Ponte crollato a Genova

Lucia Annunziata: "I Benetton? Sono senza cuore"

Lucia Annunziata difende la scelta del governo di revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia e attacca i Benetton: "Se hanno un cuore è quello di un coniglio”

Lucia Annunziata: "I Benetton? Sono senza cuore"

“I Benetton? Se hanno un cuore è quello di un coniglio”. È questo il senso di un lungo editoriale di Lucia Annunziata, direttrice dell’Huffington Post, che critica fortemente l’atteggiamento di Atlantia, (azienda dei Benetton che possiede Autostrade per l’Italia) per quanto riguarda il crollo del ponte Morandi di Genova.

“Dopo il primo smemorato intervento delle 13,39 in cui, a un'Italia con le mani nei capelli per l'orrore, Atlantia forniva un comunicatino senza una parola sulle vittime, la società dei Benetton non ha mai smesso di fuggire da ogni umana emozione, ma anche da ogni assunzione di responsabilità morale”, scrive la Annunziata che si chiede: “Dove sono il Presidente Fabio Cerchiai, l'AD Giovanni Castellucci, i responsabili della comunicazione, o i proprietari, la celeberrima e ipercomunicativa Famiglia Benetton?”.

Anche i comunicati, che sono seguiti al primo, mirano soltanto a“preparare la battaglia legale, con occhi soprattutto puntati sul rassicurare i mercati”, accusa la direttrice di HuffPost. Atlantia, secondo lei, si è mostrata più preoccupata della possibilità di perdere la concessione statale piuttosto che delle vittime del crollo del ponte. Ma non solo. La società ha sospeso il pedaggio ma "solo per le ambulanze”.“Nessuno nelle stanze degli avvocati o degli azionisti ha capito quanto macabra sia questa decisione?”, si domanda ancora la Annunziata. Ecco, dunque, il motivo per cui la direttrice dell’HuffPost, stavolta, si schiera dalla parte dell’esecutivo gialloverde: “Sì, certo, lo Stato di diritto sarà sicuramente ferito dalla forzatura legale di avviare la procedura di rescissione della concessione. Che vi si arrivi o meno, certo la decisione ha tutte le stigmate di un governo che non vuole fare i conti con i diritti acquisiti, con le regole istituzionali.

Ma, francamente, in questo caso è difficile difendere i diritti di una azienda che non ha a cuore i diritti di tutti”.

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