Coronavirus

La speranza dall'Islanda: così il virus è mutato e sta diventando meno letale

La mappatura genetica di ogni singolo caso ha evidenziato ben 40 mutazioni: il Coronavirus sarà meno pericoloso come patologia?

La speranza dall'Islanda: così il virus è mutato e sta diventando meno letale

Il Coronavirus Sars-CoV-2 subisce veloci mutazioni e segue un'evoluzione che lo porterebbe a essere meno pericoloso? Le autorità dell'Islanda hanno fatto esaminare dalla DeCode Genetics un totale di 9.768 persone tra contagiati e sospetti. Attualmente nell'isola artica si contano 588 casi (di cui uno solo grave) e un decesso; le persone che sono in quarantena cautelativa sono 6mila. Il risultato importante della mappatura genetica di ogni specifico caso - che porta la firma della società privata - ha messo in luce ben 40 mutazioni. Un risultato piuttosto notevole considerando il piccolo numero di contagiati in questione. Addirittura, come riportato dall'edizione odierna di Libero, in una persona sono state trovate due versioni distinte del virus.

La comunità islandese - come indicano i ceppi mutanti - potrebbe dunque essere stata colpita da diverse vie. Perciò, come spiega il direttore Kári Stefánssom, i ceppi diversi testimonierebbero provenienze differenti: "La cosa interessante del sequenziamento è che possiamo rintracciare la provenienza del virus. Alcuni venivano dall'Austria. Esiste un altro tipo di persone infettate in Italia. E c'è un terzo tipo di virus trovato nelle persone infettate in Inghilterra. Sette persone avevano partecipato a una partita di calcio in Inghilterra".

"Virus meno pericoloso"

A condurre uno studio accurato sulla ricerca sono stati Thorolfur Gudnason, il maggior virologo d'Islanda, e Allan Randrup Thomsen, collega danese: si ritiene che tale dinamica stia rendendo il virus più contagioso dal punto di vista della diffusione, ma meno pericoloso come patologia. Se tutto ciò si verificasse e venisse confermato, lo si potrebbe paragonare a un'influenza? "È simile al modello che vediamo con l'influenza e possiamo conviverci. Non dico che sia così con tutte le varianti, ma c'è una tendenza a svilupparsi in quel modo". Questo significa che i virus possono infettare di più "perché meglio adattati", ma non sono le varianti di virus "che causano la malattia a sopravvivere. Queste sono le varianti che causano meno malattie".

María Mjöll Jónsdóttir, portavoce governativa, ha annunciato la volontà di "condividere con tutto il mondo queste scoperte". In Italia il virologo Roberto Burioni aveva già sostenuto come le versioni più blande del virus fossero favorite: "Un contagiato con solo 37 di febbre va in giro e lo propaga di più. Ai virus conviene stare in pace con noi. È già successo con altri Coronavirus passati dall'animale all'uomo e ora causa di raffreddori". Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, ha invece ipotizzato mutazioni in senso negativo: "In Lombardia c'è qualcosa che non comprendiamo.

Si sono superati i morti della Cina in un'area infinitesimamente più piccola e in un tempo minore".

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