Rosso Malpelo

La farsa che da millenni perseguita i romani

La farsa per i romani è una condizione di vita fin dai tempi di Plauto, ma anche loro (come si diceva delle formiche) nel loro piccolo s'incazzano

La farsa che da millenni perseguita i romani

Tutto cominciò col «popolo dei fax» e l'uso ossessivo del termine «cittadino». Poi prese forma un bullismo di massa, tutto forconi e minacce su internet, che diventò quel che è adesso; una latrina d'insulti anonimi, di proclami demenziali e malattie mentali. Dopo qualche anno il «popolo dei fax» cambia nome e diventa «popolo della rete». Quanti sono questi cittadini? All'inizio zero virgola, come le tracce d'albumina nella pipì. Poi però nasce una nuova scienza dominata da astuti guru che trasformano i social (Facebook, Twitter) in altrettanti Golem dall'aria feroce ma con le gambe di fango. La gente reale li scambia per figure reali.

È stata la geniale trovata di Casaleggio padre: costruire un universo parallelo, simile a quello reale, in cui possano brucare i cittadini portandosi il forcone da casa e belando onestà, onestà. In quell'universo però non c'è nulla, salvo nidi di vipere, gelosie furiose, cordate di arrampicatori e banalità ben recitate. Quanto all'onestà promessa, non pervenuta. Il resto, è cronaca miserabile: beffe, pernacchie, supponenza, fino alla surreale dichiarazione di Grillo che in tv ci assicura, caso mai fossimo preoccupati, che Virginia Raggi sta bene, ha la pressione normale, alito fresco al mattino, forse un colon irritato. E così si va avanti. La farsa per i romani è una condizione di vita fin dai tempi di Plauto, ma anche loro (come si diceva delle formiche) nel loro piccolo s'incazzano.

Almeno lo speriamo.

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