Cultura e Spettacoli

Capitan Tempesta, l'eroina di Salgari amata da Guevara

Torna il ciclo di avventure che piaceva anche al "che". La protagonista è una donna che combatteva i turchi

Capitan Tempesta, l'eroina di Salgari amata da Guevara

«L'agonia di Famagosta era cominciata, preludio di strazi orrendi, che dovevano sollevare un grido immenso d'indignazione fra le nazioni cristiane della vecchia Europa. L'Oriente uccideva l'Occidente; l'Asia sfidava la cristianità, facendo sventolare orgogliosamente, dinanzi ad essa, la verde bandiera del Profeta». In queste poche righe Emilio Salgari presentava nel 1905 lo scenario che fa da fondale al suo epico romanzo Capitan Tempesta. L'editore Garzanti in occasione del 150mo anniversario della nascita dello scrittore veronese (avvenuta il 21 agosto del 1862) ha deciso di inserire proprio Capitan Tempesta assieme al suo seguito Il Leone di Damasco nella collana I Grandi Libri in un'edizione arricchita dai disegni d'epoca di Alberto Della Valle che permette ai lettori di riscoprire uno dei testi più intesi della produzione salgariana.
Un classico dell'avventura amatissimo da Ernesto Che Guevara ma anche da Paco Ignacio Taibo II che di recente ha offerto spunto di documentazione a Marcello Simoni per costruire il suo e-book Rex Deus: L'armata del diavolo (Newton Compton) ma anche il racconto I pirati di Negroponte che uscirà prossimamente nell'antologia Cuore di tigre (Piemme). «Sotto le valorose spoglie del paladino cristiano Capitan Tempesta - spiega il curatore del volume Fabio Francione - si cela la bella Eleonora, duchessa d'Eboli, che combatte i turchi per salvare la vita dell'amato visconte Le Hussière. Smascherata, finirà per innamorarsi perdutamente del proprio nemico, il Leone di Damasco, a fianco del quale dovrà fronteggiare una misteriosa minaccia. Lo scontro finale tra bene e male avrà luogo durante la battaglia di Lepanto, nodo cruciale nel conflitto tra cristiani e turchi.
I due romanzi - pubblicati nel 1905 e nel 1910 - rappresentano uno dei migliori esempi della fervidissima immaginazione di Salgari: personaggi che sembrano appena usciti da un poema cavalleresco, intrecci ricchi d'azione e suspense, scambi di identità, innamoramenti fatali e odi disperati. Emilio Salgari riracconta così a modo suo l'assedio turco di Famagosta, la battaglia di Lepanto e l'assedio di Candia, narrando il sanguinario confronto fra cristiani e ottomani e dimostrando una buona conoscenza storica del periodo.
Il ciclo di Capitan Tempesta diede spunto a due film girati nel 1942 da Corrado D'Errico dove il ruolo dell'intrepida eroina salgariana venne affidato a Doris Duranti mentre la sceneggiatura venne realizzata dal giallista e drammaturgo Alessandro De Stefani e da Omar Salgari. Capitan Tempesta, alias Eleonora duchessa d'Eboli alias Hamid Eroe della Cristianità cela la sua prorompente femminilità dietro una robusta corazza ed Emilio Salgari così ce lo descrive: «era un giovane bellissimo, anzi troppo bello per essere un guerriero, un po' alto, snello, di forme eleganti, con due occhi nerissimi che parevano due carbonchi, una bocca da fanciulla con dei dentini superbi, la pelle leggermente bruna che tradiva il tipo meridionale e la capigliatura lunga e corvina».
Lo scrittore veronese non intende affatto celare la sua vera identità fino alla fine e così subito suggerisce ai lettori: «nell'insieme sembrava più una graziosissima fanciulla che un capitano di ventura. Anche il suo costume era elegantissimo e soprattutto accurato, quantunque i continui assalti dei turchi non dovessero lasciargli troppo tempo per occuparsi della sua toletta. Indossava un'armatura d'acciaio completa, con un piccolo scudo in mezzo al petto, dove si vedevano incise tre stelle sormontate da una corona ducale, aveva speroni dorati alle scarpe, e alla cintura, di seta azzurra, mirabilmente ricamata, una spada sottilissima, coll'impugnatura d'argento, simile a quella usata dai francesi di quell'epoca».
Non a caso gli uomini che combattono fianco a fianco di Capitan Tempesta conoscono la sua vera identità, anche se non ne parlano mai apertamente. Sono affascinati dal suo coraggio spavaldo e dalla sua magnetica bellezza. I suoi nemici, invece, proprio ignorandone l'identità lo temono quasi fosse un demonio. Se nel primo due romanzi il tema centrale della storia è lo scontro-incontro fra la cultura Cristiana e quella Islamica che porterà Capitan Tempesta e il Leone di Damasco a diventare una coppia sia sul campo di battaglia sia nella loro vita personale, nel secondo il tema principale è quello della vendetta al femminile.
Sarà infatti la fascinosa e perfida turca Haradja, nipote di Alì Pascià a rapire prima il figlio Enzo della coppia guerriera e sucessivamente lo stesso padre del Leone di Damasco.

La resa dei conti avverrà durante la Battaglia di Lepanto e si concluderà per fortuna positivamente.

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