Cultura e Spettacoli

Addio a Paolo Rosa L'anima video delle creazioni di Studio Azzurro

Addio a Paolo Rosa L'anima video delle creazioni di Studio Azzurro

Si chiamava Paolo Rosa. E il suo nome forse non dice molto ai non specialisti della contemporanea. Eppure la sua era una delle personalità più rilevanti dell'arte visiva italiana degli ultimi decenni. È stato infatti uno dei fondatori di Studio Azzurro, creato nel 1982 insieme a Fabio Cirifino e Leonardo Sangiorgi. La «bottega d'arte contemporanea», come lui stesso la definiva, che ha ricevuto la sua consacrazione con presenza alla Biennale di Venezia in corso, nel padiglione della Santa Sede. Ma questo è solo l'ultimo – anche se il mediaticamente più rilevante – dei successi di una carriera più che trentennale. Purtroppo sarà l'ultimo: Rosa è morto ieri, a 64 anni, in seguito ad una crisi cardiaca che lo ha colto a Corfù, dove era in vacanza. Nato a Rimini nel 1949, dopo gli studi all'Accademia di Brera aveva partecipato a diverse esposizioni internazionali, tra cui spiccano la Quadriennale di Roma nel 1974 e la Biennale di Venezia nel 1976. Si era interessato fin da subito anche di cinema: tra le sue pellicole sperimentali il film Facce di festa, presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 1980.
Poi è arrivata la decisiva svolta di Studio Azzurro, il collettivo pioniere in Italia nelle videoambientazioni interattive, ed in spettacoli videoteatrali (come La camera astratta, del 1987, commissionata da Documenta 8 di Kassel). Da allora il gruppo, Rosa in testa, è diventato riferimento imprescindibile con un sacco di opere e performance che hanno fatto storia: nel 1984 Il nuotatore, installazione con 24 monitor, 13 programmi video e musiche di Peter Gordon, esposta a Palazzo Fortuny a Venezia. Oppure Megalopolis, per la Biennale di Architettura di Venezia del 2000, o Sensitive City commissionata dall'EXPO 2010 di Shangai. Rosa era anche preside del Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate dell'Accademia di Brera, ed è autore del libro L'arte fuori di sé. Un manifesto per l'età post-tecnologica. Così lo ha ricordato l'assessore alla cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno: «Ha dato molto a Milano, in termini artistici, professionali e umani.

La sua scomparsa improvvisa è un duro colpo per la città e per il mondo dell'arte».

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