Coronavirus

Lavoro, amici, familiari: come sarà la fase due

Dovremo cambiare tante abitudini. Dal lavoro agli spostamenti, agli incontri con amici e familiari

Lavoro, amici, familiari: come sarà la fase due

Uscire dall’emergenza coronavirus non sarà facile. La fase 2, quella che ci porterà a riconquistare un po’ di libertà e normalità, sarà lunga e zeppa di cambiamenti, ai quali ci dovremo abituare. Cambieranno i nostri rapporti con gli altri: amici, colleghi, parenti. Cambierà il nostro modo di spostarci da una parte all’altra della città e anche il lavoro subirà dei cambiamenti. Non si dovrebbe parlare di fase 2 almeno fino a metà maggio, ma è comunque meglio iniziare a rendersi conto di cosa avverrà.

Importantissimo, come sottolinea il Corriere, sarà l’indice R0 che indica il rapporto dei contagi. Per poter entrare nella seconda fase, dovrà arrivare in modo stabile allo 0,5 e, in alcuni casi, addirittura allo 0. Per il momento siamo ancora lontani, l’indice attualmente oscilla tra 1,1 e 1. Dovremo quindi rispettare le norme di contenimento ancora per tanto tempo. Dovremo mettere da parte le gite fuori porta pasquali, i week-end al mare e in montagna. E anche mangiare la colomba e aprire l’uovo di cioccolato con i parenti che non vivono con noi, sarà impossibile. Ma ce la faremo. Dobbiamo farcela perché altrimenti il ritorno alla vita sarà più lento. Ma quale vita? Certamente diversa. Mascherine e guanti resteranno con noi per qualche mese, probabilmente anche con l’arrivo del caldo. Magari eviteremo di abbracciarci, ma già il fatto di vederci e poter chiacchierare l’uno davanti all’altro, evitando il telefono, sarà incoraggiante.

La vita in ufficio

Le prime a ripartire dovrebbero essere le aziende e le piccole e medie imprese. In ufficio i dipendenti dovranno essere ridotti al minimo e lavorare in smart-working. Le scrivanie dovranno essere comunque distanziate tra loro di almeno un metro. Dovranno essere presenti i dispositivi di protezione e le regole dovranno essere rispettate anche, e soprattutto, se si viene a contatto con fornitori esterni. I negozi dovrebbero riaprire a maggio, i centri commerciali forse un po’ dopo. Più difficile infatti controllare e mantenere le distanze necessarie in luoghi grandi e dispersivi, solitamente presi d’assalto dai cittadini. Nei negozi si potrà entrare pochi alla volta e il numero dipenderà probabilmente dai metri quadri dell’esercizio commerciale, in modo da poter assicurare la distanza minima di sicurezza tra una persona e l’altra. Per il momento non vi è ancora un calendario.

Mezzi pubblici forse a numero limitato

Per bar e ristoranti il discorso sarà più complicato. Probabilmente saranno tra gli ultimi a riaprire. I tavoli dovranno essere distanziati ad almeno due metri, in modo da rendere possibile il passaggio dei camerieri che dovranno sempre indossare guanti e mascherine. Per quanto riguarda gli spostamenti con bus e mezzi pubblici, si sta ancora cercando di capire come far fronte al momento in cui lavoratori e cittadini ricominceranno a usufruirne. Sicuramente dovranno esserci maggiori controlli, forse mettendo anche un controllore a bordo per sorvegliare la situazione e in particolare le distanze tra i passeggeri. Anche gli accessi ai mezzi pubblici dovranno essere ridotti, non più di un tot di persone, sia in metropolitana che su treni, autobus e tram.

Discoteche, sale da ballo ed eventi con notevole addensamento di persone, e quindi un rischio di contagio notevole, dovranno aspettare a riprendere l’attività. In questi casi l’indice di contagio dovrà essere zero. Idem per cinema e teatri. Il problema in questi due casi riguarda in particolare le file all’ingresso e l’acquisto dei biglietti. In sala infatti non dovrebbe essere difficile riuscire a distanziare le persone, lasciando libere una o due poltrone. Comunque è ancora tutto al vaglio. Sicuramente si cercherà il modo per far ritornare alla vita sociale i cittadini e far ripartire tutto in piena sicurezza.

Molto dipenderà da noi.

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