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Da quando i pacifisti governano il mondo ogni giorno esplode una nuova guerra

Obama si batte il petto a Hiroshima, la Mogherini è "felice per la pace". Intanto in Siria è una ecatombe

Da quando i pacifisti governano il mondo ogni giorno esplode una nuova guerra

Ogni tanto lo ammette anche il Papa, perfino Kerry talvolta si piega all'idea, e accade persino di vedere Obama preoccupato: viviamo ormai in un mondo in guerra. In linea di massima però il messaggio va contromano rispetto a questa schiacciante realtà. La realtà dovrebbe essere maestra di vita: invece nel mondo di oggi non accade. Il pacifismo oltre che l'ideologia inventata dal mondo comunista nel 1952 dichiaratamente come arma per vincere lo scontro con l'imperialismo è diventato un costume politico invincibile, non c'è chi non si dica pacifista, e con esso si moltiplicano le guerre. Basta pensare al discorso della Mogherini che il 21 settembre, giorno europeo della pace, che si è detta molto soddisfatta dello stato del mondo perché il primo valore dell'Ue è una pace mantenuta per 70 anni; o a Obama che a Hiroshima ha scelto di battersi il petto dichiarando l'America colpevole della proliferazione nucleare e promettendo di emendarsi, o a Putin che bombarda Aleppo, certo, per il bene della pace...

La pace è un valore così di moda che Kim Jong-un in Corea del Nord non esita a dichiarare che la sua atomica le dà un contributo, e Assad mentre ammazza centinaia di migliaia di persone se ne proclama custode. La parabola più evidente agli occhi del mondo è la Siria, dove non c'è chi non stia combattendo per la pace, e che di fatto è una «terra desolata» dove si svolge uno scontro mortale che implica fondamentalisti, ribelli, milizie organizzate, forze al potere dittatoriali, mentre la Russia, gli Stati Uniti, la Turchia, l'Iran, gli Hezbollah, l'Arabia Saudita sganciano bombe e proiettili o armano forze amiche. Persino Israele talvolta deve intervenire per dire «stop». Ma sono innumerevoli le dichiarazioni di buona volontà, le asserzioni che là si va per preservare la pace. Mentre Putin e gli Usa rompono sugli accordi nucleari, Putin ha intenzioni chiare, e molto meno Obama: Putin vuole tenere Assad al potere e per questo usa l'Iran e gli Hezbollah mentre bombarda i sunniti di Aleppo, incurante dell'imperialismo sciita. Inoltre, combattono anche i rifugiati afghani che vogliono essere accolti in Iran, mentre gli Hezbollah vogliono missili per distruggere Israele. Ma Obama vuole combattere l'Isis, ed è alleato in Irak con le milizie sciite per batterlo, però in Siria queste milizie combattono a fianco di Assad, e Obama vuole deporlo. Così sarebbe al fianco dei ribelli che le milizie sciite combattono. Che casino. Ma allarghiamo lo sguardo. Ci aiuta su Washington Freebacon Matthew Continetti elencando molte zone di un panorama fumigante, lasciando da parte l'Africa. Si estende di un bel po' oltre il Medio Oriente: guerre calde e fredde incatenano l'Eurasia dal Baltico al Donbass, attraverso il crescente sciita, il confine indo-pakistano, di là dei mari di Cina. Putin infiamma la guerriglia in Ucraina, e bombarda Aleppo; i turchi combattono l'Isis e molto di più i Curdi, l'America è in Siria e in Irak, l'Iran sta sul confine di Israele che promette di distruggere e intralcia le navi americane nello stretto di Hormuz. L'India e il Pakistan si scontrano sul Kashmir, la Cina costruisce la sua forza nel Pacifico, e la Nord Corea... fa esplodere bombe atomiche. Le scelte dei leader occidentali sembrano spesso legate a vantaggi di breve durata, come quello dell'incerto accordo nucleare con l'Iran fra i primi violatori dei diritti umani e sponsor del terrorismo. Ma è la pace, bellezza. Così lo sguardo è breve: non che fosse un acquirente ideale, ma Obama ha bloccato la vendita al Bahrein di 19 fighter jets F16 della Lockheed Martin, una transazione ingente, di oltre 4 miliardi di dollari incitandolo a migliorare i diritti umani. Difficile pensare che sia davvero per quello. Il Bahrein, sostenuto dall'Arabia Saudita, ha colpito duramente gli sciiti ribelli, e di nuovo qui Obama ha preso le parti nel disegnare un Medio Oriente in cui l'Iran può vedere terra di conquista. Così si rimarca un conflitto etnico in cui gli alleati sunniti vengono umiliati. Intanto il mondo si batte con difficoltà contro la crisi economica, Europa e Giappone sono nei guai e gli Usa sono in affanno, la Russia è stagnante. Aria, aria. Dice Continetti che c'è da aver paura.

È così: gli imperi soffrono un terremoto bellico nel cellophane del pacifismo.

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