Salone del Mobile

Salone del Mobile, il made in Italy fa record: 357mila visitatori

Chiuso con grandi numeri I Saloni 2014: nei padiglioni di Fiera Milano presenze aumentate del 13% rispetto al 2013, boom di stranieri. Il presidente Claudio Luti: “Abbiamo lavorato per preparare il Salone più bello del mondo e il risultato supera le nostre aspettative. Ha vinto la qualità delle collezioni presentate dalle imprese e la bellezza degli stand. Ormai questa è una fiera globale. Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo: "Confermata l’importanza dell’export come elemento determinante per il settore"

Salone del Mobile, il made in Italy fa record: 357mila visitatori

Si era capito fin dalle prime ore di apertura che il Salone internazionale del Mobile 2014 sarebbe stato un successo: padiglioni di Fiera Milano con il tutto esaurito sul fronte degli espositori, delle aziende che sono il motore della manifestazione e hanno messo il turbo e su quello dei visitatori, in particolare dei buyer stranieri arrivati letteralmente da tutto il mondo: ben 160 Paesi.

Se c’è un caso in cui le cifre non sono l’arida fotografia della realtà ma danno l’esatta dimensione fdel peso, o meglio del “contenuto” vivo e dinamico di una fiera, è quello del Salone del Mobile che ha chiuso registrando 357.212 visitatori, di cui 311.781 operatori del settore, con un incremento del 13% rispetto all’edizione 2013. Un record che pesa più di quanto non dicano i dati.

“Abbiamo lavorato per preparare il Salone del Mobile più bello del mondo e il risultato supera le nostre aspettative. Buyers, giornalisti, designers hanno toccato con mano l’eccellenza creativa e produttiva della nostra filiera, riconoscendo il valore della produzione made in Italy e l’importanza del Salone a livello internazionale, anzi a livello globale, perché questa è ormai la dimensione”, commenta soddisfatto Claudio Luti presidente del Salone del Mobile, su un divano di design nell’accogliente e raffinata Red Longue, anch’essa biglietto da visita dello stile dell’arredo italiano fra poltrone e tavolini “d’autore” disseminati in un salotto accogliente.

“E’ stato un successo non solo di quantità, ma anche di qualità - prosegue Luti - e lo sottolineo perché le aziende del mobile e dell’arredo hanno creduto nel Salone e si sono presentate non solo con prodotti d’eccellenza ma anche con stand curatissimi, ricchi, invitanti. Hanno investito e scommesso sulle loro collezioni mettendo in mostra il bello dell’Italia che produce, creare, innova, intraprende, rischia e punta a recuperare terreno sul mercato interno e soprattutto a espandersi su quelli internazionali che apprezzano il made in Italy e ne riconoscono l’indiscussa leadership. Basta pensare che anche i grandi designer stranieri lavorano e vogliono lavorare con le aziende italiane perché sono le migliori. In fiera è venuto il mondo perché qui c’è la filiera più importante e completa. Su questo Cosmit ha lavorato per promuovere al meglio il Salone e la sua qualità, un lavoro attento di promozione sui mercati emergenti e su quelli già consolidati ma anche rivolto a nuove realtà estere in crescita”.

“Ora tocca alle aziende partire da questi risultati per lavorare sui mercati in cui si propongono per per crescere, migliorare il marketing e la distribuzione sui territori - sottolinea Luti che parla anche da industriale perché è alla guida di un brand del made in Italy affermato e conosciuto come Kartell -. Ormai il nostro mercato è il mondo, e non esagero, questa è la strada di oggi e di domani. Sono sicuro che gli imprenditori sapranno fare la loro parte, inclusi quelli delle piccole e medie imprese per le quali il Salone è una vetrina eccezionale che ha saputo lavorare per loro e sappiano tradurre questa grande opportunità in aumento dei fatturati. L’importante che il sistema legno-arredo sia accompagnato all’estero dalle istituzioni mettendolo in grado di competere allo stesso livello dei concorrenti. La qualità che sappiamo esprimere è un vantaggio per l’Italia”.

“Con questa edizione del Salone del Mobile abbiamo confermato l’importanza dell’export come elemento determinante per il settore – dice Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo. Nell’ultimo anno abbiamo venduto all’estero quasi la metà della nostra produzione e la forte presenza di visitatori stranieri lo ha pienamente dimostrato”.

Messaggi rivolti al presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha visitato la manifestazione con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio e i ministri Maurizio Lupi e Maurizio Martina. Renzi si è confrontato con una realtà viva e dinamica sottolineando come il settore del mobile sia un tassello strategico dell’economia reale del nostro Paese che sta superando una congiuntura difficile, grazie alla straordinaria cultura di impresa e alla filiera di eccellenza che sta dietro ai prodotti, alla ricerca di design, agli investimenti.

L’edizione 2014 che ha segnato anche una profonda sinergia con la città di Milano, capitale della creatività capace di attrarre con la Design week i visitatori, che ha fatto sistema proponendo tra l’altro il Progetto Accoglienza inaugurato quest’anno in collaborazione con il Comune e l’assessorato alla Moda e Design: oltre 100 i ragazzi delle scuole di design milanesi hanno accolto i visitatori della manifestazione nelle postazioni dislocate nei punti nevralgici della città. I Musei Civici aperti gratuitamente, la grande mostra “Luini e suoi figli” a Palazzo Reale, dedicata al Rinascimento lombardo hanno offerto altri stimoli. Dalla città alla fiera dove, oltre al business, è stata protagonista la mostra “Dove vivono gli architetti”, uno spazio di confronto e una riflessione sulle modalità, le esperienze e la cultura dell’abitare con otto testimonial d’eccezione: Shigeru Ban, Mario Bellini, David Chipperfield, Massimiliano e Doriana Fuksas, Zaha Hadid, Marcio Kogan, Daniel Libeskind e Studio Mumbai/Bijoy Jain.

“Questa edizione ha rappresentato una prova generale in vista di Expo 2015 - conclude il presidente Caludio Luti. Ci sono le migliori premesse perché sia un grande evento che mostrerà al mondo quello che Milano e l’Italia sono in grado di fare.

Una sfida che non ci spaventa e che ci vede già impegnati a preparare un grande Salone che aprirà le danze dell’esposizione universale”.

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