Letta e Di Maio disperati: cavalcano Fedez

La sinistra si attacca al carro dell'influencer Fedez e segue la scia social per incensare il rapper; Sgarbi lo attacca e accusa di fare propaganda

Letta e Di Maio disperati: cavalcano Fedez

La polemica sulla presenza di Fedez al Concertone del Primo maggio ha oscurato qualunque altra discussione in merito all'evento organizzato dalle sigle sindacali. Se da una parte la politica di sinistra è salita sul carro dell'influencer da milioni di seguaci che propaganda le sue idee, dall'altra parte il suo intervento in polemica con la Rai e con la Lega a sostegno del ddl Zan dal palco dedicato ai lavoratori è stato fuori luogo sia nei contenuti che nei modi.

La prima parte del discorso del cantante di Rozzano è stata incentrata sui lavoratori dello spettacolo, purtroppo da oltre un anno senza lavoro e senza adeguati sostegni. Fedez ha chiesto considerazione per loro rivolgendosi direttamente al presidente del Consiglio, che incomprensibilmente ha chiamato "Mario", dandogli del tu come se fossero vecchi amici. Quindi, dopo un rapido passaggio su questo, ha concentrato la sua attenzione sul ddl Zan. Ha attaccato la Lega e Andrea Ostellari, poi Simone Pillon e l'associazione ProVita. Un intervento che ha acceso lo scontro, anche per l'accusa di tentata censura da parte della Rai. Vittorio Sgarbi ha criticato duramente il rapper per il suo intervento, soprattutto per la seconda parte dello stesso: "Se decidi di partecipare al concerto del Primo Maggio parli di lavoro, non fai un comizio per attaccare i tuoi avversari. Diversamente il tuo ruolo non è quello dell’artista, ma di un militante che utilizza il servizio pubblico per propagandare le proprie idee politiche".

Matteo Salvini questa mattina è tornato sulla questione sottolineando il controsenso della polemica sul tentativo di censura: "Fedez e Rai 3, polemica tutta interna alla sinistra. Artista di sinistra, 'censori' di sinistra. Viva la musica e la libertà. Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta. P.s. L'interlocutrice Rai registrata da Fedez era portavoce di Veltroni, sindaco Pd di Roma". Ma nonostante questo, ora Enrico Letta usando il plurale pretende le scuse dalla Rai: "Ci aspettiamo scuse dalla Rai, un chiarimento. Io voglio ringraziare Fedez, il fatto che uno come lui parli di questi temi rende possibile di rompere questo tabù, visto che sembra che non si può parlare di diritti perché siamo in pandemia". Così il segretario del Pd a Radio24, sottolineando di trovarsi in accordo con il rapper. "Se qualcuno pensa di potere chiudere la vicenda Fedez con delle semplici scuse non ha compreso la gravità di ciò che è accaduto. Sono stupita che ancora i vertici Rai non abbiamo rassegnato le dimissioni. È inconcepibile che si provi a mettere il bavaglio ad un artista", attacca Alessia Morani.

In mattinata è arrivata anche la sviolinata di Luigi Di Maio a Fedez, che "in tutto quello che fa ci mette sempre il cuore", dice il ministro degli Esteri sottolineando una conoscenza personale con il marito della Ferragni. Di Maio sottolinea che "ogni artista dev'essere libero di avere la possibilità di esibirsi liberamente, esprimendo le proprie idee e mostrando la propria arte". In realtà questo dovrebbe essere concesso a tutti, non solo agli artisti.

Anche Giuseppe Conte, lo stesso che aveva chiamato personalmente Fedez e sua moglie per chiedere loro di fare degli interventi social per la sensibilizzazione al rispetto delle misure contro il coronavirus, è sceso in campo sui social per difendere il rapper: "Io sto con #Fedez. Nessuna censura". Con tanto di hashtag, per incrementare la visibilità e quindi i like.

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