storia di una comunità poco conosciuta e misteriosa, le cui donne sono state ridotte dall'Isis a schiave del sesso e i bambini a soldati di morte. «Questo documentario è un omaggio al coraggio. Al coraggio degli uomini di fede che sono ammirevoli proprio perché credono, in un mondo che crede molto poco, indipendentemente da quale sia la religione. Un omaggio al coraggio dei cristiani ha detto la direttrice di Huffington Post, Lucia Annunziata - che restano lì e il grande coraggio di un francescano, e di tutti i religiosi che lui ha incontrato, di mettersi in prima fila in questa situazione. Spero che i cristiani, in Italia e nel mondo, si diano una mossa nel difendere questi cristiani». «Un documentario che mi ha molto colpito per la grande intensità emotiva ha affermato il direttore di Rai3, Stefano Coletta -. Un documentario che tocca il cuore».

Il reportage, presentato ieri nel centro di accoglienza Mondo Migliore a Rocca di Papa, è prodotto da Huffington Post e gruppo Editoriale Gedi, in collaborazione con la rivista San Francesco dei frati del Sacro Convento di Assisi.

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