Ponte crollato a Genova

Marina, salvata da sotto le macerie con la figlia: "Sentivo la sua mano"

Madre e figlia si trovavano in un negozio situato proprio a ridosso del ponte Morandi

Marina, salvata da sotto le macerie con la figlia: "Sentivo la sua mano"

Era in un negozio insieme alla figlia Camilla, per vedere se ci fosse qualcosa di interessante in una di quelle "fabbriche del riciclo", che frequantavano spesso, per coltivare il loro hobby.

Madre e figlia erano proprio a ridosso del ponte Morandi, quella mattina del 14 agosto, quando il viadotto è finito in mille pezzi. Uno di quei grossi blocchi ha colpito proprio la struttura all'interno della quale si trovavano Camilla, 24 anni, e Marina, 58. Sono state seppelite sotto uno strato di detriti: "Io riuscivo a respirare, il mio viso era libero, ma Camilla era sotto, era coperta", ha detto la donna al Corriere della Sera.

Un boato fortissimo e dai finestroni del negozio si vede il ponte che crolla, la donna urla e poi entrambe vengono intrappolate dalle macerie. Ma Marina, tutto questo non lo ricorda. Ha perso conoscenza varie volte ed è la figlia ad averle descritto la scena cui hanno assistito insieme. Sono state entrambe estratte vive, ferite ma vive e ora anche fuori pericolo.

È Marina ha parlare dal suo letto d'ospedale, commossa, con le lacrime che ogni tanto le sgorgano dagli occhi. Sentiva la figlia sotto di lei, non la vedeva, ma sapeva che era lì:"Sono riuscita a sentirle una mano e stringergliela. Sono arrivata anche a toccarle il viso e con la mano le toglievo i detriti dalla bocca". Poi, finalmente, dopo aver urlato e chiesto aiuto per qualche tempo, sono arrivati i soccorritori. I primi che la donna ha visto sono stati i vigili del fuoco,"eccezionali", che le hanno liberate da quell'inferno. Ha cercato di proteggere Camilla fino all'ultimo istante, come solo una madre sa fare: "Continuavo a gridare di lasciar perdere me e di prendere lei". Poi il buio e il risveglio in ospedale, dove era stata portata anche la figlia, che ha già potuto incontrare la mamma.

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Quella di Marina e Camilla è un'altra di quelle storie, che emergono piano piano, dal cumulo di macerie che ha invaso il letto del Porcevera.

Questa, per fortuna, è una di quelle con un lieto fine.

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