Cultura e Spettacoli

E Dante entrò nella selva fantasy

Paolo Barbieri reinventa il modo di illustrare la Divina Commedia Il risultato è quasi heavy-metal

L'immagine di copertina di Paolo Barbieri
L'immagine di copertina di Paolo Barbieri

Immagini meravigliose, spettrali, infuocate. Un vero e proprio reportage visivo che mette in scena mostri, uomini e creature che vivono e sopravvivono in un territorio da incubo. Questa è l'impressione che si ha sfogliando le pagine de L'Inferno di Dante (Mondadori) illustrato da Paolo Barbieri, in uscita il prossimo 23 ottobre. Un volume che ci ribadisce l'estrema modernità della Divina Commedia. Il libro sarà uno degli eventi immagine dell'edizione 2012 di Lucca Comics and Games e propone un'originalissima interpretazione grafica del testo dantesco accostandolo agli immaginari dell'horror e della fantasy.
Paolo Barbieri è uno dei maggiori illustratori viventi di questo tipo di letteratura e con il suo talento ha contribuito al successo delle saghe siglate da autori come Licia Troisi, Terry Brooks, George R. R. Martin, e Ursula K. Le Guin, firmando spettacolari copertine dei loro romanzi. L'interpretazione pop, ma forse sarebbe più calzante dire heavy-metal, dell'Inferno che ci viene proposta la distacca da modelli classici come quelli di Gustave Doré e Botticelli e la rende estremamente moderna e fruibile per le nuove generazioni. D'altra parte l'avvicinamento contemporaneo a Dante era già iniziato anche attraverso i thriller letterari di Giulio Leoni ma anche con la presenza centrale della Divina Commedia in film ad alta tensione come Seven e Hannibal. E proprio la reinterpretazione della prima cantica del Sommo Poeta aveva portato anche alla costruzione di un videogioco di culto come Dante's Inferno della Electronics Arts (dal quale sono stati tratti anche un film d'animazione a episodi e una graphic novel) dove Dante diventa un crociato che combatte per amore all'Inferno.
Memore di tutte queste suggestioni Paolo Barbieri costruisce nel suo volume una serie di illustrazioni personalissime, dove pene e contrappassi vengono pennellati con nuove sorprendenti soluzioni grafiche. L'illustratore mantovano ha realizzato l'impresa con coraggio. «La Divina Commedia - ci racconta Barbieri stesso - e in questo caso L'Inferno, è semplicemente una delle opere letterarie più importanti dell'intera storia umana. Affrontare un progetto di questo genere rappresenta una sfida già in partenza, considerando che nella mentalità collettiva, il mondo di Dante è raffigurato attraverso le splendide incisioni di Gustave Doré. Superato l'impatto iniziale, ho affrontato questa sfida con molta “serenità”. Io cerco sempre di reinterpretare le tematiche con cui mi cimento attraverso un rinnovamento continuo della mia tecnica “pittorica”, in modo da poter rappresentare ogni viaggio artistico con una precisa personalità. Sia per quanto riguarda sia la tecnica pittorica sia la costruzione formale dell'intera scena».
Grazie al libro di Paolo Barbieri ci si può accostare all'immaginario dantesco attraverso un percorso iconografico che come spiega l'illustratore propone «un'interpretazione che avvicina Dante a una “modernità” fantasy piuttosto evidente. Nell'Inferno ci sono città in fiamme, castelli immersi nella bruma, demoni crudeli e burloni, anime dannate travolte dalla tempesta e altre perdute in abbracci eterni, creature mostruose, trasformazioni di uomini in serpenti e giganti imprigionati per l'eternità. Tutto questo non è forse anche fantasy?».
E le paure descritte dal poeta fiorentino nel suo Inferno assumono così un contorno nuovo, inedito per i lettori: «non solo la fantasy, ma l'intero immaginario del fantastico è debitore a Dante - chiarifica sempre Barbieri - Io credo che Gustave Doré, per quanto bravo, abbia imprigionato L'Inferno in una nicchia temporale eccessivamente legata a un periodo storico ben preciso. Dante è semplicemente eterno. Così nel suo Inferno ho trovato profonde tracce di tutto il cinema horror contemporaneo, dalle visioni figlie del cinema orientale, alle rappresentazioni più splatter di John Carpenter.

L'immaginario di molti artisti, registi, scrittori e creativi, si è riflesso ed è figlio di quest'opera immortale impressa anche inconsciamente nel nostro DNA».

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