Coronavirus

Non più ondate, ma "ondine": come cambia il contagio

Le vaccinazioni metteranno un importante freno alla pandemia ma il Covid continuerà a circolare: ecco la previsione di Pregliasco su quanto potrà accadere nei prossimi mesi

Non più ondate, ma "ondine": come cambia il contagio

Lo scorso autunno ci preparavamo alla seconda ondata della pandemia da Covid-19 dopo i primi segnali poco confortanti arrivati ad agosto dalle località di vacanza (vedi Costa Smeralda e le mete di rientro quali Grecia e Spagna). Quest'anno, grazie alle vaccinazioni, potremo andare incontro a qualcosa di più soft: non più ondate ma "ondine".

Qual è lo scenario che ci aspetta

"Abbiamo superato le prime ondate della pandemia, gestendole nell'emergenza, ma avremo altre ondine verso la fine di questa pandemia", ha affermato Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano, ospite della trasmissione 'Agorà' commentando la possibilità dell'obbligo vaccinale e gli scenari futuri della pandemia. L'esperto le chiama, appunto, "ondine": il plateau dei contagi sui 4-5mila nuovi casi al giorno potrebbe aumentare con la riapertura di scuole, uffici e una vita condotta più al chiuso che all'aria aperta ma niente paura, si tratterebbe di mini ondate pandemiche formate da cluster localizzati ma facilmente gestibili grazie alle vaccinazioni che hanno raggiunto la soglia dell'80% nazionale e che dovrebbero scongiurare situazioni ben peggiori.

Il dibattito sull'obbligo vaccinale

Sull'obbligo vaccinale di cui tanto si discute quotidianamente, il prof. Pregliasco ha le idee chiare. "Dal 1888 in Italia ci sono vaccinazioni obbligatorie, quindi non vedo perché non si possa oggi per il vaccino anti-Covid. Non c'è una libertà di infettare gli altri, il guaio è che la non vaccinazione facilita la diffusione del virus e dovremmo comunque considerare la continuazione di questa presenza". Il messaggio è chiaro: la variante Delta ha fatto alzare la soglia dell'immunità di gregge: se l'anno scorso potevamo pensare di essere al riparo dal Covid con il 75-80% di popolazione vaccinata, con la nuova variante bisognerà arrivare almeno al 90% per dormire sonni tranquilli, soglia importante ma difficile da raggiungere. E poi, un'alternativa al vaccino ancora non c'è, come viene sottolineato dallo stesso esperto. "Cosa viene prospettato? L'esecuzioni dei tamponi è una bella cosa teorica: ma pensiamo davvero che ogni 48 ore tutti gli italiani si sottoporrebbero ad un tampone? Non è praticabile un sistema che può essere utile per il tracciamento e lo screening ma davvero non sfruttare oggi un elemento oggettivamente efficace come i vaccini è sbagliato", ha commentato.

"I vaccini salvano le vite"

Sulla polemica politica, Pregliasco auspica una presa di posizione senza riserve sul vaccino "che oggi è lo strumento per salvare le vite. Le immunizzazioni sono un elemento incontrovertibile. Certo, i vaccini non sono caramelle e possono avere effetti avversi, ma questi sono assolutamente insignificanti rispetto alle vite che possono salvare", ha sottolineato all'Adnkronos Salute. È pero la politica che dovrà decidere per permettere al Paese di procedere a una riapertura il più ampia possibile.

"Il Covid ci ha insegnato a essere flessibili e veloci, mentre i tempi delle istituzioni hanno più difficoltà, ma serve un determinatore comune in questa azione e non può essere che il vaccino", conclude.

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