Sanremo 2020

Povero Amadeus, crocifisso per galanteria

Povero Amadeus, crocifisso per galanteria

«Erano i capei d'oro a l'aura sparsi/ che n'mille dolci nodi gli avolgea / e l'vago lume oltre misura ardea / di quei begli occhi ch'ora ne son scarsi». Un momento, queste parole sembrano trasudare una grave forma di maschilismo e di sessismo. Come si permette, l'autore, di valutare questa fanciulla per i capelli biondi, si presume boccoluti, e per gli occhi che illuminano il mondo circostante? Quale concezione retriva e volgare della donna, come statuina muta, possiede? Che importa che si chiami Francesco Petrarca e che sia uno dei più grandi poeti di tutti i tempi. Basta! Che questi versi, pare addirittura studiati dai ragazzi a scuola, vengano subito sottratti alle giovani menti per non fare loro crescere nel sessismo e nel maschilismo. Stiamo scherzando, ma fino a un certo punto, quando vediamo il processo che sta subendo Amadeus, il conduttore e direttore di Sanremo, per aver detto, con parole non così splendide come quelle di Petrarca, ma per nulla volgari e offensive, che le donne al suo fianco a Sanremo sono «belle». Quindi, pare di capire, sostenere che una donna lo è, e valgono anche i sinonimi, significa possedere una concezione retriva, da maschio possessore, quasi al limite della violenza sessuale, come ci è toccato di leggere? Tanto addirittura da provocare il forfait di bellissime donne (lo diciamo noi, ce ne assumiamo la responsabilità) che inizialmente avrebbero dovuto essere sul palco di Sanremo. Fermiamoci un momento a pensare. Davvero c'è qualcuno che assimila un complimento estetico a una donna a un atto di sessismo e di maschilismo? Voglio credere che nessuno lo pensi veramente, e che la caccia alla strega Amadeus, o il processo vagamente staliniano che alcuni gli stanno intentando, sia solo qualcosa di strumentale, magari per raggranellare il warholiano quarto d'ora di celebrità. E invece, purtroppo, ho l'impressione che vi sia qualcuno convinto veramente. Del resto, non ha di recente il parlamento francese varato una legge che accomuna all'aggressione sessuale il complimento verbale nella strada a una donna? Mi chiedo quale modello di società abbiano in mente i sostenitori di questa teoria. Ma ho il timore che sia vicino a quello islamico, più che a quello occidentale. In molti paesi islamici in effetti difficile è poter muovere un complimento sulla bellezza a una donna, semplicemente perché queste non possono uscire di casa, non sole in ogni caso, o se escono sono più o meno integralmente bardate. Vi sono altre due questioni però. Una: che il canone occidentale, greco-romano-cristiano fa della bellezza, e soprattutto di quella femminile, un elemento della spiritualità e persino un segno di Dio. Si loda la donna, trasfigurazione della Vergine, perché in lei si vede un indice della presenza divina, e non necessariamente perché la si vuole stuprare. Vogliamo liberarci di questo patrimonio, in una voga iconoclasta, di distruzione delle immagini, che ricorda effettivamente più la cultura talebana che quella cristiana? L'altro elemento preoccupante è quello che chiamiamo femminilizzazione del mondo.

Se si istituisce una polizia dei costumi che vieta agli uomini di dire che una donna è bella, quale fine fa la mascolinità, parte della natura umana e non solo un dato culturale? Siamo sicuri che virilità e mascolinità conducano necessariamente alla violenza sessuale? Siamo soprattutto sicuri che censurandoli, gli istinti della natura umana e, purtroppo, la sua vocazione al male, spariscano? Tutte domande che la polizia del pensiero femminista farebbe bene a porsi.

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