Giù la maschera

Peppa Ciao

Si chiamano - anzi, si chiamavano - Crusca, Pumba, Crosta, Freedom, Dorothy, Mercoledì, Ursula, Bartolomeo, Carolina e Spino. Sono anzi, erano dieci maialini

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Si chiamano - anzi, si chiamavano - Crusca, Pumba, Crosta, Freedom, Dorothy, Mercoledì, Ursula, Bartolomeo, Carolina e Spino. Sono anzi, erano dieci maialini. I loro nomi sono riecheggiati ieri mattina nel parcheggio accanto al palazzo dell'Ats di Pavia, dove un gruppo di animalisti si era dato appuntamento per una manifestazione di protesta contro l'abbattimento dei dieci maiali, una settimana fa, in una struttura di Sairano, all'interno della quale si era diffusa la peste suina africana. Un flash mob in memoriam di maiali e scrofe. C'erano anche Naike Rivelli con la madre, Ornella Muti.

Fino a qui, tutto bellissimo, malinconico, umano. Avremmo voluto esserci anche noi.

Poi però gli attivisti, stringendo fra le mani le fotografie di ogni suino, scandendo i loro nomi, hanno cantato con commozione e trasporto il noto canto resistenziale Bella ciao. Quindi si sono sdraiati a terra, come morti, per ricordare la strage di Sairano. Peppa ciao.

Porco rosso. Babe, maialino coraggioso. La fattoria degli animali. George Orwell, peraltro, era ferocemente anticomunista.

I manifestanti - antifa al prosciutto e salamelle alla festa dell'Unità hanno certo compiuto un atto di pietà. Ma è sfuggito loro che innalzando i maiali agli altari della Resistenza hanno finito con l'abbassare la guerra di Liberazione a una mattanza da porcile. «Tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali».

Insomma, capirete che poi è difficile non cadere nel luogo comune sui «famosi maiali comunisti».

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