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Chiamiamo i terroristi col loro nome: cretini

Saranno anche bravi a usare strumenti e altro, ma in quanto a percezione della realtà sono veramente scemi

Chiamiamo i terroristi col loro nome: cretini

I terroristi vanno definiti per ciò che sono: stupidi. Cretini. Nel senso che non capiscono le cose. Saranno anche bravi a usare strumenti e altro, ma in quanto a percezione della realtà sono veramente scemi. Non uso l'espressione colorita da bar, ma la sostanza è quella. Al di là delle differenze etiche (non frequentiamo assassini), sarebbe una noia mortale fare un viaggio con uno di loro, perché hanno una visione della realtà alterata. Non come dei ragazzini, peggio.

Da ragazzi, quando uscivamo dal cinema dopo aver visto un bel western, correvamo con un braccio teso avanti a tenere le briglie e con l'altra mano ci davamo pacche sul sedere immaginando di darle al nostro cavallo. Era un gioco e lo sapevamo. Questi ci credono veramente. Uno che si fa saltare in aria perché pensa che va in paradiso dove lo aspettano 70 vergini, come lo definisci? Uccidere degli innocenti in discoteca pensando di abbattere il nostro sistema sociale è da cretini. Se poi vuoi anche andare in paradiso sei completamente fulminato.

I terroristi non vanno criticati, ma denigrati. Li ferisci non se li condanni, ma se li tratti da scemi, da stupidi, allora gli fai male, perché indebolisci la presa che pensano di avere su quelli della cerchia ristretta e su quell'audience più larga che è il target che vorrebbero conquistare. Ma non sono solo i terroristi islamici gli scemi. Anche i nostri degli anni Settanta lo erano, eccome. Persone che uccidevano un dirigente o un politico, pensando che così si sarebbero sollevate le masse popolari, come le definisci, se non fulminate, disadattate, cretine? Da ragazzo ero comunista. I miei amici per gioco mi dicevano che se fossero arrivati i comunisti avrebbero confiscato le nostre proprietà. Ma per me era uno scherzo. Mica ci credevo veramente che una vittoria elettorale del Pci avrebbe inciso tanto profondamente sullo stato delle cose. Non ero stupido, io. Non così tanto, almeno.

Quelli di destra poi erano ancora più fusi. A sentire come ancora oggi parlano delle loro gesta di quegli anni, ti rendi conto che giocavano ai soldatini, illudendosi di fare una guerra che non c'era, che avevano dichiarato solo loro. Va bene, c'era un certo ostracismo istituzionale verso la destra, ma era pure comprensibile e comunque, ostracismo o no, prendevano manciate di voti. Ad ogni modo, senza salire le scale del palazzo, quelli per strada erano veramente sbilanciati mentalmente.

Definendoli criminali li eleviamo, perché si sentono eroi. Ma l'eroe si sacrifica per un fine perseguibile. Anche se fallisce, resta eroe, a patto che il fine fosse raggiungibile. E qui entra in campo l'intelligenza. Quando persegui un fine che non è realizzabile oggettivamente (basta che chiedi in giro e chiunque te lo spiega), e solo tu e pochi altri più fusi di te non lo capiscono, non sei un eroe, sei uno scemo. Sei da Tso (trattamento sanitario obbligatorio).

Resta il fatto che questi ammazzano. Come ci può aiutare a morire di meno l'aver compreso che sono deficienti? Intervenendo sul film western da cui traggono ispirazione. Ci sono legami mandante-esecutore, ma sono una piccola parte di ciò che ci colpisce. Tante vite vengono stroncate non per un legame diretto ma per una narrazione, che sparge la sua influenza ispirando una moltitudine di giovani, più o meno disponibili ad abbracciare una causa che gli consenta di combattere, per dare senso a un'esistenza fatta di cose bellissime che però si guardano ma non si toccano. Nessuno mi toglie dalla testa che questi le vergini le vorrebbero qui e adesso, come le vedono in televisione e per strada. È la differenza che passa tra coltivare una piantina e spargere semi di grano. Queste persone, lo ribadisco, sono deboli e stupide. Dunque, col linguaggio adatto ai cretini devono veder smontata quotidianamente quella narrazione ferale. Non diventeranno mai forti e intelligenti, ma finché hanno un dubbio magari non premono il grilletto.

Questo non viene mai fatto. Non l'ho visto negli anni Settanta e non lo vedo adesso. I brigatisti erano criminalizzati, ma mai umiliati per il fatto di credere a un'idea stupida. Mai da sinistra ho sentito dire: questi sono dei cretini che credono davvero alla rivoluzione. Affermarlo avrebbe significato umiliare non solo i terroristi, ma pure tutti quelli che ci credevano e ovviamente non sparavano né approvavano chi sparava. E questo era non praticabile. Anche a destra, mai nessuno diceva: ragazzi, non c'è nessuna guerra, l'ultima è finita trent'anni fa e l'onore perso un giorno di settembre non era il vostro e in ogni caso amen, basta così, chi la vede diversamente sta guardando un film, un western, per l'esattezza. Ma sia a destra che a sinistra c'erano interessi, e a nessuno si può chiedere di andare contro i propri interessi dopo tutto, mica tutti sono eroi. Anche oggi, si chiede ai musulmani di condannare i terroristi (e già lo fanno a mezza bocca), ma non di sgonfiare le balle che li ispirano: il paradiso, le vergini e tutto il resto.

La domanda piuttosto è: perché non lo facciamo noi? Perché i moderati degli anni Settanta non lo fecero?

Forse perché se umili un povero scemo che ammazza credendo di andare in paradiso, rischi di mettere in discussione il paradiso stesso, e questo non può essere.

Oltre due secoli dopo l'illuminismo, questi fanatici musulmani (storicamente e culturalmente ante-illuminismo) stanno dando una bella mano a rinverdire la fede religiosa.

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