Cultura e Spettacoli

«Arts Masters», trionfa l'Italia (ma sino agli anni '70)

C'è un Made in Italy che ancora “tira” nel mondo. Non si tratta dunque della solita enogastronomia ma dell'arte del '900, fenomeno in controtendenza visto che il nostro peso nelle mostre di contemporanea è ormai ridotto al lumicino. Per fortuna i mercanti sono più realistici e informati dei critici. L'ottava edizione di St. Moritz Art Masters , che si concluderà il 30 agosto, è dedicata dunque all'influenza della creatività italiana sul XX secolo. Dopo nazioni artisticamente emergenti, quali il Brasile o la Cina, il punto di osservazione si posa sull'Italia, complice certo la vicinanza con Expo. Operazione lodevole, ma che non si discosta troppo da quanto vediamo da alcuni anni nelle gallerie o da quello che passa in asta. La nostra età dell'oro, ancora una volta, si ferma agli anni '70, oltre non si va. Continuando a frugare nel nostro passato recente si scoprono peraltro diversi capolavori e rileggere la storia consente di riportare alla luce zone d'ombra ma di qualità straordinaria. Secondo tale ipotesi l'arte italiana di oggi non avrebbe più peso, e lo testimonia il fatto che nel fitto programma engadinese l'unica a “rischiare” la presenza di un giovane è la Galleria Monica De Cardenas di Zuoz con la personale di Lupo Borgonovo, scultore milanese classe 1985.

L'impianto teorico della manifestazione è incentrato sui grandi movimenti italiani del secolo scorso: Futurismo, Metafisica, Razionalismo, Spazialismo, fino a sfiorare gli anni '60 e '70 con qualche figura isolata come il visionario pop Aldo Mondino alla Galleria Robilant e Voena e il protoconcettuale Salvo, poi convertitosi alla pittura figurativa, alla Chiesa Francese. St. Moritz Art Masters comincia con una bella passeggiata di sculture di Arnaldo Pomodoro, Giacomo Manzù e Augusto Perez nell'area pedonale della città. Nella Chiesa Protestante è inscenato il confronto tra i due più grandi maestri dell'arte milanese, ovvero Lucio Fontana e Piero Manzoni. Stimolante è la deviazione verso la moda, protagoniste le fotografie di Giovanni Gastel accanto ad alcuni décollage storici di Mimmo Rotella (Grand Hotel Kempinsky).

Art Masters non si ferma a St. Moritz e si espande in altri luoghi dell'Engadina. A Samedan si celebra il trionfo mercantile di autori quali Enrico Castellani, Paolo Scheggi, Agostino Bonalumi e Alberto Burri, che sul mercato raggiungono ormai prezzi vertiginosi. Chi invece vuole spezzare questa regola è Gian Enzo Sperone: il più celebre gallerista italiano, attivo per decenni a New York, continua nella sua spasmodica ricerca tra gli anfratti della nostra arte. A Sent, sede svizzera della sua attività, presenta nomi in gran parte dimenticati, come il nucleare Bertini, l'astrattista Cagli, i secondi futuristi Diulgheroff e Fillia, l'aeropittore Tato, Crippa autore di sugheri e spirali, e anche minori della pittura piemontese (a lui cara) come Parisot e Galvano.

Chissà non ne esca, tra questi, il prossimo boom di mercato.

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